Se ritenete che creare una sfera di metallo e plastica con una telecamera per scansionare gli occhi delle persone e identificarle in modo univoco come esseri umani attraverso il riconoscimento dell’iride sia un’idea inquietante, è altamente probabile che non siate Sam Altman.
Il cofondatore di OpenAi, insieme al ricercatore di origine tedesca Alex Blania, ha lanciato il progetto Worldcoin nel 2023 proprio con questo obiettivo: registrare l’iride delle persone per identificarle come umane assegnando loro un ID univoco, in preparazione a un futuro in cui discernere tra umani e AI sarà - presumibilmente - sempre più difficile.
La scorsa settimana, in occasione di un evento a San Francisco, Altman e Blania hanno presentato il primo rebranding di Worldcoin. Il progetto si chiama ora solo “World”, abbreviazione di World Network. Il nuovo nome descrive meglio l'idea, dice l’azienda, e la volontà di ampliarne obbiettivi e struttura. World ora raggruppa una serie di servizi basati sulla World Chain, la blockchain di World, la World App, Worldcoin - la criptovaluta stessa, che mantiene il nome - e World Id, il sistema di identificazione.
Per ottenere il pagamento della registrazione iniziale in Worldcoin - incentivo usato per favorire le iscrizioni e le scansioni - le persone possono ora anche utilizzare il loro passaporto biometrico attraverso l’Nfc sul loro telefono utilizzando la World App, contribuendo così alla raccolta deliberata di dati personali che sta alla base dell'intero progetto.
Orb, il dispositivo che distinguerà gli umani dalle AI, è sempre più inquietante
Il progetto di Sam Altman, cofondatore di OpenAi, si aggiorna: è un sistema per individuare gli umani in un futuro in cui le AI saranno ovunque e potenzialmente indistinguibili da noi.
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- Andrea Nepori
- 21 ottobre 2024
Se si è disposti a passare sopra al fatto a propalare questa narrazione distopica sia lo stesso Sam Altman che alla distopia lavora alacremente con le sue AI, il progetto potrebbe anche avere un certo fascino tecnologico. L’idea di scansionare l'iride e di risolvere il concetto di “prova della personalità” attraverso un'alternativa ai documenti d'identità rilasciati dagli Stati sovrani è perfettamente in linea con la natura dei miliardari iperliberisti della Silicon Valley.
Il nuovo Orb ha una forma una sferica e un aspetto ancora più inquietante del precedente modello.
Oltre al rebranding, Blania e Altman hanno anche presentato la seconda generazione dell’Orb, il dispositivo per la scansione oculare. L’Orb è dotato di un nuovo chip Nvidia Jetson, che rende l'intero processo di registrazione e riconoscimento 5 volte più veloce, aprendo così a una serie di nuove possibilità. Tra queste, un’opzione per la scansione oculare presso chioschi self-service: non vediamo l’ora.
La critica fondamentale che qui ci sentiamo di muovere all’intero progetto ha poco a che fare con le implicazioni socio-politiche di un’impresa dalle preoccupanti implicazioni etiche. Ha invece molto a che fare con la sua estetica: il design dell’Orb è uno dei peggiori design tecnologici degli ultimi anni.
Ma per quale motivo i geni miliardari millenari della Silicon Valley sono così ossessionati dall’idea di aderire perfettamente all’estetica dei cattivi dei film di fantascienza e dei videogiochi?
Il nuovo Orb ha una forma una sferica e un aspetto ancora più inquietante del precedente modello. Invece di una finitura argentata e lucida, è di colore bianco e assomiglia chiaramente a Wheatley, il “robot per la limitazione dell'intelligenza” della serie di videogiochi Portal.
I designer di World avrebbero potuto scegliere dozzine di direzioni estetiche diverse e originali per creare l’orb. Invece hanno deciso di attenersi al banale look da oggetto di scena fantascientifico che la gente si aspetterebbe da un pezzo futuristico di tecnologia con seri problemi etici e di privacy.
Potremmo finire dentro un turbinio di considerazioni semiologiche per cercare di capire perché i gen X e i millennial che oggi governano la tecnologia pensano che i riferimenti alla cultura popolare dei videogiochi e dei film sia una scelta intelligente. Prendete ad esempio Elon Musk e i suoi razzi scintillanti e i robot umanoidi telecomandati di Tesla.
Già dobbiamo accettare che vivremo in un futuro plasmato dal potere dei miliardari della tecnologia. Ora, come se non bastasse, corriamo il rischio che anche l’estetica della distopia finisca per aderire al limitato e banale orizzonte culturale di un gruppetto di uomini ultraricchi di mezza età in California.
Courtesy World
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