Immaginare di vivere in un posto magico, o banalmente irraggiungibile, che per vari motivi ci è precluso è forse una delle più comuni fantasie ad occhi aperti. E a chi non è mai capitato di desiderare di vivere in un film Disney?
Probabilmente a nessuno. Anche per questo esistono i parchi a tema, ma perché allora non dare la possibilità di una vita “a tema”, caratterizzata da un’estetica piuttosto riconoscibile, composta da particolari forme e colori? Così è nata Cotino, “Storyliving by Disney community”, come si legge nel grande cartello che annuncia la nascita della località, realizzata da corporation dell’intrattenimento su un miglio quadrato di deserto nei pressi di Palm Spring.
A Cotino ci saranno 2000 case a tema, con un prezzo che partirà da circa 1 milione di dollari, e saranno disposte intorno a un lago turchese di quasi 10 ettari, che manterrà tutto l’anno una tonalità blu-Avatar, grazie alla tecnologia brevettata Crystal Lagoons. Inoltre, ci sarà un club ispirato alla villa degli Incredibili 2, che ospiterà lezioni d’arte a tema e cene ispirate ai film Disney. Cotino promette che tutto sarà infuso dalla speciale magia dell’azienda, con uno staff di addetti e creativi dedicato, che fa pensare a un racconto di George Saunders.
Storyliving by Disney – lanciato nel 2022, con un altro sviluppo di 4 000 case in via di completamento in North Carolina – rappresenta il capitolo più recente nell’espansione oltre lo schermo della più grande azienda di intrattenimento del mondo, che possiede addirittura un’isola alle Bahamas. Disney aveva già attivato dei progetti pilota simili in Florida, con i piani utopici per Epcot (Experimental Prototype Community of Tomorrow) e dalla cittadina di Celebration,.
La divisione esperienze dell’azienda, secondo Oliver Wainwright del Guardian, infatti, starebbe puntando su nuovi progetti a causa del calo negli ultimi anni dei proventi del cinema e dello streaming. L’idea è quella di far leva sulla connessione emotiva disneyana, fornendo a una community così affezionata da fare probabilmente uno degli investimenti più importanti della propria vita servizi a tema “per sempre”.
Se da un lato Disney si è ispirata all’architettura per dar forma ai suoi scenari, dall’altro ora sta trasformando i suoi disegni animati in realtà.
Oltre all’acquisto della casa, infatti, ai residenti vengono chiesti 20 000 dollari per unirsi al club del quartiere e 10 000 all’anno per continuare a godere di un’atmosfera perfettamente a tema. Vero è che in qualsiasi residenza premium le spese condominiali non veleggiano molto più in basso.
Se da un lato Disney si è ispirata all’architettura per dar forma ai suoi scenari – non a caso il logo è appunto il famoso castello – dall’altro ora sta trasformando i suoi disegni animati in realtà. Con una serie di protocolli cromatici, estetici e costruttivi, come il “Go Away Green”, usato per far “scomparire” determinati elementi dal contesto, e il “Blending Blue”, lo stesso ma per le strutture che svettano sul cielo, o l’escamotage di costruire i piani degli edifici progressivamente più bassi per dare quell’effetto da “favola”.
Disney ha sempre saputo che le persone volevano “solo” essere felici, e sicuramente è stato in grado di dar vita a un’universo potentissimo. “Sarà un luogo di speranze e sogni, realtà e fantasia tutte insieme,” disse Walt Disney per lanciare Disneyland, casa di “tutto ciò che il tuo cuore desidera” – e non a caso nell’attrazione “Monsanto House of the Future”, nel 1957 mostrava un arsenale di elettrodomestici davvero avveniristici per l’epoca, che sarebbero stati diffusi nelle case molto più avanti, come lavastoviglie, microonde, telecamere per le videochiamate, spazzolini elettrici e tanti altri oggetti di plastica.
Tutto doveva essere pensato per preservare “l’illusione”. Così Disney fece costruire una complessa rete di corridoi sotterranei per permettere agli attori e alle comparse di spostarsi da un mondo all’altro, e di smaltire i rifiuti tramite aspirazione, ma anche per accogliere magazzini, cucine e altri locali tecnici necessari al parco.
Paul Goldberger, giornalista premio Pulitzer e critico di architettura, dopo una visita negli anni ’70 al parco divertimenti, scrisse sul New York Times che Disney World Florida vantava “un assortimento di innovazioni tecniche” che lo rendendavo probabilmente “il laboratorio di pianificazione urbana più importante degli Stati Uniti”. La realtà sembra sopraffarci, e per resisterle rilanciamo, pretendendo, a ogni costo e con qualsiasi trucco, che tutto vada bene, nascondendo ciò che urta la nostra sensibilità sottoterra. E a quanto pare funziona, ha funzionato per decenni. Form follow function, anche in questo caso, se la funzione è quella vi vivere nell’illusione della felicità.