A distanza di due anni dalla sua fondazione, HPO - collettivo formatosi intorno alla Facoltà di Architettura di Ferrara e attivo nei campi dell'architettura, del design e delle arti performative con un approccio critico e sperimentale - apre il suo nuovo spazio fra i vicoli che un tempo ospitavano il ghetto ebraico della città.
Lo fa attraverso la presentazione di un’installazione che parla delle proteste di Honk Hong. Dopo gli ombrelli, i post-it colorati, le catene umane e le maschere, la scorsa estate gli attivisti di Hong Kong si sono armati di puntatori laser come azione critica contro la polizia e a sostegno della democrazia.
HPO riflette sull'utilizzo non convenzionale dello strumento laser e sul significato simbolico che questo dispositivo ha acquisito durante le proteste dell’ex colonia inglese. Attraverso 20 raggi provenienti da una sorgente luminosa sospesa, il collettivo ferrarese circoscrive e delimita uno spazio a terra, associando al più futuristico dei materiali il più primitivo dei rifugi.
All'interno di questo spazio immateriale in cui il visitatore viene invitato a prendere posto, uno schermo illustra il percorso che ha portato gli studenti di Hong Kong a reagire ai propri limiti attrverso risposte creative.