Il titolo di questo numero di Domus è “Il gioco è finito” e nel suo editoriale Winy Maas si chiede come l’uomo e il design debbano evolversi per fronteggiare i cambiamenti del pianeta, a partire da quello climatico, protagonista della storia di copertina. Per sciare bisogna andare sempre più a nord, sempre più in alto. Sport invernali e surriscaldamento: come cambiano territori ed economie?
Intanto, la fauna si evolve per adattarsi al contesto urbano, dove vive oltre metà della popolazione umana globale, ma anche il 20% di quella degli uccelli. Menno Schilthuizen racconta una città composta da un mosaico di minuscoli ecosistemi e sempre di più habitat a se stante, dove una natura nuova si sta evolvendo con grande rapidità.
Domus 1035 è in edicola: “Il gioco è finito”
Le conseguenze del cambiamento climatico. Londra e Parigi. Come la natura si adatta alla città. Il Salone del Mobile. Sfoglia la gallery e scopri i contenuti del numero di maggio.
Testo Frida Rosenberg, foto Marco Zorzanello dalla serie Snow-Land, 2015-2016
Testo Menno Schilthuizen, illustrazioni Giovanni Bellotti, Erik Revellé
Testo Walter Mariotti, foto Tommy Köhlbrugge
Foto Pierre L’Excellent
Testo Rory Stott, foto courtesy DoepelStrijkers
Foto Chris Stowers © OMA
Testi Eduardo Prieto, foto Pedro Albornoz
Testo Winy Maas, foto Kike Para/ Ediciones El País S.L 2018
Testo Ariadna Cantis, foto Elisa Celda
Testo Peter Smisek, foto Tom Bird
Testo Rory Stott, foto Davide Calafà
Testo, ricerca, elaborazioni grafiche Stefano Andreani. Foto Dan Istitene, courtesy Getty Images
Testo Winy Maas, Rory Stott
A cura di Giulia Guzzini
A cura di Raffaele Vertaldi, foto Daniel Szalai
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- 03 maggio 2019
Architettura. Due capitali d’Europa che hanno saputo fronteggiare le nuove sfide anche grazie al grande lavoro delle loro sindache sono protagoniste di questo numero: Madrid e Parigi. Di quest’ultima analizziamo alcuni progetti di alloggi accessibili e più in generale come le forme tradizionali dell’abitare lascino spazio a modelli sperimentali e tipologie più flessibili e sostenibili, con meno consumi e più riuso, riciclo e recupero.
“Per favore, sogniamo” è il titolo dell’intervista di Winy Maas con Manuela Carmena, sindaca di Madrid, una città della tolleranza sempre più visitata, una metropoli rinata nella quale viene data grande importanza ai bambini, al verde, alle nuove tecnologie. La critica Ariadna Cantis spiega come, 13 anni dopo la creazione della piattaforma Freshmadrid e dopo la crisi, sia ora di tornare a mappare le pratiche emergenti della capitale spagnola.
Eline Strijkers e Duzan Doepel raccontano la loro idea di una città del futuro in cui domineranno i valori di una società circolare e inclusiva.
Con i progetti per la loro città, alcuni architetti ne hanno definito in modo radicale l’immagine. Analizziamo 4 esempi: Antonio Palacios a Madrid, Hugh Maaskant a Rotterdam, Gio Ponti a Milano e Herzog & de Meuron a Basilea.
Design. Il CEO della Dutch Design Week di Eindhoven racconta come il design possa modificare, in meglio, il mondo. Dalla Design Week di Milano, invece, abbiamo selezionato cinque progetti come esempio di cosa significhi pensare agli aspetti urbani del design di prodotto: “Tutto è urbanistica”, anche in progetti su scala più piccola dell’architettura.
La città è una tribuna: come il Gran Premio trasforma ogni anno Monte Carlo in un circuito cittadino e i terrazzi delle case in tribune privilegiate sulla più importante gara automobilistica del mondo.
Sport invernali e cambiamento climatico: come cambiano territori ed economie.
La città, con il suo mosaico di minuscoli ecosistemi, è sempre più un habitat a sé stante, dove una natura nuova si sta evolvendo in modo estremamente rapido.
Il CEO della Dutch Design Foundation e direttore della Dutch Design Week di Eindhoven parla del ruolo sociale del design, strumento concettuale per modificare, in meglio, il mondo. In questa foto Thank You for the Sun di VANTOT (Esther Jongsma and Sam van Gurp), Sander Wassink e Job van den Berg, nella Grote Markt di Eindhoven, 2018.
Edilizia residenziale sovvenzionata a Parigi. In questa foto Maison Edouard François, M6B2 torre della biodiversità, 2016.
Abitare a Parigi. Le forme tradizionali dell’abitare lasciano il posto a modelli sperimentali e a tipologie più aperte e flessibili. In questa immagine mappa delle abitazioni a Parigi. In viola, gli edifici residenziali, che costituiscono almeno il 10% della superficie costruita, al marzo 2018; in giallo, gli alloggi sociali
di tipo SRU (legge Solidarité et renouvellement urbain) nel gennaio 2017.
Intervista a Eline Strijkers e Duzan Doepel.
A Taipei OMA sperimenta una nuova tipologia di centro per le arti performative.
Con i progetti per la loro città, alcuni architetti – Antonio Palacios / Madrid, Hugh Maaskant / Rotterdam, Gio Ponti / Milano, Herzog & de Meuron / Basilea – ne hanno definito in modo radicale l’immagine, riformando pratiche urbane consolidate e portando innovazione. In questa foto Antonio Palacios / Madrid
Intervista alla sindaca di Madrid Manuela Carmena che sogna una città unica: accogliente e innovativa nell’urbanistica.
Tredici anni dopo la creazione della piattaforma Freshmadrid e dopo la crisi, è ora di tornare a mappare le pratiche emergenti di Madrid. In questa foto Gabriel Ruiz-Larrea, Alternatural tunnel a Llanes, Asturie, Spagna, 2019.
FabrixCapital. Da edifici abbandonati a catalizzatori di energie urbane: un patrimonio edilizio riportato a nuova vita dalla strategia innovativa di una giovanesocietà immobiliare.
Un report dalla Milano Design Week 2019. In questa foto collezione disegnata da Matteo Cibic per Jaipur Rugs ispirata ai dettagli delle architetture di Jaipur.
Il Gran Premio trasforma ogni anno Monte Carlo in un circuito cittadino e i terrazzi delle case in tribune privilegiate sulla più importante gara automobilistica del mondo.
Il MIPIM è un portale per una costellazione di visioni del futuro – sia positive sia negative.
La OE Quasi Light, disegnata dall’artista dano-islandese Olafur Eliasson e prodotta dall'azienda d'illuminazione danese Louis Poulsen, è stata presentata il mesescorso in occasione dell’ultima edizione di Euroluce.
Daniel Szalai, installazione fotografica. Una selezione dal totale dei 168 ritratti individuali della serie Novogen, 2018.