Populous, studio di architettura internazionale specializzato nella concezione di soluzioni nel campo delle infrastrutture sportive, ha progettato l’ampliamento dello stadio La Meinau a Strasburgo, in Francia, sperimentando per la prima volta l’integrazione in facciata di un elemento inaspettato: sezioni di vecchie fusoliere d’aereo. L’idea della fusoliera, nata durante la pandemia quando i voli erano fermi e molti aerei sono stati congiunturalmente dismessi, affonda le sue radici nella ricerca dello studio intorno al tema dell’involucro architettonico e nella volontà di sperimentare l’applicazione di principi di economia circolare ai complessi sportivi. Il passaggio dalla teoria alla pratica, però, non si è dimostrato scontato.
Populous amplia lo stadio di Strasburgo usando pezzi di aerei Airbus
Una parete da quattromila metri quadrati di fusoliere dismesse garantirà alla tribuna sud uno schermo dal sole: testimoniando così alla comunità dei tifosi le opportunità dell’economia circolare e di un’architettura basata sulla rigenerazione.
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- Giulia Zappa
- 05 novembre 2024
Da una parte, è stato necessario trovare l’expertise in grado di tagliare le fusoliere. Poi, mettere a punto una struttura di supporto, costituita da tubi d’acciaio, che rendesse possibile l’assemblaggio di pezzi non esattamente seriali, con tutte le difficoltà di adattamento del caso. Quindi, si è imposta la questione del linguaggio, come sottolinea l’architetto a capo del progetto, il direttore senior di Populous Francia François Clement, che rivendica di aver applicato questa soluzione solo una volta certo di poter garantire “una proposta estetica elegante per le persone che vivono intorno allo stadio”.
Saper fare una parete di fusoliere è dunque un conto; un altro è assicurare che, oltre ad essere funzionale, questa trovata sia esteticamente significativa. In totale, le sezioni di fusoliera di vecchi Airbus A340 daranno vita a una superficie di oltre quattromila metri quadrati che verrà utilizzata come brise soleil, come ombreggiatura per i cinque piani della tribuna sud.
Attualmente in fase di cantiere, eppure a tutt’oggi utilizzato una domenica su due durante il campionato, lo stadio sarà completato nel 2026 e porterà all’ampliamento della capacità da 26.000 a 32.000 posti. Il rinnovamento dell’infrastruttura rappresenta un’opportunità di rilancio importante per la squadra locale, il Racing Club, che spera di supportare così la propria crescita.
I lavori non si limitano però all’estensione delle tribune, ma guardano anche all’espansione dei servizi esistenti, una precondizione per fidelizzare il pubblico e possibilmente allargarlo. Per questo, Populous ha concepito spazi dedicati ad esperienze diversificate: all’interno dell’atrio vetrato della tribuna sud, dunque quello ombreggiato dalle fusoliere, saranno inseriti nuovi bar, locali dedicati alla stampa, alcune lounge per l’ospitalità e due party decks affacciati sul campo.
La scelta politica di non abbattere la struttura esistente, costruita negli anni ’80, permette di contenere il debito energetico e carbone dell’intervento.
La forza dei club di calcio di domani, spiega ancora Clement, dipenderà anche dalla capacità di avvicinare nuovi bacini di utenza, inclusi coloro che non sono necessariamente appassionati di calcio: l’architettura, a modo suo, è chiamata ad offrire una risposta a questa esigenza, anche concependo spazi che utilizzano la partita come uno sfondo per la socializzazione, il divertimento e, perché no, il virtuale – l’instagrammizzazione, intesa come rappresentazione del sé sui social media all’interno di uno spazio dato, in questo caso lo stadio, o la spettacolarizzazione della partita attraverso l’introduzione di maxi schermi, sembrano oramai definitivamente far parte della cassetta degli attrezzi del progetto dello sport.
Fuori dello stadio, la creazione di una fan zone adiacente – una prima tra gli stadi francesi - permetterà ai tifosi di usufruire di un bar lungo 48 metri, anche qui un nuovo primato nei servizi di accoglienza della Francia. Questa possibilità di intrattenimento riuscirà ad allungare il tempo di permanenza dei tifosi oltre i novanta minuti della partita? C’è di che poterci scommettere.
La fan zone non rimarrà però vincolata all’utilizzo durante il campionato. Tra le sfide dello stadio di domani, racconta sempre François Clement, c’è infatti quella di estendere il ciclo di utilizzo della struttura, aprendola anche a nuove destinazioni d’uso, ivi comprese quelle che prevedono il coinvolgimento dell’immediata comunità dei residenti. Immersa nel verde, la fan zone e il perimetro dello stadio potranno infatti essere raggiunti a piedi in qualsiasi momento grazie all’eliminazione delle classiche cancellate di cinta.
Per le amministrazioni locali, la virtuosità del progetto è vissuta come un fiore all’occhiello. La scelta politica di non abbattere la struttura esistente, costruita negli anni ’80, permette infatti di contenere il debito energetico e carbone dell’intervento. Le aziende coinvolte per il cantiere sono tutte originarie del bacino alsaziano, così da favorire l’economia locale, mentre programmi mirati di reinserzione lavorativa si sono tradotti in nuove opportunità di occupazione. A livello più generale, il nuovo stadio La Meinau resta una visione condivisa tra l’amministrazione, la tifoseria e la cittadinanza: un esempio tangibile della possibilità di fare architettura, anche nel campo dello sport, a partire dalla rigenerazione.