Ma Starlink esattamente cos’è? E come funziona?

Elon Musk ha creato un servizio satellitare a orbita bassa che consente di fornire connettività Internet in quasi ogni luogo del pianeta. Promette buone prestazioni e servizi per impiego militare.

Starlink. SpaceX. Elon Musk. Sono queste le coordinate di una delle più eclatanti rivoluzioni spaziali in atto. Perché Starlink non è solo la rete satellitare sviluppata dalla compagnia privata SpaceX, ideata da Elon Musk, ma anche un servizio di connettività Internet che assicura copertura nelle località più remote del pianeta ( e non solo), a fronte di una spesa piuttosto bassa. Mettendo tutto insieme si svela qualcosa di realmente diverso rispetto al passato: da una parte la tecnologia impiegata davvero efficiente e dall’altra la velocità di implementazione dei sistemi e della rete. 

Il nome Starlink è ispirato al romanzo di John Green, The Fault in Our Stars, riflettendo un legame profondo con l'idea di esplorazione e possibilità, in un contesto che va oltre il semplice accesso a Internet.
La copertura del sistema Starlink. Courtesy Starlink

Tanto più che a distanza di cinque anni dall’attivazione, secondo la specialista in business intelligence Quilty Space, Starlink chiuderà il 2024 con 6,6 miliardi di dollari di ricavi. "Ciò che Starlink ha realizzato negli ultimi tre anni è a dir poco strabiliante", ha assicurato Quilty ad ArsTechnica a maggio. "Se si vuole mettere tutto questo in contesto, SES e Intelsat hanno annunciato nelle ultime settimane, ovvero i due maggiori operatori geo-satellitari, che si uniranno. Avranno ricavi complessivi di circa 4,1 miliardi".

Starlink e i suoi utilizzi sono stati ampiamente coperti negli ultimi tempi dai maggiori media, come facilitatore nella connessione in punti del pianeta in cui internet non era prima accessibile. Basti come esempio un articolo del New York Times di prima dell’estate, nel quale si racconta come l’introduzione della connessione satellitare avrebbe di fatto “distrutto” il lifestyle di una comunità nella regione amazzonica.

Il kit standard del sistema Starlink. Courtesy Starlink

La storia di Starlink

Starlink deve il suo nome al romanzo The Fault in Our Stars dell’autore americano John Green, per stessa ammissione di Elon Musk. Il titolo a sua volta si rifà all’opera teatrale di Shakespeare “Giulio Cesare”, in cui il nobile Cassio dice a Bruto: "La colpa, caro Bruto, non è delle stelle, ma di noi stessi, che siamo subordinati". Quasi un gioco di significati che richiamano probabilmente allo stoicismo, la capacità di non porsi limiti, guardare oltre. Ad ogni modo il cuore di Starlink è nella sua costellazione di satelliti geostazionari a orbita bassa (LEO) – posizionati a circa 550 km dalla Terra, contro i consueti 35mila dei modelli tradizionali. 

Questa altitudine consente di abbattere la latenza (25-60 ms) e quindi rendere le comunicazioni più veloci, agevolando i servizi di streaming, gaming online, videochiamata, etc. Da ricordare però che la costellazione si affida alle bande di frequenza Ku e Ka per comunicazioni satellitari e dialoga con ricetrasmettitori terrestri. In pratica i satelliti operano come dei ponti di comunicazione tra le stazioni terrestri connesse alle reti in fibra ottica e le antenne satellitari montate sugli edifici degli utenti oppure quelle portatili.
 


I primi due satelliti di test sono stati lanciati a febbraio 2018; nell’autunno 2020 è iniziata la fase sperimentale dei servizi di connettività, mentre nel 2021 è stata avviata la fase commerciale definitiva. Oggi si stimano circa 4 milioni di abbonati nel mondo, a fronte di oltre 5mila satelliti operativi e una velocità mediana di download negli Stati Uniti di 80 Mbps. I servizi sono attivi in Nord America, in Europa, Australia e Giappone; in tutto il sud America, ad esclusione di Venezuela e Bolivia. In Medio Oriente l’unico paese dove è attivo è il Qatar e lo Yemen. In Africa al momento si calcolano una decina di paesi fra cui Nigeria, Kenya e Zambia. 

Starlink: residenziale, roaming mobile e marittimo.

Il servizio di connettività consumer è stato lanciato ufficialmente in Nord America nei primi mesi del 2021 per coprire soprattutto le aree rurali lontane dalle città, mentre nel 2022 è arrivata l’offerta business ad alte prestazioni. In questi tre anni è aumentata la copertura globale, il tipo di servizi e le rispettive prestazioni. Il core business di Starlink è nel servizio di connettività satellitare che prevede il pagamento una tantum di un kit e l’abbonamento mensile. Il kit comprende l’unità di controllo Starlink, l’antenna a pannello (594 x 383 x 39,7 mm), un cavalletto, la cavetteria e il modem router Wi-Fi. 

Courtesy Starlink

A seconda del tipo di abbonamento cambiano leggermente i componenti: alcune antenne sono configurate per un impiego portatile. Ad ogni modo il kit consumer costa 349 dollari (o 349 euro), mentre quello business può arrivare a 2500 dollari. Ci sono piani residenziali, servizi di roaming e servizi per imbarcazioni. 

Starlink non è solo una rete satellitare innovativa sviluppata dalla compagnia privata SpaceX, ma rappresenta anche una soluzione strategica per garantire connettività Internet nelle località più remote e isolate del mondo.

Tra la fine del 2024 e il 2025 sarà disponibile il nuovo servizio Direct to Cell che consentirà ai tradizionali smartphone di scambiare messaggi tramite la costellazione satellitare Starlink. E in seconda battuta di scambiare messaggi vocali, dati e servizi Internet of Things. La sperimentazione per ora è avvenuta tramite la rete T-Mobile.

Recentemente l’azienda ha lanciato una nuova antenna, che entra comodamente in uno zainetto, la Starlink Mini, dal costo circa di 600 euro, che rende ancora più “portatile” il servizio di connessione satellitare. 

Installazione del sistema Starlink. Courtesy Starlink

Starlink, dal militare alla critica scientifica

L’impiego di Starlink in scenari diversi da quelli convenzionali è emerso durante il conflitto russo-ucraino. Il Governo di Kiev per far fronte a problemi di comunicazione ha infatti siglato un accordo con l’azienda inizialmente per servizi standard e poi in un secondo momento per attività militari. Nello specifico per le comunicazioni dei sistemi di artiglieria hanno iniziato a usare Starlink. In questo modo gli osservatori sul campo possono condividere dati velocemente alle stazioni di tiro più idonee, per altro senza rischiare l’abbagliamento da jammer radio. 

In questi mesi le connessioni Starlink sono state citate spesso nelle cronache dai teatri di guerra, come per esempio dal Sudan in piena guerra civile, dove vengono utilizzate da organizzazioni di soccorso e civili, ma anche dalle truppe in guerra, e quindi “spegnere” Starlink o distruggere le antenne diventa una tattica militare.

I satelliti Starlink. Courtesy Starlink

Nel 2024 sono stati lanciati i primi satelliti (realizzati in collaborazione con Northorp Grumman) del programma Starshield, che sfrutta nuovamente l’orbita bassa per servizi militari dedicati agli Stati Uniti e i paesi alleati. Vige la massima segretezza al riguardo, ma oltre ai classici servizi di Starlink dovrebbero essere assicurati il tracciamento dei bersagli, la ricognizione ottica e radio e l'allerta missilistica. L’unico atto ufficiale riguarda un contratto classificato da 1,8 miliardi di dollari con il governo degli Stati Uniti.

Oggi, si stima che Starlink abbia circa 4 milioni di abbonati in tutto il mondo, supportati da una costellazione di oltre 5.000 satelliti operativi, a testimonianza dell'enorme richiesta di connettività in ogni angolo del pianeta.

L' Unione Astronomica Internazionale (IAU), il National Radio Astronomy Observatory (NRAO) e la Square Kilometre Array Organization (SKAO) invece nel 2019 hanno espresso preoccupazione per il rischio inquinamento luminoso. In pratica con la prospettiva di ampliare la costellazione Starlink a decine di migliaia di satelliti si rischierebbe una diffusa “radiazione elettromagnetica involontaria” capace di generare distorsioni e rumori nell’attività dei telescopi. Starlink ha risposto sviluppando una nuova linea di satelliti chiamati V2 Mini che dovrebbero mitigare l’abbagliamento a terra e migliorare anche le prestazioni grazie all’impiego del backhaul in banda E.

Utilizzo di Starlink in viaggio. Courtesy Starlink

E infine c’è il tema dell’aumento dei rischi collisione e diffusione di detriti spaziali relativi alle fasi di deorbitazione satellitare. La National Telecommunications and Information Administration (NTIA) per conto della NASA e della National Science Foundation nel 2022 ha depositato una lettera formale alla FCC per tutte le potenziali criticità relative all'impatto sulle missioni scientifiche, sui lanci dei razzi, sulla Stazione Spaziale Internazionale e interferenze sulle frequenze radio.

Tutte le immagini courtesy Starlink