Un simbolo che ha conquistato generazioni in serie. Quella della Nintendo è stata la prima console portatile al mondo, prodotta in milioni di unità. Oggi è diventata un oggetto di culto, ricercata online tra eBay e collezionisti di settore. La creatura ideata da Gunpei Yokoi e Satoru Okada è un evergreen e mantiene il suo appeal anche nell’epoca dello smartphone, che per certi versi ne è stato l’erede come oggetto portatile al centro della quotidianità di tutti (o almeno dei 118,69 milioni di seguaci che acquistarono la console per giocare in ogni momento e in ogni posto).
Trent’anni di Game Boy, la prima console portatile
Lanciato negli anni Novanta, di cui è diventato un simbolo, ha ispirato tanti altri dispositivi, e in qualche modo anche gli smartphone.
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- Alessio Caprodossi
- 21 aprile 2019
Aver tracciato la strada è il grande merito del Game Boy, che segnò l’avvio di una seconda e fruttuosa fase all’interno dell’azienda di Kyoto. L’ispirazione non arrivò dai precedenti apparecchi portatili firmati da Mattel né dalla Microvision, prima console con cartucce intercambiabili prodotta dalla Milton Bradley Company nel 1979, poiché decisiva si rivelò l’intuizione di Yokoi che, nell’osservare un uomo che si stava divertendo utilizzando una piccola calcolatrice con display LCD, comprese unire quel corpo a giochi divertenti gli avrebbe assicurato il successo. Così nacque Game & Watch, serie di giochi elettronici portatili realizzati dal 1980 con una struttura dalle dimensioni compatte che integrava uno o due schermi LCD, insieme alla croce direzionale e ai tasti per giocare. Una trovata vincente, capace di vendere più di 40 milioni di unità stritolando la concorrenza e fornendo gli elementi base per lo sviluppo del piccolo, durevole, leggero ed economico Game Boy.
All’alba dei trenta anni - l’esordio sul mercato giapponese è datato 21 aprile 1989, per poi replicare a stretto giro nel Nord America, in Europa e nel resto del mondo - il Game Boy cavalca l'onda del crescente successo del retrogaming, tra una partita a Tetris e una a Super Mario Land. Queste ultime, insieme a Tennis, Alleyway e Baseball sono state le prime storiche cartucce grigie intercambiabili (Game Pak), caratterizzate dalla porta hardware integrata nella fessura che consentiva il collegamento con la console. Nonostante Nintendo ne abbia terminato la commercializzazione nel 2003, il Game Boy ha continuato a essere un oggetto del desiderio, tanto che, circoscrivendo il campo solo all’Italia, Subito.it ha registrato un picco di ricerche proprio in previsione del suo trentesimo anniversario: nella prima metà di aprile gli oltre 1.300 annunci sul portale dedicati alle diverse versioni della console portatile hanno avuto un incremento di clic pari al 72%.
Sulla sua pagina Instagram Mark Ruffalo ha pubblicato una foto scattata durante una pausa delle riprese del film Avengers: Endgame, nella quale si immortalano Scarlett Johansson e Chris Evans mentre giocano un “doppio” con due Game Boy di prima generazione collegati da un cavo. La possibilità di sfidare gli amici grazie al multiplayer fu, infatti, uno dei motivi del successo della console targata Nintendo che, seppur inferiore per specifiche tecniche ai concorrenti dell’epoca (Game Gear di Sega e Atari Lynk che, ad esempio, contavano su uno schermo a colori, che sul Game Boy arrivò solo nel 1998), trainò per oltre un decennio il mercato delle console portatili. Il motivo del successo era nella portabilità del dispositivo, ma anche – come si direbbe oggi – nelle “app”: tra i casi più memorabili, il gioco dei mattoni sopracitato, la dinastia degli idraulici più popolari del mondo e la saga dei Pokemon.
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