Che valore ha l’heritage in una pratica volta per definizione ad innovare? È ciò che il design sembra essersi chiesto nel 2024, così come la musica, la cucina e tutte le discipline che hanno insistentemente citato il passato, lasciandoci osservare come l’adorazione per un immaginario collettivo consolidato possa talvolta minacciare lo spazio destinato al nuovo.
Quel progetto che in futuro potrebbe diventare un classico è diventato impossibile per i nostri giorni?
Il contributo contemporaneo a quella stratificazione di epoche, pensieri e movimenti che costruisce il concetto di tradizione (parafrasando Gae Aulenti) ha previsto un necessario throwback per soffermarsi sul futuro che avevano immaginato gli oggetti di qualche decennio fa.
Oltre alle mostre che li hanno celebrati, il genio degli arredi del passato è stato riportato alla luce e celebrato ovunque tra manifesti pubblicitari, libri, vetrine, passerelle.
Centrale in questa dinamica anche il contributo delle case di moda, che hanno ricolorato, rivestito o messo le orecchie agli arredi più amati.
Che si trattasse di rafforzare la propria brand identity prendendo in prestito qualcosa dal passato o di una celebrazione più “gratuita” e genuina, il 2024 è stato un anno all’insegna della riedizione dei prodotti di design.
Ecco tutte le volte che ne abbiamo parlato su Domus.
Le icone del Bauhaus ricolorate da Knoll
Knoll rivisita quattro famose collezioni in acciaio tubolare di Marcel Breuer e Ludwig Mies van der Rohe: la Wassily Chair, le Cesca Chairs e Stools, i Laccio Tables, le MR Chairs e il MR Table. Originariamente progettati tra il 1925 e il 1928 – quando Breuer e Mies erano attivi al Bauhaus, all’epoca diretto da Walter Gropius – questi mobili vengono riproposti con una palette di colori ultra-opachi: bianco, onice e un rosso scuro d’archivio scoperto dal team di design di Knoll. Continua a leggere
La lampada Modello 600 di Sarfatti rieditata da Bottega Veneta
Bottega Veneta ha collaborato con Flos, glorioso brand di prodotti per l'illuminazione, alla reinterpretazione dell’iconica lampada da tavolo Modello 600 di Gino Sarfatti, designer veneziano di fama internazionale il cui approccio sperimentale e pionieristico all’uso di materiali e nuove tecnologie rivoluzionò il settore del design dell’illuminazione in Italia. Continua a leggere
I componibili Kartell di Anna Castelli Ferrieri rieditati con Mattel
Il tema del gioco ha affascinato e ispirato i designer più apprezzati di sempre, “progettare è un gioco, giocare un progetto”, diceva Bruno Munari. Sulla scia delle collaborazioni tra brand, che oramai sono una circostanza “normale” nel mercato, Mattel e Kartell si uniscono per la seconda volta (la prima avevano creato 5 mini sedie Kartell in rosa Barbie) dando vita a Componibile Uno, una sintesi innovativa di due prodotti iconici delle rispettive aziende: i mobili componibili di Anna Castelli Ferrieri e il celebre gioco di carte Uno. Continua a leggere
Gli arredi di Tamar de Shalit e Arthur Goldreich, rilanciati da Tamart, l'azienda di loro figlio
L’architetto londinese Amos Goldreich ha ereditato 10mila tra progetti, disegni, diapositive, fotografie, prototipi e libri. È l’archivio di lavoro dei suoi genitori, Tamar de Shalit (1932-2009) e Arthur Goldreich (1929-2011), progettisti interdisciplinari che diedero vita, nella seconda metà del Novecento, a un sodalizio creativo che merita di essere riscoperto. Un patrimonio che Amos ha deciso di raccontare con Tamart, il brand con cui oggi riporta in vita i progetti immaginati dai genitori. Continua a leggere
La poltrona Sacco di Gatti, Paolini e Teodoro per Zanotta trasformata in animali da Bottega Veneta
Esiste un intreccio irrisolvibile tra la moda e il progetto dello spazio. E Bottega Veneta gli intrecci ce li ha nel dna. In occasione dello show primavera estate 2025 il brand di Kering ha collaborato con Zanotta a una rivisitazione dell’iconica poltrona Sacco. Nello spazio allestito alla Fabbrica Orobia, subito davanti alla passerella, una folla di musi animali attende gli ospiti della sfilata, sono delle creazioni inedite, disegnate per l’occasione. Quindici “specie”, dal cane al dinosauro, dalla volpe alla balena, tutti realizzati - ovviamente - in pelle, il materiale per eccellenza di Bottega Veneta. Continua a leggere
Gli apribottiglie di Alessandro Mendini rieditati da Arthur Arbesser
Anna G. - Parade
Design Alessandro Mendini, 1994. Decoro Arthur Arbesser, 2024. Cavatappi in AlkiPaper® e zama cromata.
Anna G. - Parade
Design Alessandro Mendini, 1994. Decoro Arthur Arbesser, 2024. Cavatappi in AlkiPaper® e zama cromata.
Alessandro M. - Parade
Design Alessandro Mendini, 2003. Decoro Arthur Arbesser, 2024. Cavatappi in AlkiPaper® e zama cromata.
Alessandro M. - Parade
Design Alessandro Mendini, 2003. Decoro Arthur Arbesser, 2024. Cavatappi in AlkiPaper® e zama cromata.
Alessandro M. - Parade
Design Alessandro Mendini, 2003. Decoro Arthur Arbesser, 2024. Cavatappi in AlkiPaper® e zama cromata.
Anna G. - Parade
Design Alessandro Mendini, 1994. Decoro Arthur Arbesser, 2024. Cavatappi in AlkiPaper® e zama cromata.
Anna G. - Parade
Design Alessandro Mendini, 1994. Decoro Arthur Arbesser, 2024. Cavatappi in AlkiPaper® e zama cromata.
Anna G. - Parade
Design Alessandro Mendini, 1994. Decoro Arthur Arbesser, 2024. Cavatappi in AlkiPaper® e zama cromata.
Alessandro M. - Parade
Design Alessandro Mendini, 2003. Decoro Arthur Arbesser, 2024. Cavatappi in AlkiPaper® e zama cromata.
Alessandro M. - Parade
Design Alessandro Mendini, 2003. Decoro Arthur Arbesser, 2024. Cavatappi in AlkiPaper® e zama cromata.
Alessandro M. - Parade
Design Alessandro Mendini, 2003. Decoro Arthur Arbesser, 2024. Cavatappi in AlkiPaper® e zama cromata.
Anna G. - Parade
Design Alessandro Mendini, 1994. Decoro Arthur Arbesser, 2024. Cavatappi in AlkiPaper® e zama cromata.
Arthur Arbesser, fashion designer di origine viennese e formazione londinese, da oltre 12 anni di base a Milano, ha rivisitato in una chiave personale e contemporanea gli abiti dei famosi cavatappi Anna G. e Alessandro M., realizzati da Alessi in zama cromata e resina termoplastica su disegno di Alessandro Mendini, storico art director del brand oltre che ex direttore di Domus. Continua a leggere
La serie Daystak e gli arredi progettati per la Royal Festival Hall di Robyn Day rieditati da &tradition
Una serie di riedizioni restituiscono attualità all’opera di Robin Day, sicuramente una delle figure di maggiore spicco sulla scena inglese del dopoguerra. Durante i 3days of design di Copenhagen, il produttore danese &tradition ha presentato la riedizione di 2 collezioni storiche di Robin Day: la serie Daystak, composta da una sedia e un tavolo impilabili, e le celebri realizzazioni per gli spazi esterni e la dining room del Royal Festival Hall, che includono una Armchair e una Lounge Chair dal profilo elegante, con i braccioli in legno sospesi come ali tese nel volo. Continua a leggere
Il calendario perpetuo di Enzo Mari rieditato da Gucci
Timor, il calendario perpetuo che Enzo Mari disegnò nel 1967 per Danese è stato ripensato da Gucci, con l’ormai inconfondibile Rosso Ancora, il colore diventato sinonimo della griffe da quando Sabato de Sarno ne ha assunto la direzione creativa. Questa particolare versione del Timor ha dominato i pannelli pubblicitari di Milano nei giorni della Fashion Week, settembre 2024, ed è stata anche allegata all'invito per assistere dal vivo alla sfilata. Continua a leggere
Gli arredi modulari USM Haller hackerati da 10 designer inglesi
Adaptions è la mostra per la quale Aram, storico showroom londinese di arredamento e galleria di design, ha chiesto a dieci progettisti inglesi di reinterpretare il sistema di mobili USM Haller prodotto dall’azienda svizzera USM Modular Furniture. Continua a leggere
La Ax Chair di Peter Hvidt e Orla Mølgaard-Nielsen rieditata da &Tradition
La Domus di Gio Ponti ha sempre avuto parole di ammirazione per il design dei Paesi nordici. Alla Triennale del 1951, quando la Danimarca partecipa con il calibrato allestimento di Erik Herløw, la “sottile selezione” è definita “di livello elevato e meditato”. Di particolare interesse è la poltroncina di legno lamellare e cuoio eseguita da Fritz Hansen, su disegno di Peter Hvidt (1916-1986) e Orla Mølgaard-Nielsen (1907- 1993). Si tratta di “un modello danese di larga esportazione all’estero, si osservi, nel particolare, lo speciale trattamento del compensato, simile a quello delle racchette da tennis”, recita la didascalia sotto al dettaglio delle gambe. Continua a leggere