Lisbona. Una mostra racconta i dietro le quinte dell’architettura

Facendo sua la peculiare identità industriale del Garagem Sul – un ex garage situato nel Centro Cultural de Belém, a Lisbona (Portogallo) – “Building Stories” svela le storie nascoste delle architetture prima che vengano completate. Curata da Amélia Brandão Costa e Rodrigo da Costa Lima, l’esposizione presenta una serie di installazioni progettate da tre studi di architettura: Maio Studio, architecten de vylder vinck taillieu e Ricardo Bak Gordon.

Mettendo in luce la bellezza non scontata di un’architettura in fieri, la mostra illustra il dietro le quinte di un edificio in costruzione, concentrandosi su frammenti architettonici e sensazioni familiari – come l'odore del cemento fresco o il rumore dei macchinari pesanti. “Building Stories” si presenta così come una collezione di spazi astratti o micro ambienti che dialogano tra loro e raffigurano i progetti – realizzati o solo immaginati – degli architetti esposti.

A cavallo tra mood board e rendering in scala 1:1, uno dei progetti sviluppati da Maio Studio, con base a Barcellona, si presenta sotto forma di collage di elementi architettonici: la realtà qui viene messa in discussione fondendo una composizione inventata con una struttura esistente. Gli architetti belgi di architecten de vylder vinck taillieu, dal canto loro, si concentrano sull’essenza dell’architettura: pensata come una serie di readymade scultorei e assemblaggi realizzati con materiali preconfezionati che si possono trovare in un cantiere, la loro installazione esamina i dettagli che compongono un progetto architettonico. Infine, la Blue House sviluppata da Ricardo Bak Gordon – architetto portoghese con sede a Lisbona – si pone come “una vera espressione fisica di qualcosa che non è ancora stato costruito o mal riposto”, spiegano i curatori. Presentata sotto forma di modello in scala reale di una casa attualmente in costruzione a Grandola (Portogallo), l’opera accoglie una selezione di disegni, schizzi e modelli in scala ridotta.

Pensata come un insieme coinvolgente, la mostra presenta anche un'installazione sonora dell'artista portoghese Tomas da Cunha Ferreira che aggiunge un elemento in più alla stratificazione complessa di sensazioni che si possono provare vivendo uno spazio architettonico.