A Parigi presso il Palais d’Iéna, sede del CESE (Conseil économique, social et environnemental), la mostra “Auguste Perret, Huit Chefs d’oeuvre !/? – Architectures du béton armé” (“Auguste Perret, otto capolavori!/? – Architetture di cemento armato”) indaga uno dei percorsi più affascinanti nel campo dell’architettura del Novecento.
Auguste Perret
Nel parigino Palais d’Iéna, la mostra curata da Joseph Abram con l’allestimento di OMA AMO ha l’ambizione di condividere con un vasto pubblico la singolarità del percorso creativo di Auguste Perret.
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- 27 novembre 2013
- Parigi
Joseph Abram, in qualità di curatore scientifico, garantisce con il suo team de l’École d’Architecture di Nancy la coerenza teorica e storica del progetto. Lo studio d’architettura OMA AMO, sotto la direzione di Rem Koolhaas, curatore artistico, è responsabile del progetto allestitivo, dei contributi artistici e dell’ideazione del programma culturale.
Figlio di uno scalpellino della Comune di Parigi, Auguste Perret (1874-1954) ha avuto un ruolo chiave nella definizione di un’estetica propria al cemento armato. Ha sviluppato nel corso della sua carriera una rigorosa pratica architettonica fondata su nuovi dispositivi che uniscono il pensiero, il disegno e il costruire in una potente creatività in grado di tradursi in un numero considerevole di capolavori. Il suo talento è stato riconosciuto nel 2005 attraverso l’iscrizione di una parte della sua opera nella Lista del Patrimonio Mondiale.
Differenziandosi dalle precedenti rassegne dedicate a Auguste Perret, questa mostra si pone un obiettivo ambizioso: condividere con un vasto pubblico la singolarità di un percorso creativo tra i più importanti in campo architettonico. È naturale che questa mostra sia ospitata al Palais d’Iéna, uno degli edifici più significati concepiti dall’architetto. Nel corso della sua carriera, Perret ha inventato un nuovo canone classico, comparabile alle tradizioni antiche, ma derivato dalle tecniche moderne di costruzione: il canone del cemento armato, di cui il Palais d’Iéna costituisce una delle realizzazioni più riuscite.
La scelta di accogliere questa mostra al Palais d’Iéna è parte di una strategia di apertura del CESE verso progetti culturali e artistici che contribuiscono ad arricchire il dialogo tra i cittadini, promosso inoltre attraverso numerose occasioni di dibattito e di riflessione organizzate dall’istituzione francese. Un intenso programma culturale accompagna la mostra dedicata a Auguste Perret. Il Palais d’Iéna ospita all’interno del proprio auditorium, un ciclo di conferenze, dibattiti, workshop, concerti e proiezioni per tutta la durata della mostra.
Grazie ad un serio approfondimento teorico e a moderne modalità espositive, la mostra vuole rinnovare radicalmente la prospettiva attraverso la quale viene osservata l’opera di Auguste Perret focalizzandosi su otto importanti edifici realizzati da questo intellettuale-costruttore: a Parigi l’edificio de la rue Franklin (1903), il Théâtre des Champs-Elysées (1913), l’église Notre Dame du Raincy (1923), la salle Cortot (1928), il Mobilier national (1934) e il Palais d’Iéna (1937); a Le Havre, l’Hôtel de Ville (1950) e l’église Saint Joseph (1951). Queste otto costruzioni hanno segnato con la loro innovativa modalità di progettazione e il loro rapporto alla materia, un arricchimento decisivo per la pratica architettonica del Novecento.
La mostra è presentata nella sala ipostila del Palais d’Iéna che costituisce la prima opera di Perret con cui il visitatore si confronta nel suo percorso. L’allestimento concepito da OMA AMO riutilizza alcuni dispositivi realizzati nel Palais d’Iéna per Prada. Dal 2011 OMA AMO esplora questo spazio creando le scenografie di sfilate ed eventi culturali. L’allestimento della mostra è una combinazione di queste differenti ricerche, concepite come delle letture contemporanee dell’archittetura di Perret. Questa costruzione temporanea, una sorta di architettura nell’architettura, è un’installazione legata profondamente al contesto ambientale e sottolinea la forte presenza di questa imponente costruzione di cemento armato.
In totale sono riuniti più di 400 documenti originali, alcuni mai esposti al pubblico, che provengono da collezioni e istituzioni importanti come la Cité de l’architecture et du patrimoine, gli Archivi Municipali di Le Havre, il Musée Maurice Denis, la Bibliothèque littéraire Jacques Doucet, la Fondation Le Corbusier, il Musée Bourdelle, il Musée des Années 30, il Musée des arts décoratifs, l’Association des amis d’Auguste Perret, le Conservatoire National des Arts et Métiers (CNAM) e il Musée des beaux-arts di Grenoble.
Oltre ai contributi fondamentali offerti da Joseph Abram, curatore scientifico, e lo studio di architettura OMA AMO, sotto la direzione di Rem Koolhaas, curatore artistico, due scuole d’architettura – l’ENSA-Versailles e l’ENSA-Nancy – sono associate al progetto sotto la responsabilità dei loro rispettivi direttori Vincent Michel e Lorenzo Diez. All’inizio del 2013 è stato creato un workshop all’École di Versailles per partecipare attivamente alla mostra. Sedici studenti, seguiti dai professori Cédric Libert e Thomas Raynaud, hanno prodotto 8 progetti per l’esposizione come stimolo ad appropriarsi dell’eredità architettonica e costruttiva, concettuale e culturale di Auguste Perret. L’École de Nancy, con il suo laboratorio di Storia dell’architettura contemporanea, ha riunito un team di giovani ricercatori specialisti d’architettura del Novecento e impegnati nella mediazione culturale.
Due progetti artistici contribuiscono a gettare un nuovo sguardo sull’evoluzione e la mutazione di queste architetture: da una parte Gilbert Fastenaekens fotografa le tracce lasciate dagli individui all’interno degli otto edifici, dall’altra Louise Lemoine e Ila Bêka filmano gli abitanti e la vita quotidiana dei luoghi. Insieme testimoniano l’aspetto immateriale di queste costruzioni.
27 novembre 2013 – 19 febbraio 2014
Auguste Perret, Huit Chefs d’oeuvre !/? – Architectures du béton armé
Palais d’Iéna
9 place d’Iéna, Parigi