La serie, ideata da Ying Gao, comprende due abiti, realizzati in filo fotoluminescente e tecnologia eye tracking integrata, che si attiva con gli sguardi degli spettatori. Si dice che una fotografia venga “sciupata” dallo sbattere delle palpebre, in questo caso invece, il concetto di presenza e assenza viene messo in discussione, e lo stesso accade all’esperienza del chiaroscuro, realizzata movimentando uno sguardo fisso.
Ying Gao
La designer cinese ha progettato una serie di due abiti, realizzati in filo fotoluminescente e tecnologia eye tracking integrata, che si attiva con gli sguardi degli spettatori.
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- 21 giugno 2013
- Montréal, Canada
Il progetto è stato ispirato dal saggio intitolato "Esthétique de la sparizione" (L'estetica della sparizione) di Paul Virilio (1979): "L'assenza si verifica spesso a colazione... gocciola dalla tazza di tè, poi si riversa sul tavolo, la quale è una delle conseguenze più comuni. L’assenza dura solo pochi secondi, il suo inizio e la sua fine sono improvvisi. Per quanto chiusi alle impressioni esterne, i sensi sono svegli. Il ritorno è immediato come la partenza, la parola o il gesto sospeso è ripreso da dove era stato lasciato, il tempo cosciente si ricostruisce automaticamente, diventando così continuo e privo di qualsiasi interruzione apparente".
Il progetto sarà in mostra al nuovo Museo di arte contemporanea di Shanghai Power Station of Art (PSA) a novembre 2013 e al Textile Museum del Canada nella primavera del 2014.
Stilista di moda a Montréal e docente presso l'UQAM (Université du Québec à Montréal); vincitrice del Phyllis-Lambert Design Montréal Grant, Ying Gao mette in discussione l'idea di abbigliamento, combinando il design urbano, l'architettura e la multimedialità. Esplora la costruzione dell’abito, traendo ispirazione dalle trasformazioni del contesto sociale e urbano. Acclamata in tutto il mondo, i suoi disegni sono spesso esposti in musei e gallerie.
Il design è il mezzo, che colloca la sua arte più nell’ambito tecnologico che in quello tessile. Le tecnologie sensoriali consentono ai suoi capi di diventare strumenti ludici e interattivi. Ying Gao esplora non solo la condizione della persona, i cui contorni fisici sono modificati da interferenze esterne ma anche l’abito come fragile spazio protettivo. Il suo lavoro testimonia la profonda mutazione del mondo in cui viviamo e veicola anche una dimensione critica molto radicale che trascende la sperimentazione tecnologica.