Dopo tredici anni dal famoso ampliamento di Daniel Libeskind del Jüdisches Museum di Berlino, l'istituzione ha deciso di affidargli un'ulteriore progetto: L'Accademia del Museo Ebraico.
Con una superficie di circa 7.000 mq su un unico piano, l'Accademia è collocata nell'ex mercato dei fiori di Berlino, che fa da involucro alla nuova struttura. Situata nel lato opposto del Museo, questo spazio raggruppa la biblioteca, gli archivi, il centro educativo e offre nuovi spazi di supporto al museo, spazi per gli uffici, e per l'archivio.
Dalla sua apertura nel 2001, i programmi educativi del Museo rivolti al pubblico si sono quasi triplicati. Alle oltre 7.000 visite guidate annuali, si aggiungono più di 400 programmi educativi che vanno dai workshop per bambini ai corsi di training per i professionisti nell'ambito museale. La nuova sede conterrà tutti questi programmi, insieme a conferenze, incontri, letture e seminari.
Vi sono state trasferiti anche la biblioteca e gli archivi del Museo (con materiali sia stampati che audiovisivi) i cui materiali si sono triplicati negli ultimi 10 anni.
Daniel Libeskind
Inaugurata da poco, la nuova sede dell'Accademia del Museo Ebraico di Berlino progettata da Daniel Libeskind raggruppa la biblioteca e il centro educativo, offrendo nuovi spazi di supporto al museo, agli uffici e all'archivio.
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- 27 novembre 2012
- Berlino
Il progetto di Libeskind per l'Accademia del Museo Ebraico rimanda sia a livello concettuale che strutturale agli spazi del Museo. Uno dei primi elementi che i visitatori hanno modo di vedere una volta entrati nella piazza situata di fronte all'edificio, sono le parole di Moses Maimonides, grande maestro e filosofo ebreo vissuto in epoca medievale. La sua famosa frase "Ascolta la verità, chiunque la stia dicendo" è riprodotta lungo il lato sinistro della facciata: un promemoria per chi si vuole cimentare nella storia, in modo da incentivare una cultura senza pregiudizi.
Sul lato destro è posizionato un grande cubo che esce dalla facciata. Visibile dalla strada, presenta forme che richiamano all'ampliamento del 2001, al Giardino dell'Esilio e al Cortile di Vetro, sempre progettati da Libeskind e aperti rispettivamente nel 2007 e nel 2005. Dalla piazza sono visibili i due grandi lucernari collocati in alto.
Dopo aver attraversato un grande 'squarcio', come lo definisce Libeskind, i visitatori si trovano in uno spazio di transizione nel quale sono collocati altri due grandissimi cubi con angolature distorte. Questi ultimi ospitano la biblioteca e l'auditorium.
Il nome "In-Between Spaces" simboleggia la zona di transizione tra questi tre cubi e allude alle diverse prospettive da cui possono essere visti. Daniel Libeskind ne parla così: "La mia lunga collaborazione con il Jüdisches Museum è motivo di orgoglio sia a livello personale che professionale. Ogni progetto mi ha dato la possibilità di mettere in luce la storia e la cultura ebraica, capirne le tragedie e i trionfi e celebrare la determinazione, la creatività e l'erudizione proprie della sua grande eredità."