Gaetano Pesce ha recentemente ingrandito lo studio dove lavora a Brooklyn. “Un nuovo spazio, e questo già coloratissimo ambiente diventerà ancora più vivace e sfavillante”, come riportavamo l’anno scorso. Su Domus è quasi un cliché: l’architettura come specchio della vita. E Pesce, classe 1939, sta vivendo una nuova giovinezza. È stata soprattutto una recente collaborazione a riposizionarlo radicalmente sulla mappa, facendogli fare una sorta di cambio di paradigma. Da “Italian design legend”, come lo definiscono solitamente i quotidiani americani (a New York ci è andato negli anni Settanta e non è più tornato), il suo nome è diventato la quintessenza della desiderabilità per i cool kids (e non solo kids) dello scenario globale. Succede grazie a Bottega Veneta, brand in rapida ascesa di visibilità del gruppo Kering dopo l’addio di Michele a Gucci e gli scivoloni di Balenciaga con gli orsetti bondage. Come stai? è una collezione di 400 sedie in resina disegnate da Gaetano Pesce per la casa di moda, tutte diverse tra loro e tutte coloratissime, il prodotto perfetto per l’estetica fluida e un po’ glitch che tutti inseguono in questi anni. Domus le ha inserite tra i 20 oggetti dell’anno 2022.
È Gaetano Pesce il vero protagonista della Milano Design Week 2023?
Il progettista italiano, da quarant’anni a New York, è uno dei protagonisti annunciati di questa Design Week. Non solo con l’installazione nello store di Bottega Veneta, ma anche da Cassina, Bottega Ghianda e Luisa dalle Piane.
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- la redazione di Domus
- 20 aprile 2023
Date queste premesse, era ovvio che l’installazione in store di Pesce per Bottega Veneta, pubblicizzata sui social e da grandi cartelloni in città, fosse tra gli eventi più attesi di questa Design Week. Senza dubbio è stata tra le più instagrammate fin qui. “Vieni a vedere” occupa tutto il negozio di Montenapoleone, utilizzando resine e tessuto per creare un ambiente cavernoso ma leggero, dai colori tenui e pastellosi, che il visitatore si troverà ad attraversare. Fa da cornice a una collezione di borse realizzate a partire dai disegni di Pesce, con tema e nomi bucolici, My dear mountains e My dear prairies. “Lo spazio in cui presentiamo le borse è una grotta”, spiega Pesce, che il brand definisce nel suo comunicato stampa come ‘architetto, designer, artista umanista’. Ma “quello che si attraversa in realtà è la sagoma di una figura intenta a tirare a canestro”, puntualizza lui. Rappresenta infatti “quasi una vittoria – non è chiaro se centrerà il canestro o meno”. Per Gaetano Pesce, “la vittoria è una scoperta, la scoperta del linguaggio della rappresentazione”. In conclusione, “si tratta di aprire nuove strade al design”.
Un percorso totalmente coerente con quello che Gaetano Pesce aveva confidato a Domus recentemente, quando gli abbiamo chiesto cosa sia per lui il design. “Il design lo definirei come un’entità dal corpo organico”, iniziava la risposta del designer italiano di stanza a New York. “Se penso al luogo che lo custodisce, esso dovrebbe essere declinato in frammenti sparsi in diversi luoghi urbani, ognuno edificato con linguaggi non coerenti.” Ai visitatori dell’installazione presso lo store di Bottega Veneta vengono anche offerti dei gadget che richiamano le montagne che Pesce tanto ama, ovvero un poster disegnato di suo pugno e cioccolatini dipinti a mano da Peyrano, storico chocolatier torinese. La presenza di Pesce in questa Design Week non si limita però alla collaborazione con Bottega Veneta, nonostante il grande dispiegamento di mezzi messi in campo dal brand di moda rischi di eclissare gli altri contributi.
Bottega Ghianda riedita un prototipo di Pesce creato negli anni Ottanta per Bernini, azienda che oramai non c’è più. In questa nuova versione, elementi di resina traslucida costruiscono un racconto di colore intorno alla struttura di legno tinta di nero, illuminata da una luce a led, così da farla diventare una sorta di quadro o di quinta, e trasformandone radicalmente la funzione originale. Dopo Tramonto a New York dell’anno scorso, Pesce torna con un paravento per Cassina, realizzato in soli nove esemplari, Risacca. Formato da tre pannelli e sonorizzato da una cassa bluetooth inserita nella base, è realizzato con il colaggio di una (indovina!) resina con un effetto simile alla pittura a olio.
Infine alla Galleria Luisa dalle Piane c’è Gaetana, una lampada che Pesce ha chiamato con il suo stesso nome. Viene presentata insieme a “È bello continuare”, la mostra dedicata alle pelli industriali inaugurata a novembre e prolungata per questo Fuorisalone. Insieme a Gaetana, altre tre lampade storiche del progettista, tutte create tra la fine degli anni Ottanta e la prima metà dei Novanta: sono la Osso Lamp (1989), la Spaghetti Lamp (1990) e la Quadrata a Muro Lamp (1994).
Foto di Daniele Ratti
Foto di Daniele Ratti
Foto di Daniele Ratti
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Foto di Daniele Ratti
Foto di Daniele Ratti
Foto di Daniele Ratti
Foto di Daniele Ratti