È possibile vedere il Fuorisalone in una mezza giornata, o ancora meglio in una “mezza-mezza giornata”? La risposta è paradossalmente al tempo stesso sì e no. Per qualcuno Salone e Fuorisalone sono appuntamenti attesi per tutto l’anno, un territorio di caccia diffuso dove infilarsi nella più oscura delle mostre o mostriciattole in città. Molti arrivano dall’altra parte del mondo proprio per questo.

Ma c’è anche semplicemente chi vuole assaggiare il meglio della Design Week e poi tornare alla propria vita, possibilmente senza venire ingurgitato né dall’inferno delle file, né dal denso networking che c’è tra addetti ai lavori o aspiranti tali – e qualche appassionato. In quel caso, due ore bastano, anche perché diciamocelo: cosa ricordi del Fuorisalone dell’anno scorso? E di quello dell’anno prima, o di quelli pre-Covid? Probabilmente un paio di location al massimo anche se lavori per Domus. Quindi, a tutti gli effetti, 2 ore bastano per visitare la design week.
Ma bisogna seguire una semplice regola: ovvero non spendere le due ore in coda fuori da Gucci. Perché nessuna installazione di Gucci varrà mai due ore del tuo tempo – ma probabilmente c’è chi quella coda la fa nella speranza di mettersi in borsa un gadget prezioso, come le tote bag di Zegna dell’anno scorso, finite su Vinted a dei prezzi ancora più senza senso delle 2 ore spese in fila aspettando di entrare da Gucci.

Se la fila ti porta via una mezz’ora o poco più, l’allestimento di 2050+ per Gucci probabilmente vale la pena. Bisognerà semplicemente “accontentarsi” di solo una delle installazioni che creano code spesso capaci di prolungarsi anche per più isolati. Il consiglio è spendere quel tempo fuori da Gucci, appunto, o scegliere Hermès, oppure la splendida installazione di Willo Perron per Vans. Anche lo spettacolo di Formafantasma per Cassina vale la coda e sicuramente la Library di Es Devlin a Brera. Forse anche Mad per Amazon in Statale, ma giusto perché ci sono anche altre cose.
Provato il gusto di una grande installazione, potete spendere il tempo restante a ritrovare l’ottimismo per il mondo del progetto in esposizioni magari di scala ridotta ma ad alto contenuto di concetto. Di sicuro Capsule Plaza con Nike x Pan dall’altra parte della strada, Google e le urne di Alessi, queste ultime soprattutto se siete già dietro la Statale. Tra l’altro la biblioteca in cui sono esposte è stata disegnata dal guest editor 2018 di Domus, Michele De Lucchi. Ci sono anche delle location che potresti scegliere per il loro valore legato all’architettura: la Fondazione Albers alla Torre Velasca, la mostra di Campeggi alla Torre al Parco di Magistretti, o la bella installazione di 6:am nei sotterranei della piscina Cozzi.

E poi? Se avanza del tempo, il consiglio è quello più banale: fatti una passeggiata. Ovviamente se il tempo si mette bene la scelta di andare ai Giardini di Porta Venezia o al Parco Sempione è sempre valido, ma anche nei giardini ai piedi delle torri di City Life, dove il Citywave del guest editor 2025 di Domus, Bjarke Ingels di BIG, è in costruzione. Se avete ancora fame di design, le vetrine di via Manzoni riservano sempre belle sorprese, ma potete anche perdervi negli immensi spazi di Base o tra le 5Vie.
Una nota finale: se avete solo due ore, ovviamente, scordatevi di andare da Alcova.

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