Il design del sonno secondo Ikea

Una culla e un divano letto sono tra i progetti di punta per rendere un buon sonno accessibile e “democratico”: li abbiamo toccati con mano ad Älmhult, dove Ikea è nata e ancora oggi crea i suoi arredi. 

Lindåkra è un divano minimale, con il poggiabraccio solo da un lato, di un arancione che non può che colpire – ma c’è anche in un grigiastro meno appariscente. Non è lungo, ospita due persone e sdraiato ci sta comodo un ragazzino e non un adulto; ma ha un elemento sganciabile, un’isola fluttuante a forma di D, che permette di allungarlo – anche per dormirci, trasformandolo in un letto a una piazza; funziona anche da poggiapiedi, da tavolino per appoggiare un libro o un telecomando, oppure da seduta aggiuntiva. Come moltissimi divani Ikea, la seduta si solleva svelando un ampio spazio dove riporre lenzuola, cuscini o altri oggetti.

L’idea di Lindåkra nasce da un’esperienza personale. “Mi piace osservare le persone”, racconta a Domus Juan Cardenal Baste, sviluppatore product design delle sedute per Ikea: era a casa di amici e c’era questo divano non grandissimo, spiega, dove la sorella del padrone di casa aveva dormito per qualche notte. 

Schizzo preliminarie per lo sviluppo di Lindåkra, il nuovo divano letto di Ikea. Courtesy Ikea

Come aveva fatto, gli aveva chiesto? Allungandolo con una sedia, appoggiando lì i piedi. Non tante notti, ma per un paio aveva funzionato. Da lì gli era nata un’idea: “Ma un’idea resta solo un’idea finché non la metti alla prova”, dice. E aggiunge: “Abbiamo avuto tante idee, e tante le abbiamo scartate dopo aver visto le reazioni delle persone”. Dietro quella forma a D, stondata, morbida e adattabile, che non è certo la meno costosa, ci sono mesi e mesi di prove, congetture, errori e correzioni.

Come nasce un divano letto Ikea

“Abbiamo ricreato un piccolo soggiorno qui per testare diverse soluzioni”, racconta Juan Cardenal Baste.  Il “qui” è Älmhult, il posto “in mezzo a tutto” (ma a una prima sensazione sembra effettivamente in mezzo al nulla delle piane della Svezia meridionale) dove Ikea è nata e oggi si trovano il museo, il suo hotel/ex motel, che risale agli anni Sessanta e aveva una piscina riscaldata, gli enormi studi dove vengono create le campagne di comunicazione (il mitico catalogo Ikea!). 

La sede di Ikea Museum ad Älmhult, Svezia. Courtesy Ikea

Ancora più precisamente,  quel “qui” è la sede di Ikea of Sweden, dove sono concepiti, sviluppati e progettati gran parte dei prodotti Ikea che conosciamo (c’è un altro piccolo ufficio di sviluppo a Shanghai, in Cina, dove Ikea è considerato un brand di lusso, ma questa è un’altra storia). “The product range is our identity”, i prodotti fanno l’identità, così si presenta Ikea of Sweden, con quell’inglese un po’ indurito dall’accento svedese che si sente parlare qui.

L’interesse dei nostri clienti per il sonno è in costante crescita da anni. Per esempio, i mobili per la camera da letto sono diventati il nostro settore più importante online.

Tolga Öncü, Coo e responsabile di Ikea Retail

Il vecchio motel Ikea ad Älmhult, Svezia. Courtesy Ikea

Ci sono voluti circa tre anni perché Lindåkra diventasse realtà e nel progetto sono entrati tanti elementi della nostra storia recente. Il cambio di abitudini del post-Covid, come viviamo oggi la casa e il boom dei prezzi degli appartamenti in città, con la necessità di adattarsi a spazi sempre più piccoli con prodotti in grado di accogliere più funzioni.

Quel salottino laboratorio è la base di tutto quello, riflesso di tante aree living reali sparse in tutto il mondo e in senso più largo del continuo dialogo tra Ikea e l’attualità. Alla base della progettazione di Älmhult e del celebre design democratico di Ikea, spiegano, c’è una intensa attività di visite nelle case di clienti e non solo, in ogni angolo di pianeta e anche quelli in cui si vive in maniera più estrema (o futuristica, ammesso che ci sia oramai una differenza), da cui trarre considerazioni e orientare la gamma di prodotti. 

Schizzo preliminarie per lo sviluppo di Lindåkra, il nuovo divano letto di Ikea. Courtesy Ikea

Ikea e il sonno

“Sappiamo che molte persone affrontano le difficoltà di vivere in spazi piccoli e condivisi, dove ambienti stretti e disordinati rendono difficile creare le condizioni ideali per dormire”, spiega Fredrika Inger, Managing Director di Ikea of Sweden. Il divano letto Lindåkra non è solo emblematico per i tempi che viviamo, ma anche uno dei prodotti più significativi del recente focus sul sonno di Ikea, che vuole rendere accessibile il miglior sonno possibile al prezzo più conveniente. Questo ovviamente si riflette in una vasta gamma di prodotti e servizi, dalle luci intelligenti alla tecnologia dei materassi alla biancheria da letto; dalla qualità dell’aria al declutter degli spazi dove si dorme all’attenzione verso suono e rumore. All’orizzonte, una Ikea sempre più investita in una visione “totale” della casa, anche da un punto di vista tecnologico.

Ma la svolta è anche culturale. “Non ho mai incontrato qualcuno che rispetto e che dorme bene” è una battuta di una delle serie meglio scritte degli ultimi anni, Succession, che spiega bene la visione del sonno nello scenario iper capitalistico delle nostre vite: chi dorme “non piglia pesci”, giusto? Il sonno ci sembra una perdita di tempo. “Siamo dipendenti dall’essere svegli”, spiega Ikea. E poi: “Ma come puoi sognare, se non riesci a dormire?”. E ancora: “L’umanità è l’unica specie che si priva volontariamente del sonno”. E così via.
 


La crociata di Ikea per riconquistare il sonno perduto culmina con il rilancio della Jomo, ovvero l’anti-Fomo, la “joy of missing out”, il bello di perderci le cose. Ma al di là dell’enfasi “ispirazionale” della nuova campagna Ikea, (“wake up! it’s time to sleep”), che qualcuno troverà stucchevole, c’è la lezione dei dati. “L’interesse dei nostri clienti per il sonno è in costante crescita da anni. Per esempio, i mobili per la camera da letto sono diventati il nostro settore più importante online”, spiega Tolga Öncü, Coo e responsabile di Ikea Retail. Quale miglior momento per rilanciare la narrative del dormire che all’ingresso dell’autunno, quando le temperature calano, le giornate si accorciano (in Scandinavia il buio arriva prestissimo) e capita più spesso di ospitare amici e parenti a casa per un weekend o per le feste?

La culla Älskvärd e il design democratico

Il focus sul sonno è una ottima occasione per capire come Ikea approccia la progettazione. Come nel caso della culla Älskvärd. Sarah Fager è una dei circa 20 designer del team di Ikea of Sweden (ci sono altri 3 designer a Shanghai); lavorano, spiega, a più progetti contemporaneamente, anche 10/15, con una modalità molto flessibile, “non contiamo le ore”.

Sappiamo che molte persone affrontano le difficoltà di vivere in spazi piccoli e condivisi, dove ambienti stretti e disordinati rendono difficile creare le condizioni ideali per dormire.

Fredrika Inger, Managing Director di Ikea of Sweden

Schizzi preliminari per lo sviluppo della nuova culla Älskvärd di Ikea. Courtesy Ikea

Racconta come dalle idee si passa ai primi disegni e poi ai rendering che visualizzano in maniera molto realistica i prodotti. Il progetto della culla (“ho 3 figli”, sottolinea) è suo. Mostra 5 concept del progetto, nati a partire da un brief che teneva conto di svariate coordinate, tra cui il fatto che negli Stati Uniti i neonati vengono cambiati in modo diverso dall’Europa. Come dice la designer Fager, “Dobbiamo capire come vivono le persone, anche se ci troviamo qui in mezzo alle foreste svedesi”. Ma da quelle foreste, Ikea ha conquistato il mondo. Di solito per un progetto “ci vogliono due o tre anni”, ma Älskvärd “è iniziato prima del Covid-19”. 

Sarah Fager del design team di Ikea. Courtesy Ikea

La culla Älskvärd e il divano letto Lindåkra raccontano bene cosa sia il “design democratico” Ikea, il grande principio guida della progettazione ad Älmhult. Come ci si può aspettare da una azienda che ha fatto della brugola uno dei suoi simboli, anche il concetto di design democratico Ikea lo spiega spacchettandolo in cinque punti cardine: ci sono forma e funzione, ovviamente, c’è la sostenibilità (tema che qui in Scandinavia è probabilmente sentito più sinceramente che nel resto d’europa); e poi la qualità, cardine produttivo direttamente in dialogo con l’ultimo punto, quello forse più distintivo e importante, ovvero il prezzo.

Schizzi preliminari per lo sviluppo della nuova culla Älskvärd di Ikea. Courtesy Ikea

 La storia che viene raccontata nel Museo Ikea è quella di una serie di arredi che grazie alla qualità, al prezzo basso e alle forme al passo con i tempi, entrano nelle case, decennio dopo decennio, dalla nascita negli anni Cinquanta al primo negozio fuori dalla Scandinavia, in Svizzera, nei Settanta. Finché Ikea non è diventata il gigante globale dell’arredamento che conosciamo. La sua storia racconta la nostra, quella dell’Occidente a casa, in una serie di stanze ideali che si susseguono, in cui la progettazione non ha mai smesso di parlare con le persone, i loro bisogni e i loro sogni. Ma come fanno notare da queste parti, se vuoi avere dei sogni, prima devi dormire,

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