In un periodo in cui tutti siamo proiettati in avanti, Flos ha scelto di prendersi il tempo necessario per riflettere sulla sua stessa essenza, immergendosi in una narrazione che esplora il rapporto tra passato e presente, sottolineando la contemporaneità senza tempo delle sue creazioni. “Icons” è un racconto per immagini che esprime lo stile sempre attuale di dodici tra le lampade più amate e significative del brand che ha fatto la storia dell’illuminazione (dai classici intramontabili come la lampada da terra Arco o la scultorea Taccia, fino alle più recenti collezioni Glo-Ball e IC), interpretate da Omar Sosa – direttore artistico e graphic designer di Apartamento Studios – in collaborazione con Barbara Corti, Chief Creative Officer di Flos, e dall’obiettivo fotografico del catalano Daniel Riera.
Flos fotografa le sue icone negli androni milanesi
Il progetto Icons trasforma 12 lampade iconiche del brand in strumenti di contemplazione del reale, inseriti nelle architetture milanesi realizzate dai grandi maestri dell’architettura italiana.
©Daniel Riera
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- Lucia Brandoli
- 02 ottobre 2024
Queste lampade sono state ritratte come presenze perfettamente inserite negli affascinanti androni milanesi realizzati da alcuni dei grandi maestri l’architettura italiana tra gli anni ’30 e ’60, come Gio Ponti e Achille Luigi Ferraresi. Più di dieci anni dopo dall’ultima rassegna fotografica, Flos riflette sulla sua eredità, lanciando una visual story capace di condensare più di sessant’anni di storia del design in una serie di immagini potenti e raffinate.
Le lampade non sono semplicemente elementi funzionali, ma veri e propri intermediari semiotici tra l’essere umano e lo spazio che lo circonda.
Si instaura così un dialogo raffinato tra architettura e design, in cui ogni elemento, dai pavimenti ai soffitti, si sposa con la geometria evocativa delle lampade firmate da Gino Sarfatti, dai fratelli Castiglioni, da Tobia Scarpa e altri grandi nomi del design. Come sottolinea Matteo Luoni, Deputy Ceo di Flos, l’obiettivo non è solo quello di celebrare la grande eredità del brand, ma di continuare a trarre ispirazione da essa per sviluppare nuovi design che rispondano alle sfide del presente, coniugando creatività e responsabilità.
Barbara Corti spiega come in questo progetto le icone di Flos siano diventate “organi e strumenti di contemplazione del reale”, capaci di creare un dialogo tra l’oggetto e chi lo utilizza. Le lampade non sono semplicemente elementi funzionali, ma veri e propri intermediari semiotici tra l’essere umano e lo spazio che lo circonda.
Questa narrazione si sviluppa in un alternarsi di immagini a colori e in bianco e nero, in cui le prime esaltano la bellezza senza tempo degli oggetti, mentre le seconde ritraggono figure umane stilizzate che si muovono attorno a questi pezzi di design, in un’evocazione della rapida vita contemporanea, percepita dettagliatamente eppure al tempo stesso con la coda dell’occhio. Flos sembra volerci ricordare che il design non è solo un elemento che arricchisce i nostri ambienti, ma parte integrante del nostro vivere, capace di riflettere e interpretare le nostre emozioni, intercettando la nostra percezione.