Jbl è un brand molto popolare. Lo è soprattutto grazie ai suoi speaker portatili che abbiamo visto ovunque e in mano a chiunque negli ultimi anni. È anche il marchio che ha firmato un’operazione nostalgica come il comparto audio della Panderis e al tempo stesso un prodotto innovativo come i primi auricolari con uno schermo sulla custodia (Jbl Tour Pro 2). Il suo ultimo lancio lo rimette in dialogo con oltre 75 anni di storia. I nuovi speaker connessi Authentics, una lineup di 3 pezzi di diverse dimensioni, riproducono musica con un suono immersivo grazie all’audio spaziale e al Dolby Atmos sul modello 500; sono le prime al mondo che possono attivare simultaneamente Alexa e Google Assistant – gli assistenti vocali, spiega il brand, giocano un ruolo importante nell’85% delle case europee. Soprattutto gli speaker si distinguono dalla gran parte della produzione recente di Jbl perché presentano “echi discreti del design retrò degli anni Settanta”. Anche qui ci sono delle ricerche tra i consumatori a supporto della scelta – Jbl non sembra muoversi mai a caso: per il 64% degli intervistati europei il design è importante ed è fondamentale nel creare un’esperienza audio “immersiva e raffinata”, e per il 55% ha importanza che l’aspetto abbia dei richiami vintage.
I nuovi speaker vintage di Jbl sono “disegnati per la realtà”
La nuova linea Authentics recupera il passato ma parla direttamente con il presente, spiega a Domus il vicepresidente design di Harman, di cui Jbl è parte, Christian Schleunder.
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- Alessandro Scarano
- 01 settembre 2023
È la newstalgia, il trend che fonde linee retrò e nuove tecnologie, spiega Christian Schluender, SVP e General manager del design del colosso dell’audio Harman (di cui Jbl è parte). Lo fa dal palco dell’evento che Jbl ha organizzato per il lancio di Authentics, nei giorni di Ifa, la più grande fiera di tecnologia di consumo d’Europa, dove un tempo il brand (con Harman) aveva una presenza centrale. Ma post-Covid le cose sono cambiate e si preferisce una presentazione per i media in cui il racconto del prodotto si intreccia a dj set e a un divertente karaoke, in una location cool che è un ex garage multipiano di un’area nobile di Berlino (dietro Savignyplatz), con inviti mirati a giornalisti e influencer internazionali, che si mescolano sotto cassa o in fila per un drink.
L’approccio al design di Harman (e quindi di Jbl) è cambiato con il Covid, spiega a Domus Schluender. Prima di tutto sotto il punto di vista del processo, perché il team di prodotto, i progettisti e gli ingegneri, è da sempre “molto internazionale”. E di conseguenza è sempre stato molto internazionale anche l’approccio alla creazione dei nuovi dispositivi. La pandemia ha infranto la magia del melting pot. “Vogliamo espandere l'impronta internazionale del team di prodotto”, annuncia. Ma non c’è solo questo. Per via del Covid e della congiuntura geopolitica, dice, il design sta cambiando. “Le persone cercano la semplificazione”: prodotti che fanno cose precise e specifiche e lo annunciano in modo semplice. Semplicità è la nuova parola chiave del design. C’è anche necessità che l’estetica si semplifichi. “Forme semplici, standard semplici, strutture semplici, anche lo sviluppo della superficie di transizione, molto molto semplice”. A questo si aggiungono autenticità e un desiderio crescente per materiali “reali”, come il legno.
I riferimenti della progettazione arrivano dalla moda e dall’arredamento. Ma anche dal car design. Schluender elogia Polestar e il suo approccio progettuale, “i loro splendidi, bellissimi veicoli semplificati, le forme esterne semplificate e le palette di colori; l'assemblaggio super semplice e i piccoli accenti come le cinture di sicurezza” sono tutti oggetto di elogio da parte del SVP di Harman. Per lui, spiega, Polestar in questo momento “è sul piedistallo”. Ma Polestar, un brand nato da una costola di Volvo, ha fatto forza del fatto di non avere una storia alle spalle. La posizione di Jbl è esattamente all’opposto. “Sì, abbiamo un patrimonio”, risponde il SVP. “Ma se si guarda al design, siamo stati in grado di aggiungere quegli accenti e di costruire su di essi, semplifichiamo e costruiamo su di essi”. E cita la storia delle Jbl L100, le casse degli anni Settanta che hanno ispirato in maniera profonda i nuovi speaker Authentics. Quei diffusori erano il frutto del sogno di un designer californiano, che “voleva cambiare il mondo cambiando le casse che avevano tutti”. L’idea originale del suo progetto all’epoca, che introduceva le griglie in schiuma colorata a quadratoni (quadrex), implicava una particolare tessitura, non era del tutto realizzabile, e trova ora compimento nella linea Authentics.
“È ancora attuale perché era semplice”, dice Schluender, per ribadire quanto già detto sull’importanza della semplicità. E ancora: “possiamo portare l’eredità del semplice nel futuro”. Schluender, con cui chiacchieriamo nel retropalco, interrotti ogni tanto dai soundcheck che toccano volumi assordanti, è un uomo dalla voce profonda e dalla parlata sciolta, capace di snocciolare concetti esplosivi, a tratti anche controintuitivi e destabilizzanti, come se fossero una ovvietà. Come si dice in questi casi, è un designer-con-una-visione, puntellata dai dati delle tante ricerche condotte da Jbl, fondazione essenziale delle scelte progettuali di Harman. Quando c’è da discutere dell’estetica degli Authentics, che arricchiscono lo spunto delle L100 con profili dorati e un centro di controllo appositamente disegnato, angoli stondati e griglie in schiuma quadre scura, Schluender spiega come alla base dell’ethos di Jbl ci sia la libertà di esprimere se stessi. “E dove ti esprimi meglio, se non a casa tua?”.
Per questo il riferimento non è “un qualsiasi arredo nordico artificiale”, commentando ironicamente “è fantastico, e il mondo non è fatto così”. L’idea alla base degli Authentics è stata invece quella di disegnare un dispositivo che potesse stare in una piccola casa di Hong Kong come a Londra come in uno spazio più ampio. “L’abbiamo progettata per le persone, che hanno case di ogni tipo. Il design è pensato per integrarsi alla perfezione, quindi la palette di colori è estremamente neutra. Ma questo non toglie quei bellissimi sprazzi di particolare, come l’oro, o i colori scuri”. Gli Authentics non sono un pezzo per designer, ribadisce. E poi, snocciolando con totale semplicità una frase che potrebbe essere tranquillamente lo slogan di questa nuova linea Jbl: “è disegnata per la realtà”.