Questo articolo è apparso originariamente su Domus 721, novembre 1990.
“Occorre amare Milano veramente per avere il coraggio di conoscerla e occorre conoscerla veramente per amarla”. Così si esprime Bottoni nel ‘59, sintetizzando in poche parole il rapporto dell’architetto con la propria città.
La Milano di Piero Bottoni
In un momento in cui una delle sue architetture simbolo, quella di Corso Sempione 33, potrebbe essere sfigurata in modo irreversibile, ricordiamo il rapporto devoto dell’architetto per la sua città. Da Domus 721.
View Article details
- Luigi Spinelli
- 25 gennaio 2022
Una città della quale conosce a fondo la realtà fisica e sociale e per la quale ha sostenuto con coraggio e passionalità importanti battaglie politiche e culturali. La convinzione della funzione sociale dell’architettura lo impegna costantemente sul problema della casa e in particolare su quella popolare; lo studio sull’unità abitativa e la ricerca tecnologica si accompagnano allo studio sull’area urbana, concependo la periferia, non in una condizione di emarginazione, ma come naturale espansione della città proiettata in un’area metropolitana.
L’indissolubilità del binomio architettura-urbanistica lo porta a vedere la città come un organismo unitario, e non già come sequenza di costruzioni; non rinuncia perciò ad indicare anche con singoli interventi edilizi, nuovi modelli urbani. Nello stesso tempo, il sen-so collettivo della professione fa sì che privilegi più che “il virtuosismo del dettaglio e dello stile”, il rapporto di equilibrio con l’intorno costruito a cui “l’architetto deve sottomettersi per ottenere un risultato collettivo notevole”.
Occorre amare Milano veramente per avere il coraggio di conoscerla e occorre conoscerla veramente per amarla.
Da ciò l’attenzione all’inserimento della propria opera nel contesto urbano in modo che si integri armoniosamente senza irruenze presuntuose.
Courtesy Archivio Piero Bottoni, Dastu, Politecnico di Milano
Courtesy Archivio Piero Bottoni, Dastu, Politecnico di Milano
Courtesy Archivio Piero Bottoni, Dastu, Politecnico di Milano
Courtesy Archivio Piero Bottoni, Dastu, Politecnico di Milano
Courtesy Archivio Piero Bottoni, Dastu, Politecnico di Milano
Courtesy Archivio Piero Bottoni, Dastu, Politecnico di Milano
Courtesy Archivio Piero Bottoni, Dastu, Politecnico di Milano
Courtesy Archivio Piero Bottoni, Dastu, Politecnico di Milano
Courtesy Archivio Piero Bottoni, Dastu, Politecnico di Milano
Courtesy Archivio Piero Bottoni, Dastu, Politecnico di Milano
Courtesy Archivio Piero Bottoni, Dastu, Politecnico di Milano
Courtesy Archivio Piero Bottoni, Dastu, Politecnico di Milano
Courtesy Archivio Piero Bottoni, Dastu, Politecnico di Milano
Courtesy Archivio Piero Bottoni, Dastu, Politecnico di Milano
Courtesy Archivio Piero Bottoni, Dastu, Politecnico di Milano
Illustrare, anche sommariamente, il rapporto di Bottoni con Milano, non può limitarsi alla descrizione di singole realizzazioni edilizie. Abbiamo perciò incluso alcuni progetti rimasti tali e anche studi urbanistici da cui, anche se parziali, scaturiscono le proposte di una nuova città. Proposte che sono riprese nel piano AR. (il piano urbanistico per Milano, elaborato insieme ad altri durante la clandestinità) e che a sua volta influenzerà il dibattito sulla ricostruzione e sul piano regolatore del ‘53.
Claudio Camponogara, Fernanda Sabatelu
Opere realizzate a Milano
Sopralzo Combi, via Settembrini, 1945-1949; Edificio in via Vigna 6, 1948-1950; Casa Zucchini, via Barzoni 1, 1948-1950; Edifici e capannoni, via S. Geldino B, 1948-1950; Casa sistema Saccai, via Sant’Elia 62, 1952-1954; Casa, via Verro 80, 1951-1953; Ampliamento villetta belga, via Diomede 18, 1951-1955; Centra sociale, via Pagano, 1954-1957; Edifici quartiere Comasina, 1955-1957; Case stellari, via Cimabue, 1955-1959; Fabbricato per uffici ed abitazioni, via Cannerò, 1960-1962: Sistemazione sede Bianchi, via Fantoli, 1961; Autorimessa collettiva, via Brentonico, 1961-1962; Edificio, via Resegone 3, 1962-1966; Monumento alla Resistenza, piazza della Resistenze, Sesto S. Giovanni, 1962-1963.
Documentazione relativa alle sue attività
Archivio Piero Bottoni. Dipartimento di progettazione dell’Architettura. Politecnico di Milano. Icfr Archivio P. Bottoni. Guida descrittiva, Clup, 1988 / Bibliografia generale: G. Consonni, L. Meneghetti, L. Patene, Piero Bottoni. 40 anni di battaglie per l’architettura, Controspazio, 4 ott. 1973 / “Piero Bottoni e Milano, un intellettuale per la costruzione di una nuova città”, mostra a cura di Consonni, Meneghetti, Origoni e Tonon per la Festa provinciale dell’Unità, Milano, 1980 / 1930-42: La città dimostrativa del razionalismo europeo, a cura di L. Carezzo e R. Pozzi, Franco Angeli, 1981. pp. 250-271 / G. Tonon, Piero Bottoni: le ragioni del Moderno, in QD, Quaderni del Dipartimento di Progettazione dell’Architettura, Politecnico di Milano. 1988, Clup., pp. 32-43 / AA.W. Piero Bottoni un nome per un liceo, Edistudio, Milano, 1988 / G. Tonon, Piero Bottoni. Gli anni della formazione tra modernità e tradizione, in Urbanistica, n. 95. giu. 1989. pp. 45-56 / G. Tonon, Estetica d’assieme. La complessità del razionalismo nei documenti dell’Archivio P. Bottoni, in C. Carpeggiani, L Paletta (a cura di), Il disegno in architettura, Guerini e assoc., Milano, 1989, pp. 109-114 / G. Consonni, L Meneghetti, G. Tonon (a cura di), Piero Bottoni: Opera completa, Fabbri Editori, Milano, 1990.
Immagine in apertura: Ina-casa in via San Giusto al quartiere Harar, Piero Bottoni con Mario Morini e Carlo Villa, Milano, 1951-53. Courtesy Archivio Piero Bottoni, Dastu, Politecnico di Milano