“Quindi costruirò il mio altare nei campi, / E il cielo blu sarà la mia volta istoriata, / E la dolce fragranza che il selvaggio fiore restituisce / Sarà l’incenso che io restituirò a te.” In questi versi di Samuel Taylor Coleridge (To Nature, 1820) costruire e restituire (building e yielding) non sono solamente azioni ma rappresentano due estremità attraverso le quali gli uomini dovrebbero lasciare il loro effetto, il loro segno sulla terra, come connessione per trascenderla. Ana Mendieta (Havana, 1948 - New York,1985) era solita tanto costruire quanto restituire e restituirsi, immersa nella natura, per trascendere non solo le proprie emanazioni, le proprie continuazioni lasciate sulla terra, ma persino quegli strumenti come foto e pellicole, che ne hanno documentato i diversi interventi. Nella sua pratica performativa si ricollegano Land art, Arte concettuale, Body art e femminismo; ma inscrivendo la propria forma in siti archeologici, l’artista era come se avesse sottilmente cominciato a fondersi e a diffondersi in quei paesaggi, assumendone il passato dal valore archetipico, anche solo cesellando una traccia effimera in essi. In quegli anni, infatti, lei ha operato come un’artefice del proprio tempo, attraverso gestualità di rottura e approcci artistici provocatori, mentre ritualmente si è riconnessa al passato. Oggi solamente i suoi filmati, trasposti in digitale, sono in grado di esprimere l’aspetto relativo alla durata di quei riti, quelle azioni ambientali che spesso si sono estese più a lungo rispetto al girato in sé. Ma solamente, negli ultimi cinque anni questa dimensione è stata propriamente messa in luce e giustamente indagata.
Ana Mendieta al Jeu de Paume. Natura Umana
20 pellicole, 27 fotografie correlate e un documentario sulla sua vita compongono la più ampia raccolta di immagini in movimento di Ana Mendieta presentata in Francia.
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- Ginevra Bria
- 13 novembre 2018
- Parigi
Film super-8, color, silent © The Estate of Ana Mendieta Collection, LLC. Courtesy Galerie Lelong & Co.
film super-8 © The Estate of Ana, Mendieta Collection, LLC. Courtesy Galerie Lelong & Co.
film super-8 © The Estate of Ana Mendieta Collection, LLC. Courtesy Galerie Lelong & Co.
color photograph © The Estate of Ana Mendieta Collection, LLC. Courtesy Galerie Lelong & Co.
film super-8 © The Estate of Ana Mendieta Collection, LLC. Courtesy Galerie Lelong & Co.
film 16 mm © The Estate of Ana Mendieta Collection, LLC. Courtesy Galerie Lelong & Co.
film super-8 © The Estate of Ana Mendieta Collection, LLC. Courtesy Galerie Lelong & Co.
film super-8 © The Estate of Ana Mendieta Collection, LLC. Courtesy Galerie Lelong & Co.
film super-8 © The Estate of Ana Mendieta Collection, LLC. Courtesy Galerie Lelong & Co.
Anche grazie alla mostra “Ana Mendieta: Earth Body, Sculpture and Performance 1972–1985”, organizzata da Olga Viso nel 2004, nel 2013, alla Hayward Gallery, il percorso itinerante Ana Mendieta: Traces ha rivelato più di dodici filmati, esposti in un solo ambito. Per la prima volta una mostra prestava reale attenzione alle immagini in movimento prodotte da Mendieta. Il completo, dettagliatissimo inventario, relativo a filmati e video dell’artista, dimostra che tra il 1971 e il 1981 Ana Mendieta ha realizzato 104 lavori, utilizzando l’immagine in movimento: 75 di loro sono stati girati en plein air, 28 sono caratterizzati dal fuoco, mentre in 19 di loro compare l’elemento dell’acqua. Girando pellicole in 8 mm e in 16 mm, Mendieta ha creato un archivio, accompagnato da una estesa collezione di diapositive di 35 mm e da negativi fotografici. I girati sono stati realizzati principalmente con una cinepresa Super 8 Bolex, a diciotto fotogrammi al secondo. Le pellicole di Mendieta sono silenziose: tranne una sola eccezione, portano con sé solo tracce sonore ambientali e non durano mai oltre la lunghezza di una pellicola, approssimativamente tre minuti e venti secondi.
Dopo tre anni di ricerca collaborativa sulla pratica dell’artista, attraverso le immagini in movimento, analisi condotta dall’ Estate of Ana Mendieta Collection, Galerie Lelong & Co. con la University of Minnesota, è nata una nuova mostra: la raccolta più estesa dedicata al lavoro filmico di Mendieta. Si tratta di Covered in Time and History: The Films of Ana Mendieta curata da Lynn Lukkas e Howard Oransky, un percorso che ha iniziato il proprio tour espositivo presso la Katherine E. Nash Gallery alla University of Minnesota a Minneapolis (15 settembre – 12 dicembre 2016), viaggiando verso il NSU Art Museum, Fort Lauderdale (28 febbraio – 3 luglio, 2016), per poi installarsi alla University of California, Berkeley Art Museum e Pacific Film Archive (9 novembre, 2016 – 12 febbraio, 2017) per raggiungere infine Parigi al Jeu de Paume (10 Ottobre, 2018 – 27 gennaio, 2019). Il titolo della mostra cita un’affermazione dell’artista espressa sul suo lavoro, durante un’intervista con Linda Montano, pubblicata postuma, nel 1988: “ Nel 1973 ho composto il mio primo lavoro in una tomba Atzeca che era coperta di erbacce e piante basse, la loro crescita mi ricordava il tempo. Ho comprato fiori al mercato, mi sono sdraiata in una tomba e mi sono ricoperta di fiori. L’analogia era che mi sentivo ricoperta del tempo e della storia.”
Esposti a Place de la Concorde Covered in Time and History: The Films of Ana Mendieta vanta 20 pellicole, 27 fotografie correlate e un documentario, Ana Mendieta: Nature Inside, breve girato dalla sorella Raquel Cecilia Mendieta, che ha anche raccolto, in una vetrina accanto al Jeu de Paume, appunti di regia e equipaggiamenti. Grazie al progetto di ricerca e di restauro, la mostra include i seguenti sei cortometraggi: Blood Inside Outside, 1975 (No. 35), Untitled: Silueta Series, 1978 (No. 62), Untitled: Silueta Series, 1978 (No. 66), Untitled: Silueta Series, 1979 (No. 72), Untitled: Silueta Series, 1979 (No. 73) e Untitled, 1981 (no. 101). I film sono presentati, all’interno di un ambiente oscurato, come lavori distinti e individuali; ognuno è proiettato secondo l’esatta misura prevista dall’artista e si ripetono continuamente attraverso l’intera durata della mostra, permettendo al visitatore una visione il più possibile completa, uno studio attento e comparazioni tra i lavori, offrendo un ampio spettro dell’esperienza artistica di Mendieta.
Il percorso svela solo alla fine le pellicole più intense, si tratta di una sorta di trittico. In esse l’atto di costruire e quello di restituirsi, gesti dislocati entrambi su suolo prossimo alle origini di Mendieta, trascendono non solo le sagomature dell’artista nella terra, ma anche lo spazio e il tempo propri alle immagini in movimento in sé. Tutti realizzati nel 1981, essi formano una trilogia, forse un presagio sul quasi imminente ritorno definitivo alla terra, da parte dell'artista: Esculturas Rupestres (Rupestrian Sculptures), Untitled e Ochún. Ochún è un video prodotto poco al di fuori della costa di Key Biscayne, in Florida. La silueta qui punta verso Cuba, le acque tra la Florida e Cuba si increspano attraverso quella forma femminile. Ochún, che trae il proprio titolo da una dea Santería, trasforma il dolore della separazione in una poesia riservata, composta per altari eretti alla natura umana.
- Covered in Time and History: The Films of Ana Mendieta
- Dal 10 ottobre 2018 al 27 gennaio 2019
- Lynn Lukkas e Howard Oransky
- Jeu de Paume
- 1 Place de la Concorde, 75008 Parigi