La casa per due giovani professionisti legati al mondo dell’arte, situata ai piedi della collina di Licabetto e progettata da Oikonomakis Siampakoulis Architects, non è l’esito di una semplice ristrutturazione, ma di una nuova narrazione architettonica che intreccia arte, design e vita quotidiana. Il progetto nasce dalla valorizzazione di elementi originari, come i pavimenti alla veneziana e in marmo, e li reinterpreta con un linguaggio contemporaneo.
A metà strada tra super-arredo e piccola architettura, la cucina diventa il cuore pulsante della casa, un luogo dove la preparazione del cibo si trasforma in un rituale collettivo. Le mensole sospese giocano con la luce naturale, creando ombre e riflessi che mutano nel corso della giornata, mentre i ripiani in marmo raccontano una tradizione artigianale che si rinnova. Con la sua grande isola piastrellata che si aggancia a un pilastro, la cucina accentra anche nicchie e vani a giorno e innesca relazioni centrifughe con lo spazio intorno.
Poetico è il richiamo alla struttura metallica, una sorta di diaframma attrezzato, che sfuma il confine tra zona di passaggio e soggiorno, ospitando sui suoi piani libri e oggetti, offrendo appoggi e inquadrando porzioni di muro e finestre.
A livello funzionale, va sottolineata l’apertura di nuove finestre sopraluce che illuminano le parti più interne, riscattandole dal buio a cui erano condannate prima dell’intervento. Tuttavia, questo progetto non si limita a soddisfare esigenze pratiche, ma racconta una parte della natura greca: l’apertura multiculturale, celebrata nella varia ma selezionata scelta degli arredi e la capacità di rinnovamento di una operosità artigianale che esalta spazi, oggetti e usi. Così, anche i gesti più semplici, come accendere i fornelli o sfogliare un libro, possano essere trasformati in arte.