“Il mio più grande interesse ora è andare nelle campagne per cercare la vera cultura, la storia e la vita della gente comune, dal momento che molte città cinesi sono cambiate oltremodo ed è sempre più difficile trovarvi questo genere di cose,” affermava l’architetto Wang Shu su Domus 1021, nel febbraio 2018. Affermazioni come quelle del premio Pritzker 2012 ci illustrano bene lo scenario cinese: un paese che in pochi decenni ha cancellato una buona parte del suo patrimonio storico, naturale e culturale in nome di una modernizzazione banale e frettolosa. Negli ultimi anni possiamo assistere però alla rivincita della Cina Rurale: non solo in ambito architettonico – sempre più architetti reinterpretano forme e tecnologie tradizionali in chiave contemporanea, realizzando manufatti che integrano bene tradizione e innovazione. Il governo centrale sta provando a rivalutare le aree agricole del paese in chiave turistica. Tra il 2016 e il 2020 ha investito 656 milioni di dollari per incentivare questa nuova prospettiva. Tra le varie iniziative sono stati inaugurati 300 itinerari “lenti” per far riscoprire questi luoghi e sottrarli all’impoverimento e all’abbandono.
Un boutique hotel segna la rivincita della Cina rurale
In un villaggio montano a pochi chilometri da Pechino, lo studio Domain Architects riconverte una scuola abbandonata in un hotel di lusso.
Foto Sun Haiting
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Pianta piano terra
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- Salvatore Peluso
- 06 settembre 2022
- Pechino
- Domain Architects
- 630 mq
- hotel
- 2022
Il progetto MM Farm Boutique Hotel dello studio Domain Architects continua il percorso di riscoperta della ruralità in Cina. Gli architetti hanno riconvertito una scuola elementare abbandonata da anni in un villaggio di montagna vicino a Pechino, trasformandolo in un boutique hotel di alto livello. Per via delle normative locali non erano consentite aggiunte, sottrazioni o modifiche sostanziali delle strutture originali. Inoltre, date le politiche di controllo dovute al Covid-19 e ai rallentamenti della logistica, lo studio è stato costretto a utilizzare solo materiali locali e tradizionali. Queste costrizioni hanno quindi determinato un intervento leggero e caratterizzato da materiali e processi lo-tech, che però trasformano completamente l’esperienza del sito. Elemento che caratterizza l’intervento è la corda di canapa, un materiale utilizzato dalle popolazioni locali fin dalla preistoria ma raramente adottato in campo architettonico su larga scala. Le corde modificano le facciate esistenti e creano vibranti giochi di luce sia negli spazi interni sia in quelli all’aperto. All’attenzione per le tecniche tradizionali, il progetto unisce una particolare sensibilità ecologica, dato che Domain Architects ha pensato al ciclo di vita completo di ogni materiale di progetto.
- Beijing MM Farm Boutique Hotel
- hotel
- Domain Architects
- Xu Xiaomeng, Wang Hannah, Liu Zhipeng, Zhou Mingdi
- AND Office
- 630 mq
- 2022