“Volevo creare un paesaggio”, dice Junya Ishigami. “Voglio che le persone entrino, si siedano e guardino i giardini che stanno fuori, e che si sentano a loro agio; ma contemporaneamente voglio che guardino la struttura dall’esterno come se si trattasse di un nuovo giardino dentro questo parco.” Per Ishigami il Serpentine Pavilion 2019 è anche l’unione di locale – oltre sessanta tonnellate di ardesia della Cumbria – e universale: il comune linguaggio del tetto. Lastre d’ardesia sono sistemate a formare il baldacchino in modo apparentemente casuale, alla maniera dei muretti di pietra rurali, sopra una struttura d’acciaio. Con tre angoli che toccano il prato, oltre cento colonne bianche tengono sollevata la copertura di pietra al centro, a creare uno spazio simile a una caverna che ripara dal sole o, più probabilmente, dalle piogge dell’estate britannica. “Ho iniziato a chiedermi che cosa significhi veramente creare un’architettura in forma di paesaggio e ho cominciato osservando i metodi architettonici antichi”, ha dichiarato a Domus l’architetto in occasione della presentazione alla stampa del padiglione, ora aperto fino a ottobre come caffè e spazio per manifestazioni. “Gli antichi metodi dell’architettura usano i materiali provenienti dal paesaggio naturale in modo molto semplice, per cui tra il paesaggio locale e gli edifici antichi c’è qualcosa in comune”, spiega. “Credo anche che il tetto di pietra abbia una carattere di universalità: lo si trova in Giappone, in Asia, in Europa. Volevo mettere in risalto l’elemento comune.”
Il Serpentine Pavilion di Junya Ishigami: una caverna di ardesia ai Kensington Gardens
L’architetto giapponese racconta a Domus la realizzazione del Serpentine Pavilion 2019, un baldacchino con una cascata di lastre d’ardesia sostenute da pali sottili.
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- Jessica Mairs
- 21 giugno 2019
- Londra, UK
- Junya Ishigami
- 350 mq
- padiglione
- 2019
I lati della struttura si aprono sul parco e sulla Serpentine Gallery, ma le barriere trasparenti collocate intorno alla base stonano con l’irregolarità del baldacchino sovrastante e incanalano i visitatori in strette aperture, in certo qual modo guastando la transizione tra giardino e padiglione. Ishigami è stato scelto per progettare il padiglione di quest’anno da una commissione di cui facevano parte David Adjaye e Richard Rogers, presieduta dal direttore del museo Hans Ulrich Obrist e dall’ex amministratore delegato Yana Peel. Peel ha comunicato le sue dimissioni dalla carica martedì scorso, nel corso della presentazione del padiglione alla stampa, in seguito alle critiche che le sono state rivolte per i suoi contatti con un produttore israeliano di software di spionaggio, guastando la consueta fanfara che circonda l’inaugurazione del padiglione. La manifestazione di quest’anno è stata anche inficiata da alcuni attacchi a Ishigami per aver impiegato stagisti non pagati nel progetto del padiglione: situazione “decisamente complicata”, di cui l’architetto ha rifiutato di parlare. Un post su Instagram dell’architetto Adam Nathaniel Furman che mostra un elenco di stagisti dello studio senza compenso ha scatenato una discussione sulla diffusone in architettura del lavoro non pagato, ma la curatrice delle Serpentine Galleries Amira Gad dichiara che per il padiglione non è stato utilizzato alcun lavoro gratuito. “Io credo che il progresso della professione dell’architetto parta sempre dal lavoro fatto personalmente”, afferma Gad. “A prescindere da prassi consuete in altri luoghi, noi partiamo da noi stessi. Ci consideriamo una piattaforma per questo dialogo e per questo dibattito.”
- Serpentine Pavilion 2019
- Junya Ishigami
- Kensington Gardens, Londra, UK
- 21 giugno - 6 ottobre 2019