Questo articolo è stato pubblicato in origine su Domus 984 ottobre 2014
Centro innovazione scientifica
Nella capitale cilena, un volume monolitico di chiara geometria, che si staglia nello skyline urbano, ospita e favorisce al suo interno, grazie a precise scelte compositive, il proficuo scambio tra ricerca, risorse aziendali e attività commerciali.
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- 22 ottobre 2014
- Santiago
Nel 2011, il Gruppo Angelini ha stabilito di mettere a disposizione i fondi necessari alla creazione di un centro in cui rendere possibile l’incontro tra aziende, attività commerciali e ricerca universitaria: un punto di convergenza tra necessità pratiche e conoscenza accademica allo stato dell’arte. L’obiettivo era contribuire al processo di trasferimento di know-how, identificare opportunità commerciali, registrare brevetti e valorizzare le risorse esistenti, al fine di migliorare la competitività del Paese e accelerarne lo sviluppo. Il nuovo centro doveva essere ospitato all’interno del campus di San Joaquín della Universidad Católica de Chile.
La nostra idea si è articolata nella proposta di un edificio che desse spazio ad almeno quattro modelli di attività: una matrice di lavoro formale e una informale, percorse sia da soluzioni individuali sia collettive per l’incontro tra persone. È il motivo per cui in tutto l’edificio abbiamo moltiplicato i luoghi d’incontro: dall’atrio che ospita gli ascensori, in cui sono state collocate delle panchine dove sedere nel caso ci si imbatta in qualcuno con cui si desidera scambiare informazioni, a un nucleo trasparente dal quale gettare uno sguardo sulle attività in corso in altri spazi mentre ci si sposta verticalmente, fino a piazzole sopraelevate disposte su tutta l’altezza dell’edificio.
Il ribaltamento della tipica pianta dello spazio per uffici (da circolazione opaca e nucleo servizi con perimetro formato da pareti trasparenti a un nucleo aperto e aperture strategiche nel perimetro) non rappresenta solo un motivo funzionale, ma anche una risposta alla performance ambientale e al carattere della struttura. Il nostro edificio doveva rispondere alle attese del committente, vale a dire la realizzazione di un centro dedicato all’innovazione dotato di un aspetto contemporaneo.
A Santiago, i palazzi che vogliono apparire ‘contemporanei’ hanno facciate in vetro, ma a causa del clima locale il risultato è un forte effetto serra. Questo si traduce in un enorme dispendio di energia per il condizionamento. Eppure, per evitare il calore indesiderato non servono tecnologie sofisticate: è sufficiente collocare la massa dell’edificio intorno al perimetro, montare vetri rientrati rispetto alla facciata per prevenire l’irradiazione solare diretta, permettere la ventilazione naturale incrociata. Una facciata così opaca non solo si è dimostrata efficiente sul piano energetico, ma ha contribuito anche ad attenuare la luce estremamente intensa che normalmente costringe a proteggere gli spazi di lavoro con tende e tapparelle, annullando di fatto la trasparenza teorica dell’edificio. Il tal senso, la risposta al contesto non è stata improntata a nient’altro che a un rigoroso uso del buon senso.
Per altri versi, abbiamo pensato che la minaccia più grande per un centro dedicato all’innovazione sia l’obsolescenza, funzionale e stilistica. Perciò, accanto alla responsabilità professionale di evitare una prestazione estremamente povera sul piano ambientale, il rifiuto delle facciate in vetro ha rappresentato anche la ricerca di un design che possa far fronte alla sfida del tempo. Abbiamo pensato che il modo migliore per combattere l’invecchiamento fosse progettare l’edificio come se si trattasse, ancora prima che di un’architettura, di un’infrastruttura. Una geometria rigorosa e una materialità forte, monolitica, rappresentano la nostra soluzione per sostituire una forma di moda con una forma senza tempo.
© riproduzione riservata
Progetto: Alejandro Aravena | ELEMENTAL
Gruppo di progettazione: Alejandro Aravena, Juan Ignacio Cerda; Samuel Gonçalves, Cristián Irarrázaval, Álvaro Ascoz, Natalie Ramirez, Christian Lavista, Suyin Chia, Pedro Hoffmann
Strutture e ingegneria meccanica: Sirve S.A.
Direzione lavori: Juan Ignacio Cerda
Committente: Grupo Angelini, Pontificia Universidad Católica de Chile
Area del sito (Campus San Joaquín): 455.351 mq
Superficie costruita: 9.000 mq
Fase di progetto: 2011–2012
Fase di costruzione: 2012–2014
Costo: $ 18 milioni