Agora 2012 / Bordeaux 2030

La quinta edizione della Biennale di architettura, urbanistica e design, ha trasformato la città in un grande laboratorio urbano, in cui architetti di primo piano hanno discusso del suo futuro.

Bordeaux è una città portuale sulle rive della Garonna, nota nel mondo per i suoi vini e per la sua stupenda gastronomia a base di foie gras, formaggi e cannelés. Ma Bordeaux non è solo buona cucina: la città trasuda cultura da ogni angolo. Ne è un esempio il suo centro storico, il più ampio ambiente urbano mai tutelato dall'Unesco. Per di più, la città è indirizzata a un promettente futuro all'insegna dello slogan Bordeaux 2030, programma di ristrutturazione urbanistica iniziato nel 1996 per rispondere ai problemi: dalla scomparsa delle industrie all'abbandono del centro cittadino a favore della periferia, passando per un tasso d'occupazione tragicamente basso con le conseguenze in termini di declino demografico e di peggioramento dei livelli di inquinamento. I primi risultati, ispirati a criteri di sostenibilità non solo ambientale, ma anche economica e sociale, sono già visibili in molti punti della città, che cerca di trasformarsi entro il 2030 in un esempio per le altre città di tutto il mondo. Quartieri periferici come il Bacalan, ex zona portuale ristrutturata come quartiere residenziale per i giovani e nucleo di creatività culturale, oppure la Bastide-Niel, il primo quartiere ecologico di Bordeaux, progettato dallo studio olandese MVRDV, sono esempi della fioritura della nuova Bordeaux, esperimenti aperti per leggere la città come un grande laboratorio urbanistico.

Per consentire la partecipazione popolare e per dare trasparenza alle riunioni, ai processi e ai dibattiti che hanno luogo in città si è deciso nel 2004 di dare vita alla prima edizione della "Biennale d'architecture, d'urbanisme et de design" di Bordeaux che porta il titolo di "Agora". A otto anni dalla prima edizione a carattere biennale, la manifestazione è divenuta un punto di riferimento internazionale che discute un nuovo tema a ogni edizione e fa di Bordeaux un campo di sperimentazione. Per la quinta edizione, il responsabile dell'organizzazione dell'evento è stato l'architetto e antropologo francese Marc Barani, il quale ha deciso che questo "Agora" avrebbe avuto il compito di discutere e riflettere sulla trasformazione e sugli interventi in tema di patrimonio culturale. Tema straordinariamente necessario e complicato in una città come questa, caratterizzata dalla netta dismissione del patrimonio industriale e dello stesso centro cittadino. Per di più il tema può rivestire concretamente altrettanto interesse per la maggioranza delle città europee, città che oggi conservano un immenso patrimonio costruito da cui potrebbero trarre vantaggio e che potrebbero riutilizzare; ma ciò nonostante la scelta più diffusa consiste nell'abbandono e nella demolizione, in favore dell'espansione orizzontale di modelli urbanistici a bassa densità.

In apertura: il progetto di MVRDV Bastide Niel on Miroir d’Eau. Qui sopra: Vendredi 14 di gRamillien architecture & Lou Andréa Lassalle. Photo Vincent Monthiers

Il centro delle esposizioni e dei congressi di Bordeaux, noto come Hangar 14, è stato scelto come centro operativo della Biennale, dove il visitatore poteva trovare varie mostre, dibattiti e convegni, cui si sono affiancati laboratori, visite guidate e mostre distribuite in vari luoghi cittadini. All'Hangar 14 si potevano vedere interessanti videoinstallazioni che affrontavano il tema del patrimonio culturale dal punto di vista di varie città estere. Da Amsterdam, che non esita a distruggere e ricostruire continuamente, a Dresda, che non ha costruito un nuovo edificio in città negli ultimi cinquant'anni, passando per Cracovia che cerca di ricostruire la propria identità, oppure dagli Stati del Golfo Persico che un patrimonio culturale cercano di inventarselo. La manifestazione organizzata dal 13 al 16 settembre coincideva con le Giornate del patrimonio culturale, celebrate in tutta la Francia, nel corso delle quali edifici pubblici e anche privati sono stati aperti per permetterne il godimento al grande pubblico. È stato il caso della Maison Lemoine, uno dei capolavori di Rem Koolhaas, che generosamente ha aperto le porte per la gioia degli architetti o semplicemente di chiunque si interessi di architettura.

Centro espositivo Base Sous Marine. Photo Pierre Planchenault

Tra le mostre visitabili ad "Agora" – molte delle quali restano aperte nei prossimi mesi – è importante sottolineare la retrospettiva "Carlo Scarpa & Tobia Scarpa: Dialogo sospeso" al Musée des Arts décoratifs, con un'attenta selezione delle loro opere maggiori d'architettura e di design. Un altro spazio di enorme interesse, sede di varie mostre, è la Base Sous-Marine, ex base militare per sommergibili situata nelle vicinanze dell'ex zona portuale del Bacalan, che accoglie le mostre "Poussons les murs" e "Apprendre des cultures vernaculaires", con i lavori degli studenti dell'EPFL di Losanna.

La biennale è divenuta un punto di riferimento internazionale che discute un nuovo tema a ogni edizione e fa di Bordeaux un campo di sperimentazione.
Videoinstallazione all'Hangar 14. Photo Vincent-Monthiers

Come c'era da aspettarsi, trattandosi di architettura e della città di Bordeaux, il celebre centro d'architettura Arc en Rêve ha elaborato per l'occasione una ricca proposta, allestita nella sua stessa sede, parte di un ex magazzino dei primi dell'Ottocento oggi trasformato in museo cittadino d'arte contemporanea. La proposta dell'Arc en Rêve comprendeva una mostra fotografica di Iwan Baan sui viaggi che l'hanno condotto a rivisitare i simboli classici dell'architettura di Chandigarh e di Brasilia, la mostra "Rétrospective/perspectives, le Grand-Parc", sull'omonimo progetto di ristrutturazione di tre edifici di Bordeaux dello studio Lacaton & Vassal Architectes, e la mostra "50.000*", ricerca sull'aumento della densità del centro cittadino condotta da vari studi come l'AUC, i già citati Lacaton e Vassal e OMA.

Faccia a faccia tra Rem Koolhaas e il sindaco di Bordeaux Alain Juppe. Photo Rodolph Escher

Oltre alle mostre, sono stati organizzati dibattiti che hanno cercato di rispondere alle domande sul futuro della città, sul dilemma tra conservazione oppure demolizione del patrimonio costruito e sul futuro dello sviluppo economico delle città che hanno perso le loro industrie e non pensano di recuperarle. I dibattiti hanno visto l'intervento di grandi nomi come Rem Koolhaas e Eduardo Souto de Mura, Winy Maas (MRVDV), Clément Blanchet (OMA France), Anne Lacaton, Jean-Philippe Vassal e Djamel Klouche (l'AUC), faccia a faccia con politici ed esperti di vari settori nell'elaborazione della cornice teorica di questa biennale.

Installazione al Centre Arc en Reve. Photo Rodolph Escher

Pensando a questa biennale si potrebbe ritenere che, a paragone di quella veneziana, non si tratti di una biennale vera e propria; ma se si considera "Agora" da un altro punto di vista, l'istituzione di questo genere di manifestazioni potrebbe dimostrarsi ancora più pertinente. Ogni due anni i curatori di "Agora" scelgono un tema d'interesse per la città e trasformano Bordeaux in un grande laboratorio urbano, un polo di riflessioni in cui architetti di primo piano discutono del futuro della città. Non è forse meglio di un campo di battaglia per vedere quale paese debba fare la parte del leone? Gonzalo Herrero Delicado (@GonzaloHerrero) e María José Marcos (@magicarch) sono curatori, critici e consulenti indipendenti di architettura e cultura contemporanea. Gestiscono DOT Agency for Architectural Affairs (@aaaadot), agenzia nomade con sedi a Madrid, Parigi e Seul, che si dedica all'analisi e alla comunicazione dell'architettura tramite scritti, mostre, manifestazioni e corsi di formazione.

Presentazione di "Agora" al pubblico con l'intervento del politico e scrittore Erik Orsenna
PI 3,14, progetto degli studenti Victoire Delpierre, Cynthia Gomes, Federica Nassetti, Elisa Pupillo e Raffaella Ratti, all'interno della ricerca Design in the city
Yochai Matos, You are a saint
"Poussons les murs", mostra dei designer Ici Design alla Base Sous Marine.