In maggio, su ispirazione di uno scambio di email tra i filosofi Lieven De Cauter e Dieter Lesage, Domus ha invitato i lettori a inviare le loro idee di un possibile collegamento tra il continente africano e quello europeo attraverso lo stretto di Gibilterra. I risultati in termini di scala – e di fattibilità – vanno dalla semplice funicolare alla gigantesca città mediterranea galleggiante, spesso con la messa in causa della travagliata storia dei rapporti tra i due continenti. Nella serie dei commenti alle scelte di De Cauter e Lesage, dopo la selezione di Geoff Manaugh, e Saskia Sassen, tocca ora a Bruce Sterling, nostro collaboratore, scegliere le proposte che preferisce tra le centinaia che Domus ha ricevuto.
Catene di imbarcazioni abbandonate; relitti galleggianti riconfigurabili; acque miracolosamente divise; corde tese; e galleggianti come dirigibili. Un sacco di disperate battute politiche che non sono vere e proprie idee di ponti. Queste erano le voci che ho omesso delle mie scelte perché diventano clichés istantanei.
Cartolina #152. [immagine in alto]
Apprezzo questo deliberato rifiuto di sconvolgersi per l'alta tecnologia. È il ritratto dello scenario che si configurerà se si comincerà a farci meno caso. E potrebbe essere esentasse perché non resta più nessuno in grado di organizzare un sistema fiscale. Uno scenario rilassato, disincantato di "prima e dopo la scienza" in cui un William Shakespeare in pensione si incontra con un Cervantes in libertà condizionata.
Project Heracles #4
Continua la serie dei commenti alle cartoline inviate per Project Heracles, e tocca ora a Bruce Sterling scegliere le proposte che preferisce.
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- Bruce Sterling
- 12 agosto 2011
- Austin
Cartolina #38. Il modello cinese di sviluppo globale entra in una parola qui. Mentre gli africani languono e gli europei discutono, gli ingegneri cinesi lo può avere! La maggior parte delle merci spedite attraverso questo aggeggio è fatto in Cina comunque. Questo schema batte la diga delle Tre Gole.
Cartolina #62. Città iperboloide galleggiante di Evgeniy Lobanov e Nikita Timoshenko. La megaingegneria russa di questi tempi è sottovalutata. Gli europei di una certa età potrebbero provare un fremito di nostalgia punkatomica di fronte a un progetto di queste dimensioni della portata di uno Sputnik. Avrebbe anche come effetto un grande scenario di colossali rovine: La "teoria del valore delle rovine", come diceva Albert Speer, che pensava in grande.
Avrebbe anche come effetto un grande scenario di colossali rovine: La “teoria del valore delle rovine”, come diceva Albert Speer, che pensava in grande.
Cartolina #108. Circummediterranea 2020 di Allegra Morpurgo e Matteo Soldati. Mettere in piedi un singolo ponte è un'impresa piena di difficoltà, ma mettere in piedi interi sistemi di ponti certamente ha funzionato bene per Dwight Eisenhower e per il sistema autostradale che collega gli Stati americani. Tra l'altro un ponte si può chiudere quando si vuole, ma un sistema intero fa dell'area interessata l'ostaggio permanente delle sue infrastrutture. Una volta varato il programma non c'è modo di tirarsi indietro.
Cartolina #135.
Il ponte come miraggio di Hans Maes (cartolina n. TK)
Grande eleganza per un finto ponte che a stento si dà la pena di esistere. Il miraggio è cosa della fantasia, ma si fa più interessante quando esiste davvero ma viene programmaticamente messo da parte da chi non ci fa caso. Alla Spagna, dopo i cambiamenti climatici, non farà difetto la torrida atmosfera del Sahara e quindi i miraggi del deserto stanno attraversando lo stretto, che lo si noti o meno.
Cartolina #6: e addizionale