The Hit List
Dire che gli Stati Uniti esistano nel loro attuale stato di benessere economico e militare grazie a una costellazione periferica di siti sparsi per il mondo non è poi un'affermazione così azzardata. Queste realtà lontane, come miniere di terre rare, hub di telecomunicazioni e produttori di vaccini, fungono da contrafforti geopolitici e per gli affari interni americani rivestono la stessa importanza della sicurezza nazionale. Eppure questa rete oltreoceano non è né uniforme né necessariamente identificabile come tale: è discontinua in modo aggressivo e deliberato, difficilmente riconducibile a qualche particolare. In un certo senso, è una geografia occulta, ignara della sua importanza e così sparpagliata da non poter essere facilmente spezzata da un momento all'altro.
Ed è stato proprio questo a rendere così interessante la controversa pubblicazione da parte di WikiLeaks nel dicembre scorso di una lunga lista di obiettivi infrastrutturali ritenuti di vitale importanza per la sicurezza nazionale americana. La costellazione geografica da cui dipendevano gli Stati Uniti è stata tutt'a un tratto messa a nudo, con tanto di nomi e luoghi, e davanti agli occhi di tutti.
Il particolare dispaccio diplomatico in questione, originariamente inviato dal segretario di Stato Hillary Clinton a tutte le ambasciate straniere nel febbraio 2009, e destinato a eventuale declassificazione solo nel gennaio 2019, descrive quelle che vengono definite 'dipendenze critiche' al di fuori dell'America, cioè le infrastrutture di vitale importanza e risorse chiave all'estero. Queste 'dipendenze critiche' sono ripartite in diciotto settori fra i quali energia, agricoltura, banche e finanza, acqua potabile e relativi sistemi di trattamento, sanità pubblica, reattori nucleari e 'produzioni critiche'. Tutte queste realtà, settori o servizi, come spiega il dispaccio, "se distrutti, interrotti o sfruttati, potrebbero avere un effetto immediato e deleterio sugli Stati Uniti". E difatti non ci sono alternative: diversi siti sono considerati insostituibili.
La lista venne inizialmente concepita come un modo di estendere il cosiddetto NIPP, il National Infrastructure Protection Plan incentrato su infrastrutture nazionali, a quello che il dipartimento di Stato americano ha battezzato con l'acronimo di 'CFDI' che sta per Critical Foreign Dependencies Initiative. Il CFDI, ancora in fase nascente, per il momento ha il compito di redigere liste, ma potrebbe arrivare al finanziamento diretto per la protezione di questi siti extraterritoriali, inglobandoli di fatto in questo trasversale paesaggio statunitense.
Naturalmente, il timore che qualcuno potesse usarla come check-list di obiettivi sensibili a scopi militari o di sabotaggio terroristico aleggiava sulla copertura mediatica al momento della pubblicazione del dispaccio. Se è ovvio che il dispaccio possa essere strumentalizzato a fini malvagi, e gli articoli come questo non fanno che aumentare la probabilità che ciò accada un giorno, dovrebbe anche essere chiaro che la sua divulgazione offre all'opinione pubblica l'opportunità tanto attesa di poter esprimersi sulle vulnerabilità spaziali del potere americano e sulla geometria della globalizzazione.
Nell'identificare questi lontani punti deboli della propria armatura, l'America ha fatto emergere, senza volerlo, una nuova concezione spaziale secondo la quale il concetto di stato-nazione è cambiato così rapidamente da mettere in difficoltà le stesse nazioni per stare dietro alle proprie stesse appendici.
Visto in quest'ottica, l'importante non è tanto quali di questi siti figurino sul dispaccio di WikiLeaks o che compaiano su una lista. Una sovranità operante a livello globale, planetario, richiede una geografia nuova: discontinua, contingente e diversamente vulnerabile, nascosta all'opinione pubblica fino a quando non si verificano rare fughe di notizie come queste. Geoff Manaugh, blogger
Nell'identificare questi lontani punti deboli della propria armatura, l'America ha fatto emergere, senza volerlo, una nuova concezione spaziale secondo la quale il concetto di stato-nazione è cambiato così rapidamente da mettere in difficoltà le stesse nazioni per stare dietro alle proprie stesse appendici.