Curata da Florence Sarano e da Jean-Pierre Blanc, la mostra "2010 around the world": the diary of a year of architecture" è una panoramica sul mondo attraverso cinquantadue immagini. L'esposizione guarda all'architettura da due punti di vista diametralmente opposti; da una parte, la scala urbana che Baan fotografa all'alba, sorvolando le città a bordo di un elicottero.
Ed è lì nell'aria che rende manifesti a noi, che siamo rimasti a terra, temi difficilmente percepibili: come, per esempio, nel MAXXI di Roma, Zaha Hadid derivi il suo progetto dall'allineamento con i corpi di fabbrica preesistenti di un'ex caserma, creando allo stesso tempo una sorta di cortocircuito nella regolarità del quartiere circostante. O ancora, come Michael Maltzan sia stato in grado, nella banalità indifferenziata del centro di Los Angeles, di ritagliare una sorta di oasi architettonica con l'Inner City Arts: un insieme di architetture bianche in contrasto con i toni scuri del quartiere adiacente.


Iwan Baan si avvicina, infatti, all'opera d'architettura e alle vite che la circondano in modo non neutrale, ma con l'atteggiamento da classico reporter: ma, quando tocchi l'esistenza degli altri, può anche essere pericoloso. A Medellín e a Caracas, qualcuno gli ha così rivolto una pistola in faccia.
Anche se il soggetto della sua fotografia è l'architettura, avvertiamo comunque la presenza delle persone nelle sue immagini. Questo significa che l'architettura ha senso solo se esiste per la gente. Toyo Ito


Iwan Baan: 2010 around the world
the diary of a year of architecture
Fino al 27 Marzo
Villa Noailles
Montée Noailles,
Hyères, Francia



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