La terra è rossa, secca e polverosa, la vegetazione tropicale, il ritmo stagionale si mantiene preciso e uniforme: sei mesi di cielo sereno, sei mesi di piogge.
Brasilia Superquadra
Francesco Marini guarda alle zone residenziali di Brasilia in cui la dimensione dell’uomo è metodicamente proporzionata rispetto agli spazi e in cui la selezionata popolazione locale è cresciuta abituandosi a uno stile di vita ideale con ampi spazi pubblici e in rapporto con la vegetazione.
View Article details
- 25 novembre 2014
- Brasilia
È diversa dal resto del Brasile, qua Niemeyer, a partire dalla Superquadra 108, ha progettato un villaggio-capitale seguendo delle regole e dei principi urbanistici chiari e razionali. Il piano urbanistico è meticoloso e dettagliato, studiato immaginando un futuro senza difficoltà, evitando di incorrere in tutti i problemi che caratterizzavano le vecchie e decadenti città coloniali.
Oltre alla famosa e monumentale zona governativa e agli incroci a dodici corsie, Brasilia possiede un ecosistema residenziale esemplare. L’Ala nord e l’Ala sud formano un’area in cui la dimensione dell’uomo è metodicamente proporzionata rispetto agli spazi e in cui la selezionata popolazione locale è cresciuta abituandosi a uno stile di vita ideale. Uscendo dalla metropolitana, in corrispondenza di questa zona cittadina, la sensazione di distacco ed eccesso che caratterizzano il centro si trasforma in quiete e silenzio.
Il primo aspetto che attira l’attenzione è l’estensione degli spazi pubblici. Non esistono cancelli e recinzioni, zone accessibili e altre inaccessibili, si può tranquillamente camminare attraverso ogni angolo, percorrere lo spazio senza interruzioni per tutta la lunghezza del quartiere. I condomini sono tutti sospesi su eleganti pilotis, privi di un ingresso frontale: vi si accede dal basso, con un ascensore, come si trattasse di una navicella spaziale. I grandi prati e la vegetazione sono un tutt’uno con gli spazi abitativi, si confondono e integrano come in un paesaggio di palafitte o di case sugli alberi, interpretando al meglio l’idea di città-giardino. Nelle intenzioni di Costa c’era la volontà di dare agli abitanti una sensazione di totale libertà. Le dimensioni, le proporzioni e la densità abitativa furono infatti concepite per trasmettere una sensazione di sicurezza e accessibilità.
La quiete disarmante che si prova camminando per la città è anche visiva: niente è fuori posto, niente sembra sfuggire alla sistematica pianificazione iniziale. Difficile capire se sia dovuto all’iperprogettazione della città, allo scarso attivismo degli abitanti, o se rientri semplicemente nelle peculiarità del nuovo modo di vivere, in fondo intento originario della capitale brasiliana.
Francesco Marini, è nato a Recanati, ha studiato Design del prodotto presso il Politecnico di Milano e alla PUC Rio de Janeiro. Attualmente lavora come designer e fotografo freelancer a Milano.