L’inverno è ormai alle porte e le feste si avvicinano. Ecco allora, come ormai di consuetudine, una lista di 10 proposte di libri per il Natale 2024. Libri da leggere durante l’intervallo festivo, ma anche da regalare, da comprare, collezionare, per ben iniziare l’anno nuovo, e per ben finire quello che ormai declina. Questa volta, la selezione non è legata a un tema comune, ma esplora piste e prospettive diverse, anche con l’obiettivo di coinvolgere un pubblico più largo, non solo di specialisti. Ma una dimensione riunisce tutti questi libri, che abbordano soggetti in apparenza lontani anni luce l’uno dall’altro: la capacità del design (nelle sue diverse declinazioni, dall’architettura alla moda, dai giardini alle utopie) di infiltrare il quotidiano come una forza vitale. Il design non è una materia per i soli professionisti del settore ma ci riguarda tutti e tutte: è l’insieme delle strategie che adottiamo per adattarci al nostro ambiente, per presentarci agli altri, per costruire la nostra identità, per appropriarci lo spazio e il tempo, per fondare un orizzonte comune. In breve, per abitare il mondo.
10 libri da leggere durante le vacanze
Dalla moda all'architettura, abbiamo selezionato titoli molto diversi tra loro per questo Natale. Tutti però mostrano la capacità del design di infiltrare il quotidiano come una forza vitale.
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- Emanuele Quinz
- 10 dicembre 2024

Organizzato in ordine alfabetico, un glossario è un elenco di termini, concetti o espressioni, corredato da definizioni o spiegazioni, che ha lo scopo di chiarire parole specializzate, tecniche o poco comuni utilizzate in un testo o in un determinato ambito di studio. Il volume, appena pubblicato da Spector Books, prende alla lettera questa funzione, ma ne ribalta l’essenza: invece di descrivere una norma, non smette di esplorare le eccezioni, invece di fondare il design come una disciplina, lo apre come una costellazione di pratiche indisciplinate. Un atto di anarchia necessaria, allo stesso tempo euforico ed etico, in un campo sempre più in preda al conformismo del marketing.
La pubblicazione di un libro di Riccardo Falcinelli è sempre un evento. La sua capacità di spiegare le immagini, la loro struttura e il loro funzionamento, ma anche l’impatto percettivo e psicologico, è ineguagliabile. Visus è senza dubbio uno dei suoi volumi più ambiziosi e importanti – perché il volto umano, al centro dell’indagine, non è semplicemente un’immagine. Passando al setaccio con finezza e humour tutta una galleria di ritratti “dall’antichità al selfie”, Falcinelli ci conduce per mano alle radici dell’arte (non solo del ritratto) e rivela come, attraverso la rappresentazione del volto, si compone la nostra identità. Ma fa molto di più: ci mostra che la nostra faccia non è natura ma è già design.
“Ho conosciuto molte persone, tutti i direttori e i redattori possibili e immaginabili, ma nessuno come lei. Davvero nessuno,” dichiarava Azzedine Alaïa a proposito di Carla Sozzani. Oggi un libro celebra questa figura imprescindibile della moda e della cultura italiana. Un viaggio straordinario che prende le mosse dall’infanzia a Mantova, approda a Milano passando per la Swinging London, si intreccia con il sodalizio con l’inseparabile sorella Franca, storica direttrice di Vogue Italia, la direzione di riviste come Elle e numeri speciali di Vogue, le collaborazioni con grandi fotografi e stilisti come Romeo Gigli e Alaïa, la creazione della Galleria Sozzani, il lancio del marchio NN Studio e l’apertura di 10 Corso Como, il primo concept store che ha rivoluzionato il panorama internazionale, fino alla nascita della Fondazione Sozzani, tra Milano e Parigi. Un percorso eclettico e sorprendente, animato da un’inesauribile energia. Louise Baring ne ritraccia le tappe in un libro che somiglia a un album fotografico, capace di raccontare non solo la sua storia, ma anche una parte della nostra.
Pubblicato all’occasione della prima mostra in assoluto dedicata al più grande marchio sportivo del mondo, attualmente in corso al Vitra Design Museum, il libro ripercorre la storia di Nike dalla fondazione nel 1972 a oggi. Leader sul mercato, Nike è sicuramente l’azienda di abbigliamento più grande del mondo con un fatturato annuo che supera i 50 miliardi di dollari. Ma anche, come il libro dimostra, un vero laboratorio di design. Dalle sperimentazioni per i modelli di iconiche sneaker come le Waffle Trainer, le Air Force One, e le Shox, alle partnership con le stelle dello sport come Michael Jordan, fino alle collaborazioni con designer come Marc Newson, Comme des Garçons, Virgil Abloh, Nike non ha smesso di rimodellare il design. Grazie alla ricchissima iconografia storica e contemporanea (e, in particolare le fotografie commissionate ad Alastair Wiper che illustrano il design, le aree di produzioni e l’archivio nel quartiere generale di Nike), il libro permette al lettore di entrare dietro le quinte della marca, nella fabbrica delle icone, nel cuore pulsante di un sistema capace di unire innovazione e successo, e di imporre il design come segno identitario.
Nella primavera del 1966, quattro europei – gli architetti Umberto Riva e Luisa Castiglioni, il flâneur Enzo Muzii e il mecenate Hans Deichmann – attraversano gli Stati Uniti per documentarne le architetture moderne. Riattualizzando l’antico rituale del Grand Tour, da San Francisco a New York, passando per il Sud e il Midwest, fotografano capolavori di Mies van der Rohe, Louis Kahn, Frank Lloyd Wright e altri, catturando un’America nel pieno del suo splendore. Le immagini, in bianco e nero, alimentano il celebre numero 17 di Zodiac, la rivista di Adriano Olivetti. Accompagnate dalle analisi di Gabriele Neri, Maddalena Scarzella e dalla testimonianza di Maria Bottero, allora redattrice di Zodiac, le fotografie di quel viaggio sono raccolte in un piccolo volume, pubblicato dalla casa editrice Humboldt. Un modo non solo per rivedere città e architetture che hanno segnato la modernità, ma anche per ribadire la necessità del viaggio come strumento di conoscenza.
Si sa, la maggior parte dei progetti disegnati dagli architetti, anche dai più celebri, non è realizzata. Per cause diverse, per problemi di fondi, o per dissidi con i committenti, per difficoltà tecniche o logistiche, ma anche per contingenze più drammatiche, come guerre e calamità naturali. Curato da Sam Lubell e Greg Goldin, curatori delle celebri mostre Never Built New York e Never Built Los Angeles, il libro appena pubblicato da Phaidon presenta per la prima volta un’estesa mappatura dei progetti architettonici più spettacolari mai realizzati del XX e XXI secolo – dal grattacielo disegnato per il Roger Lacy Hotel da Lloyd Wright nel 1946 alla Qatar National Library progettata da Isozaki nel 2002, dal supercontinente Atlantropa sognato da Peter Behrens nel 1928 al progetto urbano di Mvrdv per la città patrimonio Unesco a Liuzhu, in Cina. Atlante di utopie e fallimenti, di deliri e di ideali, il libro ribalta l’architettura dall’interno: come scrivono i curatori, “nel non-costruito si trova l'aldilà dei sogni”.
Tutti i volumi della collana Oilà, curata da Chiara Alessi per Electa (con il riuscitissimo progetto grafico di Leonardo Sonnoli), sono imperdibili, perché tracciano una contro-storia tutta femminile del design. Ma l’ultima uscita ancora di più, perché è dedicata a una figura chiave della cultura italiana: Maria Cristina Mariani Dameno (1924-2020), meglio conosciuta come Cini Boeri. Non solo una grandissima protagonista dell’architettura e del design (chi non conosce il suo mitico divano Serpentone, vendibile a metri?) ma anche una donna che ha vissuto intensamente la propria indipendenza, come progettista ma anche partigiana e madre. Attraverso documenti storici e testimonianze dirette, la narrazione di Cristina Moro, curatrice dell'archivio Cini Boeri e Michele De Lucchi oltre che collaboratrice di Domus, restituisce un ritratto luminoso di Cini Boeri che va oltre la figura dell'artista, tracciando un percorso di lotta e di ricerca sempre in dialogo con la contemporaneità.
A un anno dalla scomparsa di Andrea Branzi, esce questo volume che riunisce per la prima volta i circa duecento testi che il designer ha pubblicato sulla rivista Interni, dal 1979 al 2023. Un libro prezioso per cogliere le infinite sfaccettature di Branzi, che, sempre impavido e acuto, indisciplinato e arguto, non smette di spostare il suo sguardo, interessandosi alle trasformazioni del mondo, e non solo dell’architettura e del design. Ripercorrere questo zig-zag che sembra infinito – che ci porta dalla cultura del progetto alla scuola, dalle città all’animismo, dalla post-modernità alla neo-preistoria, è come seguire il filo di un “pensiero scritto in progressione”, funambolico, acrobatico e sempre spiazzante. E ci fa capire quanto ci manca Branzi e quanto il design possa essere una forma di saggezza.
Nella nostra selezione non può mancare un libro dedicato ai giardini. Pubblicato per la prima volta nel 1966, questo piccolo volume, firmato dal celebre architetto danese C.Th. Sørensen, è rapidamente diventato un classico del paesaggismo. L’idea alla base è al tempo stesso semplice e rivoluzionaria: tutti i 39 progetti di giardini presentati, che spaziano dai cortili rurali ai parterre rinascimentali, devono essere realizzabili nel terreno di una casa ordinaria. Finalmente di nuovo disponibile in inglese (l’edizione tedesca è da poco nel catalogo delle edizioni Lars Müller), con un’introduzione dell’architetto Lodewijk Wiegersma, questa raccolta si presenta come una fonte di ispirazione per chiunque desideri esplorare le possibilità spaziali e poetiche del paesaggio domestico, ribadendo che il giardino non è un lusso, ma una necessità.
Campo nasce come un collettivo (composto da Gianfranco Bombaci, Matteo Costanzo, Luca Galofaro, e Davide Sacconi) con l’obiettivo di rileggere l’architettura e la città contemporanea in chiave sperimentale, mettendone in luce contraddizioni e contrasti. Appena pubblicato, il libro Zibaldone raccoglie dieci anni di riflessioni, coinvolgendo oltre 100 autori (da Didier Fiuza Faustino a Pier Vittorio Aureli, da Supervoid a Bêka & Lemoine) in un vertiginoso caleidoscopio di testi e immagini. Metà diario e metà antologia, il libro restituisce all’architettura, troppo spesso ingessata in dibattiti oziosi e obsoleti, una vitalità tonificante.