Le prime modalità di impacchettamento sono state registrate in Asia, in cui dominava l’idea che i regali incartati portassero fortuna alla persona che li riceveva. In Corea, il tessuto da imballaggio cerimoniale è chiamato bojagi e risale al primo secolo d.C., prima ancora che diventasse un’icona culturale nella Corea pre-moderna durante la dinastia Joseon (1392-1897). In Giappone, usati fin dal periodo Edo, i tessuti da imballaggio riutilizzabili prendono il nome di Furoshiki o, nella versione formale, di Fukusa. Entrambi sono impiegati ancora oggi e permettono all’arte di innalzarsi a una cerimonia di commemorazione.
In Occidente, la tradizione di fare regali a Natale è comunemente accettata per avere avuto origine grazie a saggi che offrivano doni nascosti in elaborati tessuti decorativi. Tuttavia, solo pochi secoli dopo, la carta da regalo divenne un classico della stagione natalizia. I fratelli Hallmark gestivano una cartoleria a Kansas City. Nel 1917, la stagione fu particolarmente positiva e finirono la carta velina che la gente usava per incartare i regali; per non ostacolare il loro successo, i fratelli trovarono nel magazzino una pila di fancy French – carta destinata non all’esposizione, ma al rivestimento delle buste – e dopo averla aggiunta alla vetrina e aver fissato il prezzo a 0,10 dollari a foglio, il successo fu immediato.
Hallmark inizia a pubblicizzare i pacchi regalo negli anni ‘30. Una delle prime pubblicità destinata ai rivenditori è apparsa nel Hall Brothers Handy Book. Negli anni ‘50 e ‘60, promuove la confezione regalo inviando stilisti in tutto il paese per workshop e dimostrazioni di confezioni regalo ed inizia a offrire un merchandising di boutique in modo tale che gli acquirenti potessero trovare e selezionare facilmente la propria confezione regalo. Il resto è storia.
Dagli anni Cinquanta l’arte dell’incarto ha assunto una miriade di forme, ma per quanto riguarda gli scarti commerciali alcuni marchi o individui hanno provato a distinguersi con collaborazioni prestigiose che quasi non vorremmo scartare.
Immagine di apertura: William Morris, “Strawberry Thief”, Pepin Press. Courtesy ©2021 Sanderson Design Group