Ne La Solitudine del Cittadino Globale, Zygmunt Bauman sostiene che l’unica riposta alla tormentosa sfiducia esistenziale e al nostro senso di solitudine e precarietà è il recupero dell’”agorà” classica: un luogo comunitario dove la libertà individuale scaturisce dall'impegno collettivo e dove le sofferenze private possono essere percepite come ansie condivise. È da questo approccio che scaturisce Villaggio Morandi, la proposta progettuale recentemente presentata da Fondazione Morandi (ente che da anni sostiene la formazione medica e supporta sanità, educazione e sport sul territorio) e sviluppata da Migliore + Servetto. Come la cura offre una “seconda chance” a chi ha avuto la sfortuna di imbattersi nella malattia o in tragici accidenti (come nel caso della stessa famiglia Morandi, toccata dalla drammatica esperienza di un grave incidente del figlio a cui cure mediche hanno dato efficace risposta), così il progetto offre una “seconda chance” a due aree strategiche del tessuto urbano di Monza, da tempo in attesa di una riconfigurazione: l’Ex Centro di Controllo Rai, progettato nel 1954 in stile razionalista da Gio Ponti nel Parco di Villa Reale, e il vicino lotto di Via Lissoni. I due luoghi, tra loro strettamente interrelati, formerebbero il Villaggio Morandi, un organismo vitale aperto al territorio dove spazi di cura si fondono con luoghi di socialità e accoglienza, innescando nuove dinamiche relazionali. L’Ex Centro di Controllo Rai sarebbe interessato da un accurato intervento di restauro filologico e rigenerazione finalizzato a preservare la preziosa eredità architettonica di Ponti, leggibile nell’equilibrio tra funzionalità tecnologica, estetica e rapporto con la natura, e trasformare lo storico fabbricato per uffici nel nuovo hospice pediatrico “Domus Morandi”. Nel lotto di via Lissoni, si propone la realizzazione di “Campus Morandi”, un complesso polifunzionale articolato attorno ad una piazza-giardino centrale (l’”agorà” che prefigurava Bauman?) che funge da cuore nevralgico delle attività della Fondazione e da cui, come da un seme, germoglierebbero gli spazi riabilitativi e ricreativi adiacenti, aperti alla cittadinanza.
Il centro Rai di Gio Ponti al Parco di Monza rinasce come luogo di cura
La proposta progettuale di Migliore + Servetto promossa da Fondazione Morandi ridisegna il centro e uno spazio adiacente in un luogo di cura medica, vita comunitaria e scambio reciproco.
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- Chiara Testoni
- 04 novembre 2024
- Monza, Italy
- Migliore + Servetto
- health and care
- proposal
Come afferma il progettista Ico Migliore: “Da tempo il nostro studio dedica particolare attenzione al tema del luogo che cura, argomento trattato anche nella recente pubblicazione “Museum Seed. The Futurability of Cultural Places”. La collaborazione con la Fondazione Morandi ci ha portato a riflettere ulteriormente sulla potenzialità dell’architettura di farsi luogo di cura e di benessere, un’idea che ci porta a immaginare uno spazio aperto alla città e a tutta la comunità. Sentirsi sicuri, connessi, centrali in momenti delicati è sempre fondamentale, per questo penso sia necessario costruire luoghi di forte identità e empatia, capaci di rassicurare oltre che accogliere. Un seme di bellezza e sostegno che potrebbe crescere e far germogliare nuove idee, nuovi approcci alla cura e soprattutto nuove relazioni umane”.
Attraverso il progetto, Fondazione Morandi persegue l’obiettivo di rifondare la concezione degli spazi di cura, qui intesi come luoghi in grado non solo di erogare servizi sanitari e assistenziali innovativi ma anche di generare dinamiche di reciprocità e di scambio, per cui chi riceve si sente a sua volta chiamato a ricambiare: nella convinzione che il rafforzamento del tessuto sociale sia una medicina irrinunciabile per curare i mali del presente, non solo fisici ma anche psicologici.
Courtesy of Migliore + Servetto
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