Questo fine settimana, 1-2 giugno 2024, è in programma la settima edizione di Open House Torino, l’evento gratuito dedicato ai luoghi d’interesse della città sabauda. Sarà possibile visitare gratuitamente 150 luoghi, tra palazzi storici, case e architetture, e anche seguire dei tour a tema per la città. Ecco 10 cose che vi consigliamo di vedere.
10 luoghi da vedere in occasione di Open House Torino
Anche quest’anno Open House si rivela un’ottima occasione per visitare alcuni dei luoghi più interessanti della città. Da Palazzo Lancia al quartiere Città Giardino, una selezione di dieci architetture da vedere questo weekend.
Foto di Luisa Porta e Daniele Ratti
Foto di Michele D’Ottavio
Immagine per gentile concessione di Open House Torino/Centro Culturale Bruno Zevi
Foto di Barbara Corsico
Gentile concessione di Open House Torino/515 Creative Shop.
Gentile concessione di Open House Torino/Beeozanam.
Foto di Federico Masini
Gentile concessione di Open House Torino/Alessandra Aires
Gentile concessione di Open House Torino/vivoin
Foto di Luisa Porta e Daniele Ratti
View Article details
- Lucia Brandoli
- 31 maggio 2024
Progettato da Nino Rosani e completato nel 1957, con i suoi 16 piani di vetri specchiati, Palazzo Lancia, ispirato al Pirellone di Milano, ha ospitato la direzione della casa automobilistica ergendosi a cavallo delle fabbriche che animavano il quartiere Borgo San Paolo. Da allora molte cose sono cambiate, tra cui la vista che abbraccia lʼintera città dai suoi 70 metri d’altezza, che all’epoca della costruzione lo rendevano “un grattacielo”. Ma anche senza la grande scritta Lancia in cima, il palazzo rimane il gigante del quartiere.
Realizzato nel 2011 da Luciano Pia, Stefania Naretto, Chiara Otella e Giovanni Vercelli, 25verde emerge dal tessuto urbano come una sorta di foresta abitabile, con il fascino di una casa sull’albero: passerelle sorpassano specchi d’acqua e orti e giardini rigogliosi crescono sul tetto. Le piante che avvolgono i terrazzi dalla sagoma irregolare delle 63 abitazioni cambiano di stagione in stagione, producendo ossigeno, assorbendo anidride carbonica e intrappolando le polveri sottili.
Realizzata nel 1963 su progetto di Bruno Zevi e Vittorio Gigliotti, la biblioteca di Beinasco, oggi Centro Culturale, è stata recentemente restaurato da Carlo Ostorero, di Dedalo Architettura. La sua storia è strettamente legata a quella della famiglia Einaudi. Nel 1961, infatti, alla morte del Presidente Luigi Einaudi, il Comune di Dogliani chiese al figlio editore, Giulio Einaudi, un monumento per ricordare il padre, da sempre legato alla cittadina per origini familiari. Giulio decide allora di donare alla comunità una biblioteca, inaugurata poi nel ’63. Per il progetto coinvolge Zevi, che realizza un edificio di stampo fortemente contemporaneo, basato su una visione civile dell’architettura come occasione di rinnovamento per l’Italia. Da quella biblioteca, poi, Zevi ricaverà un modello costruttivo, disegnando un modulo prefabbricato estremamente funzionale ed economico, con l’idea di dare impulso a un’intera rete di costruzioni simili nei piccoli e medi centri italiani, anche se questa, alla fine, è stata l’unica realizzazione compiuta di questo tipo.
Città Giardino, insieme ai suoi dintorni è un luogo semi-sconosciuto, da veri intenditori di Torino, caratterizzato da piccole abitazioni sorte nell’immediato dopoguerra al di là dell’attuale via Guido Reni, verso i campi di periferia di zona Gerbido. La Casetta è un intervento di rinnovamento di Studioata che dà nuova vita a un edificio indipendente a due piani con giardino degli anni Sessanta, trasformandolo in una villa urbana sostenibile. Il progetto vuole esaltare il dialogo interno-esterno, grazie alle ampie vetrate affacciate sul piccolo cortile interno. Al primo piano, allestimenti speciali e arredi su misura generano un’atmosfera accogliente e curata.
Torino è una città con una potentissima cultura underground, che a vari livelli emerge, anche dove meno te lo aspetti. 515 è un’agenzia di comunicazione e design con uno spazio espositivo e una rampa da skateboard al centro. La pista in legno che domina lo spazio è anche una libreria, così come può diventare uno spazio per sedersi. Le larghe vetrate industriali, che in passato furono di una fabbrica di flipper e poi di una galleria d’arte, guardano un cortile interno alberato. Per l’occasione, nello spazio sarà allestita la mostra di Gosia Turzeniecka, con un allestimento irregolare e libero, dalla lievità surrealista.
In un’area rimasta ai margini delle ultime grandi trasformazioni di Torino, Beeozanam è la sede di un gruppo di associazioni e realtà, una community-incubatore dedicata alla lotta alla povertà culturale e alla crescita di una nuova generazione sostenibile. L’edificio che la accoglie è un vecchio stabile industriale d’autore, e cioè la “macchina-nave” pensata dal futurista Nicolaj Diulgheroff per l’Opificio Simbi, stamperia di lamiere, tra il 1938 e il 1941. Le opere di street art sulle pareti e l’orto sul tetto sono i segni più evidenti delle nuove energie che la abitano.
All’ultimo piano di un palazzo di San Salvario, questo tipico appartamento torinese si affaccia sui tetti degli altri edifici che lo circondano. La scelta dei colori e la loro combinazione è il linguaggio attraverso cui la sensibilità personale di una coppia di progettisti – Unduo e Andrea Zanero – si fa casa. Gli interni, completamente ristrutturati grazie a soluzioni informali, prestano grande attenzione alla luce.
La fabbrica di vermouth Annibale Trinchieri aprì nel 1900 fra le case della vecchia Barriera di Lanzo. Profumi di erbe officinali e spezie si diffondevano nel borgo fino alla chiusura, nel 1950. Oggi è stata trasformata in un loft da Alessandra Aires. Dietro la semplice facciata c’è un giardino che riprende le tonalità del vermouth, un appartamento dalle grandi finestre e dai colori vibranti, con le antiche travi in legno a incorniciare le nuove stanze.
Giovanni Antonio Porcheddu, sardo del sassarese, a Pisa e poi a Torino per gli studi, è l’ingegnere a cui si deve l’introduzione in Italia del cemento armato come tecnica di costruzione. Nei primi anni del Novecento, l’Impresa Porcheddu si dedica a grandi opere nel nord del Paese, fra cui la ricostruzione del Campanile di San Marco a Venezia, ma è a Torino che trovano uno spazio speciale le idee dell’ingegnere che collabora ai cantieri dello Stadium, poi smantellato, e agli impianti del Lingotto. Il tour – in collaborazione con vivoin – propone un tour guidato alla scoperta di questa figura pionieristica e all’archeologia del cemento armato in Italia, attraverso le principali costruzioni in Barriera di Milano, come i Docks Dora.
Situato nell’estrema periferia nord-ovest della città, Le Vallette è un quartiere dalle ispirazioni nord-europee e dalle architettura inaspettatamente interessanti, studiato anche allʼestero per il modello proposto. I volontari del Centro di Documentazione Storica condurranno i visitatori in un tour tra vie e spazi comuni di queste case costruite negli anni ’60 per accogliere i tanti nuovi torinesi che venivano a lavorare nelle fabbriche: una sorta di città nella città, nata da un'iniziativa del piano Ina-Casa.