Domus 1086 è in edicola

Con il suo primo numero di Domus, Norman Foster guarda al futuro con ottimismo.  Domus 1086 è accompagnato da un omaggio al lettore: un’opera del pittore irlandese Michael Craig-Martin.

Editoriale/ Futuri Il guest editor racconta come sarà la sua Domus del 2024 nell'editoriale del numero di gennaio, con cui inaugura la sua indagine sui “Futuri”.

Testo Norman Foster

Saggi/ La fantascienza, la città e il futuro Dietro alle affascinanti e inquietanti visioni utopistiche espresse da tanta letteratura e cinema ci sono idee, critiche e speranze sulla nostra società e sull’impatto della tecnologia nelle nostre vite.

Testo Matthew Foreman

Saggi/ Il futuro del progresso L’Illuminismo è un processo continuo di scoperta e miglioramento. Quando si hanno le notizie sotto il naso, però, è difficile riconoscerlo e l’ottimismo può sembrare ingenuo.

Testo Steven Pinker

Archivio/ Richard Buckminster Fuller. Cupole a traliccio e linee di tensione Una conversazione inedita del 1983 tra Norman Foster e Richard Buckminster Fuller sulla loro ultima avventura congiunta, la Casa Autonoma, evidenzia il comune approccio pionieristico improntato a criteri di sostenibilità.

 Testo Tom Wright

Architettura/ White Arkitekter. Stormwater pond at Exercisfältet A Uppsala, un’infrastruttura per la gestione dei flussi idrici si fa progetto paesaggistico per accogliere la comunità e supportare la biodiversità.

Testo Björn Ehrlemark

Architettura/ Wallmakers. Nisarga Art Hub Vinu Daniel e Oshin Mariam Varughese ripensano la consapevolezza ecologica nell’architettura nel Sud dell’India con un progetto che incarna la loro convinzione che l’iperlocale sia la strada da percorrere.

Testo Ayaz Shaikh 

Architettura/ Colectivo C733 Processo collettivo, architettura pubblica In Messico, il gruppo di progettisti ha elaborato una formula inedita per produrre spazi che rispondono alle odierne urgenze sociali e ambientali.

Testo Juan José Kochen

Architettura/ Studio Gang. Richard Gilder Center L’ampliamento del museo di storia naturale di New York esprime, attraverso la sua immagine ruvida e misteriosa, una nuova idea di futuro.

Testo Ian Volne

Architettura/ Bjarke Ingels Group. Flugt – Refugee Museum of Denmark Nel più grande campo danese per rifugiati della Seconda guerra mondiale si colloca il museo, nato per trasmettere, anche attraverso i suoi spazi, le storie dei 250.000 civili in fuga dalla Germania.

Text Christine Bjerke

Design/ Pearson Lloyd. Pupa, Material Change Frutto di una ricerca sui principi dell’economia circolare, Pupa è un esperimento di design biotecnico la cui forma esplora le funzioni dell’illuminazione.

Testo Deyan Sudjic

Saggi/ Non è la fine del mondo Accanto alla percezione diffusa che ci stiamo avvitando verso un futuro catastrofico, c’è un pensiero ottimista convinto che lasceremo un pianeta migliore alla prossima generazione. Illusione o speranza realistica? 

Testo Johan Norberg

Foster sull’arte/ Umberto Boccioni Norman Foster spiega perché la scultura futurista Forme uniche della continuità nello spazio sia uno dei più significativi e importanti capolavori del XX secolo.

Intervista/ Il mondo dall’alto. Edward Burtynsky Il fotografo canadese racconta come, da 40 anni, osserva e cattura il rapporto tra umani e natura.

Intervista Norman Foster

Cover stori/ Futures

Testo Marc Mayer

Diario. Sostenibilità/ Visioni e idee di futuro, partendo dal Sud del mondo Diretta da Tosin Oshinowo, la seconda Triennale di Architettura di Sharjah raccoglie 29 progetti che, facendo leva sull’adattabilità, si misurano con la scarsità delle risorse e il carattere precario della realtà in cui viviamo.

Foto Elena Sommariva

Diario. Minimalismi/ La poesia che migliora la vita

Testo Loredana Mascheroni

Diario. Human design/ Fare spazio a un’idea di istituzione culturale per tutt*

Testo Paola Carimati

Diario. Materiali/ Specchiare il territorio per leggerlo

Testo Giulia Ricci

Diario. Emerging territories/ Imbuti globali: Tangeri e lo Stretto di Gibilterra

Testo Javier Arpa Fernández

Diario. Punti di vista/ Ripensare il rapporto fra architettura e disabilità Se pensiamo che in architettura i pregiudizi sulle disabilità riguardino solo l’uso degli edifici, dovremmo allargare il nostro sguardo. Spesso, infatti, determinano anche chi può diventare architetto. Ne abbiamo parlato con David Gissen e Carl Harding.

Testo Giulia Ricci

“Guardando indietro, mi sembra che in ogni campo dell’attività umana – e il mio, fatto di città e di edifici, non fa eccezione – si siano fatti progressi straordinari” scrive Norman Foster nel suo primo editoriale per Domus 2024. A dimostrare questa tesi, i saggi di Matthew Foreman, Steven Pinker e Johan Norberg rimettono ordine a un panorama dominato da ecoansie e pessimismo verso il futuro. Foster spiega che gli autori sono stati scelti perché “(…) hanno in comune la capacità di metterci di fronte a fatti e dati, invece che a pregiudizi ed emozioni”. Nelle prime pagine del numero si trova anche una conversazione inedita fra Norman Foster e Richard Buckminster Fuller del 1983, introdotta da un testo di Tom Wright. I due si concentrano sulla loro ultima avventura congiunta, la Casa Autonoma, lasciando emergere il comune approccio pionieristico improntato a criteri di sostenibilità.

Nella sezione dedicata all’architettura sono presentati lavori recenti di White Arkitekter, Wallmakers, Limbo Accra, Colectivo C733, Studio Gang e Bjarke Ingels Group. Dalla Svezia all’India, dal Ghana al Messico, fino alla Danimarca, la selezione mostra delle soluzioni possibili per affrontare le questioni sociali e ambientali contemporanee. In primo piano, sono mostrati gli aspetti innovativi delle realizzazioni e dei processi dei progettisti coinvolti, sperimentazioni ed elementi di futuro che li rendono casi studio significativi per il mondo che verrà.

La cover di Domus 1086, il primo numero firmato Norman Foster

Con gli stessi criteri viene selezionato il design per Domus 2024. In questo numero, Deyan Sudjic presenta Pupa, un progetto di illuminazione dello studio londinese Pearson Lloyd, frutto di una ricerca sui principi dell’economia circolare e un esperimento di design biotecnico.

Nella nuova rubrica Foster sull’arte, l’architetto inglese racconta la sua relazione con Forme uniche della continuità nello spazio (1913) di Umberto Boccioni: “Con le sue propaggini dai contorni indefiniti pare essere stata concepita in una galleria del vento e, secondo me, è collegata per l’eternità all’età aerodinamica di cui fu il preannuncio”. In Book reviews, Luca Galofaro recensisce tre libri – di Vaclav Smil, Chris Miller e Rowan Hooper – che sono strumenti utili per progettare il futuro. In Postscript, altra nuova rubrica, il guest-editor elabora una riflessione attorno alla qualità come atteggiamento mentale. A chiudere il numero sono l’intervista a Edward Burtynsky, che firmerà le copertine del 2024, e la cover story. Il fotografo canadese è stato fra i primi a concentrarsi sull’impatto ambientale dell’urbanizzazione e ad averla catturata con la sua lente in tutto mondo, dall’alto. Il dialogo lascia intuire la parabola della carriera, la genesi e l’evoluzione dello stile del fotografo. Questo sarà, inoltre, oggetto della più grande mostra lui dedicata che si terrà dal 14 febbraio al 6 maggio 2024 alla Saatchi Gallery di Londra.

La prima copertina è un dettaglio dello scatto “Pivot Irrigation #4, High Plains, Texas Panhandle, USA 2012”, che ritrae un terreno agricolo industriale la cui geometria è definita dall’irrigazione a perno centrale. Dagli anni Cinquanta, questo sistema insiste sull’area, al di sotto della quale si trova la gigantesca falda acquifera di Ogallala. La sezione Diario si rinnova per il 2024, accogliendo le rubriche Human design della giornalista Paola Carimati ed Emerging territories di Javier Arpa – architetto, docente e già deputy editor di Winy Maas per Domus 2019. Nelle consuete rubriche, Elena Sommariva ci porta alla Triennale di Architettura di Sharjah, curata da Tosin Oshinowo, mentre Francesco Franchi continua la sua rubrica sulla grafica, raccontando gli esperimenti dei nederlandesi Martijn van der Blom e Roy Scholten con il Lego. Loredana Mascheroni narra il design di Philippe Malouin, mentre Giulia Ricci scrive della Cantina Vinicola Ceresé a Montevecchia (Lecco), su progetto di Studiopizzi e Cristina Moro della sedia Prima (1982) per Alias dell’architetto ticinese Mario Botta. In Punti di vista, Giulia Ricci coinvolge David Gissen, autore di The Architecture of Disability (University of Minnesota Press, 2023) e Carl Harding (architetto e direttore associato dello Stride Treglown) in un dibattito sulla relazione fra architettura e disabilità.

Editoriale/ Futuri Testo Norman Foster

Il guest editor racconta come sarà la sua Domus del 2024 nell'editoriale del numero di gennaio, con cui inaugura la sua indagine sui “Futuri”.

Saggi/ La fantascienza, la città e il futuro Testo Matthew Foreman

Dietro alle affascinanti e inquietanti visioni utopistiche espresse da tanta letteratura e cinema ci sono idee, critiche e speranze sulla nostra società e sull’impatto della tecnologia nelle nostre vite.

Saggi/ Il futuro del progresso Testo Steven Pinker

L’Illuminismo è un processo continuo di scoperta e miglioramento. Quando si hanno le notizie sotto il naso, però, è difficile riconoscerlo e l’ottimismo può sembrare ingenuo.

Archivio/ Richard Buckminster Fuller. Cupole a traliccio e linee di tensione  Testo Tom Wright

Una conversazione inedita del 1983 tra Norman Foster e Richard Buckminster Fuller sulla loro ultima avventura congiunta, la Casa Autonoma, evidenzia il comune approccio pionieristico improntato a criteri di sostenibilità.

Architettura/ White Arkitekter. Stormwater pond at Exercisfältet Testo Björn Ehrlemark

A Uppsala, un’infrastruttura per la gestione dei flussi idrici si fa progetto paesaggistico per accogliere la comunità e supportare la biodiversità.

Architettura/ Wallmakers. Nisarga Art Hub Testo Ayaz Shaikh 

Vinu Daniel e Oshin Mariam Varughese ripensano la consapevolezza ecologica nell’architettura nel Sud dell’India con un progetto che incarna la loro convinzione che l’iperlocale sia la strada da percorrere.

Architettura/ Colectivo C733 Processo collettivo, architettura pubblica Testo Juan José Kochen

In Messico, il gruppo di progettisti ha elaborato una formula inedita per produrre spazi che rispondono alle odierne urgenze sociali e ambientali.

Architettura/ Studio Gang. Richard Gilder Center Testo Ian Volne

L’ampliamento del museo di storia naturale di New York esprime, attraverso la sua immagine ruvida e misteriosa, una nuova idea di futuro.

Architettura/ Bjarke Ingels Group. Flugt – Refugee Museum of Denmark Text Christine Bjerke

Nel più grande campo danese per rifugiati della Seconda guerra mondiale si colloca il museo, nato per trasmettere, anche attraverso i suoi spazi, le storie dei 250.000 civili in fuga dalla Germania.

Design/ Pearson Lloyd. Pupa, Material Change Testo Deyan Sudjic

Frutto di una ricerca sui principi dell’economia circolare, Pupa è un esperimento di design biotecnico la cui forma esplora le funzioni dell’illuminazione.

Saggi/ Non è la fine del mondo Testo Johan Norberg

Accanto alla percezione diffusa che ci stiamo avvitando verso un futuro catastrofico, c’è un pensiero ottimista convinto che lasceremo un pianeta migliore alla prossima generazione. Illusione o speranza realistica? 

Foster sull’arte/ Umberto Boccioni

Norman Foster spiega perché la scultura futurista Forme uniche della continuità nello spazio sia uno dei più significativi e importanti capolavori del XX secolo.

Intervista/ Il mondo dall’alto. Edward Burtynsky Intervista Norman Foster

Il fotografo canadese racconta come, da 40 anni, osserva e cattura il rapporto tra umani e natura.

Cover stori/ Futures Testo Marc Mayer

Diario. Sostenibilità/ Visioni e idee di futuro, partendo dal Sud del mondo Foto Elena Sommariva

Diretta da Tosin Oshinowo, la seconda Triennale di Architettura di Sharjah raccoglie 29 progetti che, facendo leva sull’adattabilità, si misurano con la scarsità delle risorse e il carattere precario della realtà in cui viviamo.

Diario. Minimalismi/ La poesia che migliora la vita Testo Loredana Mascheroni

Diario. Human design/ Fare spazio a un’idea di istituzione culturale per tutt* Testo Paola Carimati

Diario. Materiali/ Specchiare il territorio per leggerlo Testo Giulia Ricci

Diario. Emerging territories/ Imbuti globali: Tangeri e lo Stretto di Gibilterra Testo Javier Arpa Fernández

Diario. Punti di vista/ Ripensare il rapporto fra architettura e disabilità Testo Giulia Ricci

Se pensiamo che in architettura i pregiudizi sulle disabilità riguardino solo l’uso degli edifici, dovremmo allargare il nostro sguardo. Spesso, infatti, determinano anche chi può diventare architetto. Ne abbiamo parlato con David Gissen e Carl Harding.