Venezia è una città di assoluto riferimento per l’arte e la cultura contemporanea; si tratta di una constatazione che vale tutto l’anno, ma in particolar modo quando le sue Biennali – siano queste di Arte, Architettura o Cinema – la elevano a palcoscenico internazionale. Quest’anno, con l’inaugurazione della 18. Edizione della Biennale di Architettura – che rimarrà visitabile fino al 26 novembre 2023, Venezia si appresta a vivere nuovamente una delle sue fasi più fervide ed entusiasmanti, da meta prediletta di migliaia di appassionati e professionisti del settore.
Le mostre da vedere a Venezia oltre alla Biennale
In parallelo all’esposizione dedicata all’architettura, come da tradizione, sono tanti gli spazi in laguna che aprono con nuove proposte. E alcune sono davvero imperdibili.
Petrit Halilaj and Álvaro Urbano, “Lunar Ensemble for Uprising Seas”, 2023. Veduta della mostra “Thus waves come in pairs”, Ocean Space, Venezia. Co-commissionata da TBA21–Academy e Audemars Piguet Contemporary. Cortesia degli artisti e ChertLüdde, Berlino; kurimanzutto, Città Messico / New York; Mennour, Parigi; Travesía Cuatro, Madrid / Città del Messico / Guadalajara. Foto: gerdastudio.
Petrit Halilaj and Álvaro Urbano, “Lunar Ensemble for Uprising Seas”, 2023. Veduta della mostra “Thus waves come in pairs”, Ocean Space, Venezia. Co-commissionata da TBA21–Academy e Audemars Piguet Contemporary. Cortesia degli artisti e ChertLüdde, Berlino; kurimanzutto, Città Messico / New York; Mennour, Parigi; Travesía Cuatro, Madrid / Città del Messico / Guadalajara. Foto: gerdastudio.
Petrit Halilaj and Álvaro Urbano, “Lunar Ensemble for Uprising Seas”, 2023. Veduta della mostra “Thus waves come in pairs”, Ocean Space, Venezia. Co-commissionata da TBA21–Academy e Audemars Piguet Contemporary. Cortesia degli artisti e ChertLüdde, Berlino; kurimanzutto, Città Messico / New York; Mennour, Parigi; Travesía Cuatro, Madrid / Città del Messico / Guadalajara. Foto: gerdastudio.
Immagine della mostra “Everybody Talks About the Weather” Fondazione Prada, Venezia. Foto: Marco Cappelletti. Courtesy: Fondazione Prada
Immagine della mostra “Everybody Talks About the Weather” Fondazione Prada, Venezia. Foto: Marco Cappelletti. Courtesy: Fondazione Prada. Goshka Macuga (1967) Who Gave Us a Sponge to Erase the Horizon?, 2022. Courtesy l’artista e Kate MacGarry, London
Immagine della mostra “Everybody Talks About the Weather” Fondazione Prada, Venezia Foto: Marco Cappelletti Courtesy: Fondazione Prada. Vivian Suter (1949) Untitled, 2023. Copyright Vivian Suter / Courtesy l’artista e Karma International, Zurich; Gaga, Mexico City; Gladstone Gallery, New York/ Brussels; Proyectos Ultravioleta, Guatemala City; and Stampa, Basel
Foto © Alessandra Chemollo
Foto © Alessandra Chemollo
Foto © Alessandra Chemollo
Lenzuolo bianco grigio nero, 1972, stoffa dipinta, 215X147
Lenzuolo sabbiaarancio, 1973, stoffa dipinta, 236x255
Lenzuolo blubianco, 1975, stoffa dipinta, 143,5x260,5
Foto © Clelia Cadamuro
Foto © Clelia Cadamuro
Foto © Clelia Cadamuro
Foto © Clelia Cadamuro
Courtesy Fondazione Louis Vuitton
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- Brenda Vaiani
- 29 maggio 2023
Parallelamente alla Manifestazione ufficiale ed i suoi eventi collaterali, un ricco calendario di mostre si attiva coinvolgendo in maniera corale gallerie, istituzioni e spazi indipendenti. Dopo averle visitate, abbiamo selezionato le sei mostre da visitare durante il vostro soggiorno veneziano: in alcuni casi noterete la volontà di aderire ai temi scelti dalla curatrice Lesley Lokko per la Biennale – decarbonizzazione e decolonizzazione – arricchendoli con il punto di vista degli artisti, in altri la qualità di una ricerca che certamente ben segnerà il vostro già ricco soggiorno veneziano.
La mostra, il cui titolo è tratto dal poema Sea and Fog (Mare e Nebbia) di Etel Adnan, mette in dialogo le monumentali sculture in ceramica e vetro dell'artista americano-libanese Simone Fattal con la nuova installazione del duo Petrit Halilaj & Álvaro Urbano. Il progetto, a cura di Barbara Casavecchia, è visibile fino al 5 novembre 2023 presso “Ocean Space”, nella Chiesa di San Lorenzo. Incentrata sui rapidi cambiamenti climatici che interessano le sponde del Mediterraneo con conseguenti espansione delle aree colpite da siccità, alterazione dei cicli dell’acqua e proliferazione delle ondate di calore, la mostra è un’evoluzione site-specific di un’iniziativa triennale guidata dalla stessa curatrice, volta a sostenere progetti e voci del Mediterraneo attraverso i campi dell’arte, della cultura, della scienza, della conservazione e dell’attivismo.
Presentata nei meravigliosi spazi del palazzo storico di Ca’ Corner della Regina, è una mostra di ricerca ideata dal curatore Dieter Roelstraete, visitabile fino al 26 novembre 2023. La mostra, il cui titolo deriva dallo slogan “Alle reden vom Wetter. Wir nicht” (Tutti parlano del tempo. Noi no), riprodotto in un manifesto creato nel 1968 dall’Unione Studentesca Socialista Tedesca, esplora i significati del tempo meteorologico nell’arte visiva, prendendo in considerazione le condizioni atmosferiche come una premessa per affrontare la questione dell’emergenza climatica in corso. Più di cinquanta opere di artisti contemporanei e una selezione complementare di lavori storici tracciano i vari modi in cui il clima e il tempo hanno plasmato le nostre identità culturali e come l’umanità ha affrontato la nostra esposizione quotidiana agli eventi meteorologici.
Presentata in occasione dell’inaugurazione del nuovo centro Le Stanze della Fotografia, la mostra è curata dal suo direttore artistico Denis Curti in collaborazione con Alberto Salvadori direttore dell’Archivio Mulas e sarà visitabile fino al 6 agosto 2023. Lungo 14 capitoli tematici, emergono 296 opere, tra cui 30 immagini mai esposte prima d’ora, fotografie d’epoca, documenti, libri, pubblicazioni, filmati: una sintesi che restituisce una rilettura complessiva dell’opera di Ugo Mulas (1928-1973), fotografo trasversale a tutti i generi precostituiti, ripercorrendo la sua intera produzione. Dal teatro alla moda; dai ritratti di amici e protagonisti internazionali della scena dell’arte, della letteratura, del teatro, del cinema, fino alle ricerche sulla Biennale, sul nudo e i gioielli, la mostra è una celebrazione del lavoro di Ugo Mulas.
Dedicata ad una delle figure più significative dell’arte del XX secolo, che ha contribuito all’affermazione dell’astrattismo in Italia, la mostra a cura di Chiara Squarcina e Pier Paolo Precotto è visibile presso il Museo Correr, fino al 29 ottobre 2023. L’istituzione celebra il centenario della nascita dell’artista mettendo in dialogo i propri ambienti con una ristretta selezione di lavori che – seppur raramenti visibili – sono pienamente riassuntive della ricerca dell’artista e del suo percorso creativo: dal gruppo Forma (1947), agli anni Cinquanta in cui Accardi si afferma tra i protagonisti dell’Art autre di Michel Tapié, passando per gli anni Settanta in cui emerge il forte impegno sociale e femminista, per poi attraversare gli anni Ottanta e Novanta che conducono al nuovo millennio e ad un rinnovato interesse per la pittura.
Prima personale in Italia dell’artista nigeriana-americana Monilola Olayemi Ilupeju (1996), “Gymnasia” è visitabile presso gli spazi della Galleria A plus A, fino al 15 luglio 2023. Attraverso un’installazione di dipinti, sculture e disegni inediti, realizzati tra il suo studio a Berlino e la residenza a Venezia, Ilupeju trasforma la galleria in un’arena con figure nude e sculture in ferro che fanno riferimento ad antichi e moderni attrezzi ginnici.
Tema centrale del suo lavoro sono le contraddizioni e i doppi significati della palestra: ‘Gymnasia’ è il plurale di ‘gymnasium’, che deriva da ‘gumnazo’, che significa esercizio fisico, e ‘gumnos’, che significa nudo o genitali coperti con tessuto. Una palestra è allo stesso tempo un luogo di gioco, di godimento sensuale e di sperimentazione collettiva ma anche un luogo di immensa sofferenza fisica e di competizione, dove i corpi vengono sottoposti a una serie di prove predeterminate e spesso spinti oltre i loro limiti. Nell’attuale panorama socio-politico, la palestra diventa quindi una metafora del mondo, in cui i corpi emarginati devono trovare e forgiare modi creativi e agili per muoversi al suo interno e sopravvivere.
In concomitanza con la Biennale, la Fondazione Louis Vuitton invita l’artista francese a interrogarsi sul futuro ecologico del pianeta, con un’installazione site-specific visitabile fino al 7 gennaio 2024. Nella sua ricerca l’artista coniuga diverse discipline come la matematica, le neuroscienze, il commercio, la storia e l'astrofisica: per l’occasione crea “La Foresta Invisibile”, facendo rivivere attraverso il disegno la foresta dimenticata di Venezia. I tronchi d'albero, piantati nel limo della città secoli fa, contribuirono infatti alla stabilizzazione delle isole e dunque, alla costruzione stessa della città. A incorniciare lo spazio espositivo, che contiene sia una casa che una radura, alberi di vetro spettrali e corpi celesti formano una monumentale vetrata.