La scena culturale berlinese sta affrontando una delle crisi più gravi degli ultimi anni: il Senato, ossia il governo locale della città, ha annunciato tagli drastici del 12% al bilancio della cultura per il 2025 e il 2026. Queste riduzioni riguardano tutti i settori culturali, dai grandi teatri alle piccole associazioni e ai progetti indipendenti. Sebbene il budget culturale rappresenti solo il 2,1% del bilancio totale della capitale tedesca, la cifra risparmiata — circa 130 milioni di euro — avrà un impatto significativo, con conseguenze che potrebbero colpire non solo l’arte, ma anche l’economia e il tessuto sociale della città.
Le ragioni dei tagli sono molteplici, ma si possono riassumere in una frase: l’economia tedesca è in crisi, e rischia di passare da “locomotiva” a “malato d’Europa”. Mentre il governo Scholz è recentemente imploso sotto al peso delle proprie contraddizioni politiche, la Große Koalition Cdu/Spd al governo a Berlino si trova a gestire un bilancio di 40 miliardi di euro che non riesce più a coprire, costringendola a tagliare almeno tre miliardi di euro nel 2025 e una cifra simile nel 2026.
Fine di un’epoca?
Berlino è cultura: in questo semplice sillogismo, secondo molti, è racchiuso il segreto del fascino della capitale tedesca. Un’affermazione che trova riscontro nei numeri: 185 musei, 150 teatri, 99 cinema e più di un miliardo di euro di investimenti pubblici nella cultura nel 2024. A ciò si aggiungono la celebre Clubkultur e i numerosi spazi della cultura underground, che resistono — sempre più a fatica — alla gentrificazione galoppante. Tuttavia, questa realtà unica al mondo ora sembra più a rischio che mai.
Gli esperti avvertono che i tagli approvati dal Senato potrebbero portare alla chiusura di numerosi spazi culturali. Le realtà più colpite saranno le piccole compagnie teatrali, i progetti artistici indipendenti e le iniziative che offrono servizi educativi o di integrazione sociale. Anche gli spazi pubblici dedicati alla produzione artistica, come atelier e sale prove, sono a rischio. Berlino è rinomata per la sua vivace scena culturale, che attira turisti da tutto il mondo: oltre il 50% dei visitatori sceglie la città proprio per la sua offerta artistica. Una riduzione della vitalità culturale potrebbe quindi avere ripercussioni significative anche sul turismo, sull'ospitalità e sul commercio al dettaglio.
Progetti prestigiosi a rischio
La lista dei progetti a rischio è lunga e include molti luoghi celebri della scena culturale berlinese, come lo Schinkel Pavillon, il Silent Green o la SAVVY Contemporary. Ma a temere le conseguenze dell’austerità di bilancio sono anche alcuni dei maggiori progetti che avrebbero dovuto ridisegnare il volto della città. Tra questi, il restauro della Komische Oper, uno dei tre teatri d’opera della città, situato vicino al prestigioso viale Unter den Linden. Il teatro è stato ridisegnato nel 2023 da kadawittfeldarchitektur con un intervento audace e moderno, il cui completamento era previsto per il 2029. Ora, l’apertura dei cantieri è stata rimandata a data da destinarsi, e alcuni temono persino una chiusura definitiva.
Situazione simile per la biblioteca centrale (Zentral- und Landesbibliothek Berlin, ZLB): se all’inizio del 2024 si immaginava ancora la creazione di un moderno polo bibliotecario nelle ex Galeries Lafayette — ne abbiamo parlato qui — adesso questo sogno sembra ormai svanito. I dipendenti delle biblioteche pubbliche berlinesi hanno reagito con misure drastiche: per giovedì 28 novembre è prevista un’occupazione temporanea dell’iconico edificio di Jean Nouvel, che rischia di diventare un ulteriore spazio per uffici in una Friedrichstrasse sempre più spenta.
Le realtà più colpite saranno le piccole compagnie teatrali, i progetti artistici indipendenti e le iniziative che offrono servizi educativi o di integrazione sociale.
Mobilitazione della scena culturale: "Berlin ist Kultur"
Di fronte a questa situazione, la comunità artistica berlinese sta vivendo settimane di intensa mobilitazione, culminate nell'iniziativa Berlin ist Kultur (Berlino è Cultura). Artisti, attori e organizzazioni culturali hanno unito le forze per protestare contro i tagli, sottolineando l'importanza della cultura per la coesione sociale e l'identità della città. Tra le figure di spicco che hanno partecipato alle manifestazioni ci sono attori famosi come Lars Eidinger e Katharina Thalbach. Le proteste culmineranno in una grande manifestazione prevista per le 15:00 del 29 novembre presso al Neptunbrunnen, davanti al municipio della città.
Cultura: un bene essenziale
A Berlino, la cultura non è considerata un lusso, ma un elemento fondamentale del tessuto urbano. Oltre all'aspetto economico, la scena culturale svolge un ruolo cruciale nel promuovere il dialogo sociale e l’integrazione. La chiusura di spazi culturali rappresenterebbe un impoverimento non solo artistico, ma anche umano e sociale. Come sottolinea l'iniziativa Berlin ist Kultur, ogni euro investito nella cultura è un investimento nel futuro della città.
Un modello per l’Italia?
Questa situazione potrebbe offrire spunti di riflessione anche per l’Italia, dove la cultura soffre spesso di tagli e sottofinanziamenti. Berlino, simbolo europeo di innovazione culturale, ci ricorda che la cultura è un motore economico e sociale indispensabile. La lotta della scena culturale berlinese dimostra come l'arte possa mobilitare la società civile e difendere valori fondamentali per il futuro delle nostre città.
Per ulteriori informazioni e aggiornamenti sulla protesta, è possibile visitare il sito ufficiale dell'iniziativa Berlin ist Kultur.
Immagine di apertura: La facciata del teatro dell'opera (Staatsoper Berlin)