Nell’ormai globalizzato mondo conservatore c’è grande indignazione rispetto al restauro degli interni di Notre-Dame compromessi dal fuoco. L’attacco arriva in primis dalle testate britanniche The Telegraph, Daily Mail e The Spectator –, che dichiarano la preoccupazione che la cattedrale medievale possa riaprire come una sorta di “Disneyland del politicamente corretto”. Notre-Dame vuole soltanto essere più accessibile ai visitatori dei vari credo rispetto a quanto non fosse prima della fiammata dell’aprile del 2019, quando rischiò di essere distrutta.
I piani di ristrutturazione di Notre-Dame non piacciono ai conservatori
L’Institut Catholique di Parigi vuole rendere Notre-Dame uno spazio religioso in grado di accogliere al meglio anche i visitatori non appartenenti alla cultura cristiana, ma questa idea non ha raccolto unanime consenso.
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- Lucia Brandoli
- 14 dicembre 2021
La struttura del monumento – inclusa la sua iconica guglia, il tetto e le travi – non vedrà alcun inserto moderno: verrà ricostruita sotto la supervisione del governo Francese e il piano è sostanzialmente quello di riprodurre lo stato di fatto precedente all’incendio. I media conservatori americani – come Fox News e il Washington Examiner – non si sono fatti sfuggire l’occasione per alimentare la polemica. “Quello che hanno proposto di fare a Notre-Dame non sarebbe mai stato fatto a Westminster Abbey o a San Pietro a Roma”, ha lamentato l’architetto e urbanista parigino Maurice Culot a The Telegraph. “È una sorta di parco a tema, molto infantile e triviale data l’importanza del luogo”.
Parlando con l’agenzia di stampa Agence France-Presse, padre Gilles Drouin – che dirige il Dipartimento di Liturgia e Sacramenti presso l’Institut Catholique di Parigi e che sta sovrintendendo alla ristrutturazione degli interni di Notre-Dame – ha negato le accuse rispetto a una “trasformazione radicale”. Ha invece descritto una serie di alterazioni che sono state proposte e nuove caratteristiche, pensate per ospitare al meglio una più varia fascia di visitatori. L’obiettivo di Drouin per Notre-Dame è di farla letteralmente risorgere dalle ceneri in qualità di spazio religioso e monumento capace di accogliere e comunicare anche “chi non appartiene per forza di cose alla cultura cristiana”.
Il lavoro di restauro degli interni è gestito dai funzionari ecclesiastici, ma i piani di progetto devono essere definitivamente valutati e approvati dalla National Commission on Heritage and Architecture (CNPA). Così come ogni altro progetto di restauro di questa portata, delicato sia dal punto di vista culturale che storico, molte cose potrebbero ancora cambiare da adesso al 2024, per cui è prevista la sua apertura al pubblico in vista delle Olimpiadi.