In Olanda colonie di batteri si muovono a ritmo di musica per creare tinte davvero ‘naturali’, mentre le tradizionali case taiwanesi a terrazza si adeguano ai nostri giorni con soluzioni compositive efficaci; in Belgio le fattorie diventano residenze unifamiliari, il deserto di Coachella non smette di attirare talenti internazionali e una fotografa tedesca di origini curde ci accompagna in un viaggio nella sua madrepatria.
Best of #marzo
Riconversioni di fattorie e di case degli anni Trenta, sgabelli cinetici e un viaggio in Kurdistan. Scopri le migliori storie di marzo.
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- 01 aprile 2017
— Il nuovo progetto di Architecten De Vylder Vinck Taillieu a Gand ripensa e modifica gli elementi architettonici esistenti di una fattoria e li riorganizza in modo radicalmente differente.
— Shen Ting Tseng Architects ripensano alle tradizionali case a terrazza taiwanesi, inserendo “fessure di respiro” tra le abitazioni di un edificio residenziale e tetti giardino.
— La giovane fotografa Kani Marouf è andata in Kurdistan, sua madrepatria, dove ha trovato la vita quotidiana impastoiata tra radicalismo, guerra e repressione.
— Zeller & Moye hanno ristrutturato una casa degli anni Trenta nel cuore di Città del Messico, aggiungendo un tetto giardino, cortili, aperture zenitali e arredi su misura.
— Carlo Ratti Associati presenterà al Fuorisalone uno sgabello cinetico di legno disegnato per Cassina usando il principio di “programmazione implicita”. #MDW2017
— Tessuti tinti da batteri che ballano: questo l’ultimo progetto del duo olandese Laura Luchtman e Ilfa Siebenhaar, un progetto Living Colour improntato sulla sostenibilità.
— La residenza di Megumi Matsubara e Hiroi Ariyama a Nagano circonda ed è circondata dalle piante del bosco, con cinque cortili che fanno entrare verticalmente la natura all’interno.
— Sedici artisti internazionli si sono appropriati della Coachella Valley, nella California meridionale, amplificandone le stratificazioni etniche, storiche e geologiche.
— Manuel Herz Architects ha disegnato un tappeto di 150 mq che riflette sui diritti umani rappresentando quattro trattati umanitari fondamentali, e invita le persone a discuterci sopra.
— A Roma, Annette Messager presenta 15 opere, in parte ideate per Villa Medici e altre tra le più significative della sua lunga carriera: un universo delle piccole cose, fatto di gesti e materiali quotidiani, spesso legati a un mondo femminile e intimo.
In apertura: Claudia Comte, Curves and Zigzags, Desert X, vista dell’installazione, 2017. Courtesy l’artista, Royale Projects e Desert X