Olafur Eliasson approccia il castello e i giardini di Versailles come un terreno di sperimentazione. Non installa oggetti, escogita invece apparati che coinvolgono il visitatore in una relazione attiva. Tutti i pezzi esposti sono stati concepiti per lo spazio in cui sono installati.
Olafur Eliasson Versailles
Nelle installazioni di Eliasson a Versailles, gli spostamenti e la destabilizzazione modificano la nostra percezione degli spazi, invitando i visitatori a diventare partecipi della realtà che li circonda.
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- 19 luglio 2016
- Versailles
Le opere si possono dividere in due gruppi. Le installazioni esterne formano un trittico sul tema dell’acqua, la cui presenza domina i giardini classici di questo tipo. La cascata eretta nel Canal Grande è posizionata in linea con l’asse centrale del giardino, mentre i due boschetti o (l’Etoile e il Colonnato) ribadiscono il loro ruolo di salotti a cielo aperto avvolti da un velo circolare di nebbiolina. L’ultima installatione, infine, è un tappeto di ghiaccio residuo.
La reggia di Versailles che ho sognato è un luogo per tutti. Invita i visitatori a prendere il controllo della propria esperienza, invece di essere consumare e abbagliati dalla grandeur del castello – O. Eliasson
Questi tre pezzi condividono così un tema comune, tracciando un collegamento continuo e coinvolgente per i sensi. All’interno del castello è lo sguardo che diventa il centro dell’attenzione, attraverso una serie concatenata di specchi e messe in scena. L’arredamento delle camere non è stato modificato, ma gli arredi amplificati attraverso il moltiplicarsi dei punti di vista. I visitatori sono sorpresi di scoprirsi riflessi in luoghi inaspettati, le camere sembrano più grandi, trasformate, rivelano i loro segreti nascosti. Le opere dell’artista nella fluidità degli ambienti barocchi, gli permettono di costruire un’altra realtà. Gli spostamenti e la destabilizzazione modificano la nostra percezione delle camere, invitando i visitatori a diventare partecipanti attivi della realtà che li circonda.
Eliasson eccelle nella creazione di fenomeni visivi che stabiliscono una nuova prospettiva sullo spazio. Dopo aver reinventato il sole al tramonto nell’immensa Turbine Hall della Tate Modern (The weather project, 2003), installato cascate gigantesche a New York City (The New York City Waterfalls, 2008), e avere aggiunto una nuova stella nel cielo di Stoccolma (Your Star, 2015), porta ora la sua visione a reinterpretare Versailles.
Come spiega Eliasson: “La reggia di Versailles che ho sognato è un luogo per tutti. Invita i visitatori a prendere il controllo della propria esperienza, invece di essere consumare e abbagliati dalla grandeur del castello. Le mie installazioni chiedono loro di esercitare i sensi, per abbracciare l’imprevisto, alla deriva attraverso i giardini, e di sentire il paesaggio prendere forma attraverso il loro movimento. Per questa mia mostra estiva, ho realizzato una serie di interventi spaziali sottili all’interno del palazzo distribuendo specchi e luci, e nei giardini, usando la nebbia e l’acqua per amplificare i sentimenti di impermanenza e trasformazione. Le opere sciolgono il disegno formale dei giardini, mentre fanno vivere una delle visioni originali, non realizzata, del paesaggista André Le Nôtre: il posizionamento di una cascata lungo l’asse del Canal Grande. Questa cascata dà forza all’ingegnosità tecnica del passato. È come avere ricostruito la corte, e avere lasciato la costruzione aperta sotto gli occhi di tutti. Un elemento apparentemente estraneo che però amplia la portata dell’immaginazione”.
fino al 30 ottobre 2016
Olafur Eliasson Versailles
Château de Versailles
Entrata: Château e Giardini attraverso la Cour d’Honneur del Château de Versailles