Stadi dalle strutture innovative, trampolini che sono diventati icone, centri sportivi con cupole di cemento che sembrano merletti, nella lunghissima carriera di Pier Luigi Nervi la ricerca sugli impianti sportivi è un filo rosso mai interrotto.
Architetture per lo Sport
Ventidue progetti e altrettante storie costruiscono la mostra del MAXXI dedicata alla ricerca di Pierluigi Nervi sugli impianti sportivi, in Italia e nel mondo.
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- 04 febbraio 2016
- Roma
Dal primo stadio realizzato a Firenze nel 1929 al Kuwait Sports Centre del 1968, 22 progetti e le loro storie costruiscono la mostra “Pier Luigi Nervi. Architetture per lo Sport” a cura di Micaela Antonucci con Annalisa Trentin e Tomaso Trombetti dell’Università di Bologna.
Il percorso – organizzato secondo una successione cronologica – si apre con una successione di pannelli fotografici su cui vengono riportati i principali progetti di Nervi dedicati a impianti sportivi, gli stessi pannelli che erano attaccati alle pareti dello Studio Nervi al fine di illustrare il suo lavoro ai committenti pubblici e privati: tra questi anche due ingrandimenti dei francobolli realizzati nel 1960 in occasione delle Olimpiadi di Roma con il Palazzo e il Palazzetto dello Sport.
La prima sezione della mostra Sperimentazioni e innovazioni (1929/49) racconta il processo che ha portato alla realizzazione dell’innovativo metodo costruttivo dell’ingegnere, in cui spicca il progetto dello stadio fiorentino Giovanni Berta (1929 – 32) punto di partenza di una sistematica ricerca tecnica e progettuale e svolta cruciale che lo proiettò nel dibattito architettonico italiano e internazionale. Ma sono gli anni del secondo dopoguerra – quelli affrontati nella sezione Campione del cemento (1950/60) – che sanciscono il successo di Nervi con una serie di opere in cui l’invenzione formale è strettamente connessa alla capacità costruttiva; tra queste lo stabilimento balneare Kursaal al Lido di Ostia (1950) simbolo della rinascita degli anni Sessanta con il suo iconico trampolino, e le opere realizzate per le Olimpiadi di Roma del 1960: il Palazzo dello Sport, il Palazzetto dello Sport e lo Stadio Flaminio.
Insieme ai progetti è esposto anche un interessante album fotografico, l’Album 19, che contiene una vastissima collezione di provini: da chiese gotiche e rinascimentali a macchine da scrivere, da studi ottici a fusoliere di aerei, immagini che servivano a Nervi come suggestione e spunti di studio.
L’ultima parte della mostra Dall’Italia al mondo (1961/79) comprende soprattutto progetti realizzati all’estero dall’Europa agli Stati Uniti, dal Sudamerica al Sudafrica, dall’India al Medio Oriente tra cui il Good Hope Center di Cape Town - Sud Africa (1964 – 80) una delle opere internazionali più significative dello Studio Nervi, sia per le dimensioni e le caratteristiche tecniche – all’epoca si tratta della cupola di cemento più grande al mondo – sia per il suo significato politico e simbolico – si tratta infatti del primo impianto sportivo multirazziale realizzato in piena apartheid, che non prevedeva percorsi separati tra bianchi e neri. Al centro della sala una proiezione su uno schermo tondo fissato al soffitto mostra tre straordinarie cupole “plissettate” o “nervate” realizzate da Nervi che sono diventate nel corso della sua carriera una cifra stilistica unica, la sua “firma architettonica” in Italia e nel mondo: il Palazzetto dello Sport a Roma (1956 – 59), il Palazzo dello Sport all’EUR (1955 – 59) e il Cultural and Convention Center a Norfolk, Virginia USA (1965 – 71).
In occasione della mostra il MAXXI Architettura presenta la pubblicazione dell’inventario dell’archivio Pier Luigi Nervi: risultato di un decennio di complessi lavori di ordinamento dell’archivio, strumento di lavoro e punto di partenza per future ricerche, quello di Pier Luigi Nervi è il primo degli Inventari del Centro Archivi, che fa parte di una sezione specifica all’interno della collana editoriale Quaderni del Centro Archivi del MAXXI Architettura.
dal 5 febbraio al 2 ottobre 2016
Pier Luigi Nervi. Architetture per lo Sport
a cura di Micaela Antonucci con Annalisa Trentin e Tomaso Trombetti
MAXXI
via Guido Reni 4A, Roma