L’aspetto e i materiali del Padiglione Ungherese per Expo Milano rappresentano le tipologie principali dell’architettura nazionale (granai, silos rurali, stalle), conosciuta nel mondo per le opere di Kós Károly e Makovecz Imre.
Padiglione Ungherese
La commistione delle soluzioni proposte dai progetti vincitori di un concorso nazionale dà forma al Padiglione Ungherese per Expo 2015, rivistazione dell’architettura rurale.
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- 21 marzo 2015
- Milano
La loro architettura organica rispecchia la natura e allo stesso tempo ricerca, nelle forme e nella scelta dei materiali, l’armonia con l’ambiente.
I due tamburi sciamanici, alle due estremità del padiglione, ci riportano alle radici antiche, indicando il rapporto mistico fra l’uomo e la natura, mentre la botte, al centro, ricorda l’arca di Noè, che salvò la flora e la fauna. In copertura, un grande tetto giardino, con le sue doghe allungate come fosse uno scheletro, rappresenta l’apertura verso la luce del sole, così come i petali di un fiore che avvolgono il cuore della vita.
I primi tre livelli del tamburo sciamanico ospitano le installazioni: dal piano terreno si raggiungono il centro dell’edificio e la sala conferenze. Le installazioni dei piani superiori possono essere raggiunte da qui, dove è collocato anche uno spazio espositivo polifunzionale. Al centro della facciata principale è situato un tubo trasparente a forma di albero della vita al cui interno scorre un liquido che simboleggia l’acqua termale dell’Ungheria. Il secondo tamburo sciamanico è diviso in tre parti: al piano terra si trovano le installazioni, nella parte centrale la cucina, al piano superiore uno spazio espositivo.
Per minimizzare il consumo energetico, l’isolamento termico esterno dell’edificio coincide con quello utilizzato nella costruzione delle case passive, le finestre sono composte da tripli vetri e sulla facciata soleggiata si trovano dei pannelli solari; inoltre gli spazi interni possono essere ventilati naturalmente.
La maggior parte del materiale usato per la costruzione è rinnovabile e il padiglione non rilascia emissioni nocive, né durante la costruzione né durante il peridio di vita. Tutta la struttura (tranne la fondamenta) è ricostruibile e riutilizzabile: il Padiglione è costruito con pannelli prefabbricati smontabili che verranno riassemblati a Szombathely, nella Caserma degli Ussari, come Centro di Ricera.
Alakor, Padiglione Ungheria, Expo Milano 2015
Project Manager: Sándor Sárkány
Architetto: Attila Ertsey
Progetto del verde: Ágnes Herczeg
Responsabile dei lavori: György Stocker
Interni: Lajos Tompos e Zsolt Bozsódi
Strutture: Mihály Scharer
Impianti: Béla Zöld Capo Progettitsta Installatore
Impianto elettrico: Zoltán Tóth
Completamento: 2015