La Fondazione Arnaldo Pomodoro dedica una personale a Loris Cecchini, vincitore del “Premio Arnaldo Pomodoro per la scultura”, curata da Marco Meneguzzo.
La mostra di Loris Cecchini alla Fondazione Arnaldo Pomodoro presenta una serie di opere recenti e un’installazione realizzata ex novo appositamente per lo spazio espositivo milanese.
L’attitudine di Loris Cecchini è quella di elaborare poeticamente lo spazio attraverso la decostruzione della realtà a diversi livelli che, con le forme e i materiali freddi e sofisticati selezionati dall’artista, assume aspetti compositi, creativi e rivelatori.
L’installazione scultorea Waterbones, costituita da centinaia di piccoli moduli d’acciaio – chiamati appunto waterbones ossia “ossa d’acqua”, “ossa liquide” per sottolinearne la leggerezza e la libertà morfologica – appare come una metafora biologica: cellule che si schiudono e fioriscono liberando componenti molecolari in dialogo con lo spazio, sviluppandosi in modo completamente autonomo e autosufficiente.
Nella serie Wallvave Vibrations l’alterazione riguarda in particolare la manifestazione fisica delle vibrazioni espresse con frequenza e intensità ogni volta differenti. È come se l’intera architettura, o una sua porzione, soffrisse le conseguenze di un fenomeno che la influenza e la modifica, portandola verso una simbiosi organica tra scultura e parete.
In occasione della mostra sarà pubblicato il terzo numero dei “Quaderni” che illustra le opere installate nello spazio espositivo e documenta, con testi in italiano e inglese, l’intero percorso creativo di Cecchini attraverso un saggio di Marco Meneguzzo, un dialogo con l’artista e un ricco apparato scientifico.