La casa di Dominique Imbert è un vecchio ovile sperduto nella campagna intorno a Viols-le-Fort, un borgo medievale a 25 chilometri da Montpellier. Una sorta di targa accanto alla porta d’ingresso ci avverte che questo edificio e, soprattutto, la persona che ci abita sono inusuali, almeno per le convenzioni del mondo del design a cui siamo abituati: la scritta recita infatti “Dominique Imbert non è nato in questa casa il 28 novembre 1940”. In verità, la storia dell’artista francese, prima, e imprenditore sui generis, poi, è strettamente connessa a questi luoghi: paesaggi aspri, case di pietra e bassa vegetazione mediterranea. Per Dominique Imbert la vita non è fatta di compromessi o scelte diplomatiche: nato nel 1940 a Montpellier, dopo aver studiato letteratura a Londra e Parigi e ottenuto un dottorato di ricerca in sociologia alla Sorbona, decide nel 1967 di abbandonare l’insegnamento. Torna così nella sua terra d’origine per dedicarsi alla scultura in ferro e costruirsi un atelier. A Viols-le-Fort, compra un edificio diroccato, il cui pianterreno è occupato da detriti e rifiuti. È una costruzione senza tetto, acqua ed elettricità, con un albero che cresce al suo interno; mentre la restaura, ci va anche ad abitare.
La forma del fuoco
Nelle campagne di Montpellier, l’artista-imprenditore Dominique Imbert ha trasformato una visione creativa in un’icona di design.
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- Laura Bossi
- 07 giugno 2013
- Viols-le-Fort
In questa condizione primitiva, in cui è assente qualsiasi consuetudine borghese, Imbert trae dall’arte della scultura un riscontro pratico. In questa casa, se così si può definire, fa davvero freddo: Imbert costruisce allora un caminetto sospeso in ferro, che scende dal soffitto per allargarsi in una forma schiacciata e allungata, una scultura nera che gli fornisce finalmente il calore di cui ha bisogno. Si chiama Antéfocus: nato per risolvere un’esigenza reale, sarà il primo di una lunga serie di caminetti. Saranno, infatti, i visitatori dell’atelier a chiedere all’artista francese di replicare il suo primo esemplare in Gyrofocus—un camino girevole a 360º che, negli anni Settanta, diventerà una vera e propria icona di design.
Questa rêverie d'artista si tramuta in un’avventura imprenditoriale: Focus è oggi un’azienda specializzata nella produzione di camini in metallo e complementi d’arredo che impiega circa 80 dipendenti nelle due sedi di Viols-le-Fort e di Cavaillon, ma che produce nuovi modelli senza rinnegare l’impostazione iniziale. Quando, per esempio, Norman Foster chiede a Imbert di realizzare un caminetto su disegno del suo studio, per l’atrio di un’azienda internazionale di elettronica, egli si tira indietro senza tanti ripensamenti. I due, comunque, sono troppo attirati l’uno dall'altro per non lavorare insieme e, nel 2000, giungono a un accordo: Imbert crea per Foster il Filiofocus géant—un camino dalla presenza unica che, inaspettatamente, forma intorno a sé un angolo d’intimità in uno spazio vetrato alto quasi 15 metri. La sua canna fumaria scende dal soffitto per 13,8 metri modellandosi in una forma conica con un diametro di 1,2 metri. Ed è così che un luogo potenzialmente anonimo, come potrebbe essere lo spazio di rappresentanza di una multinazionale, diventa un ambiente dal significato unico.
Sono pezzi unici, lavorati interamente a mano nella fabbrica di Cavaillon e la cui progettazione viene curata in ogni dettaglio per adattarsi perfettamente agli spazi a cui sono destinati. Sono architetture ridotte a una scala domestica: sculture per interno dalla presenza plastica, come si avverte, per esempio, nel centro di osservazione delle renne selvatiche progettato da Snøhetta nel parco nazionale di Dovrefjell, in Norvegia. Questa scatola in Corten, rivestita con un’imbottitura lignea dalle forme curvilinee che accoglie all’interno sedute continue, è riscaldata con Gyrofocus.
L’interlocutore privilegiato di Dominique Imbert è sempre stato l’architetto, più che l’utente finale, proprio per le caratteristiche eccezionali dei suoi caminetti. Einar Jarmund e Håkon Vigsnæs (Jarmund/Vigsnæs AS Arkitekter), per esempio, ne hanno fatto uso sovente nelle loro architetture domestiche. Nella Polite House di Trondheim, recentemente completata, i due architetti norvegesi hanno raggruppato gli spazi comuni di un’abitazione unifamiliare intorno a un camino centrale sospeso: il Bathyscafocus.
Afferma Dominique Imbert che, nella propria vita, bisogna fare solo le cose che piacciono e, in questo modo, non si avrà mai l’impressione di lavorare. In verità, questa visione irriverente nasconde un’impostazione imprenditoriale illuminata: Imbert ha comprato nel tempo alcuni immobili abbandonati nel paesino di Viols-le-Fort. Dopo la ristrutturazione, hanno accolto gli uffici e lo showroom di Focus, in cui lavorano molti abitanti del villaggio.