"Il piatto forte"

Proseguono le celebrazioni del centenario di Piero Fornasetti con un'ampia esposizione dei suoi famosi piatti. Il set più votato dai visitatori verrà rimesso in produzione.

Il centenario offre la possibilità di presentare al pubblico le miriadi di creazioni di Piero Fornasetti che, proprio perché così numerose, sono spesso solo marginalmente conosciute, come nel caso dei set di piatti che erano prodotti principalmente nei diametri 21, 23 e 26 centimetri, in set da sei, sette, otto, dodici o ventiquattro pezzi. I piatti tondi, escludendo la serie Tema e Variazioni (più di 350 piatti) sono complessivamente quasi tremila pezzi.
Nei primi anni di produzione, tra il 1950 e il 1952, i piatti erano prodotti soprattutto in ceramica; successivamente vennero acquistate partite di porcellana da diverse aziende fornitrici, soprattutto tedesche (Rosenthal, Arzberg, Hutschenreuther), ma anche italiane (Ginori e Laveno), non sempre di prima scelta. Fornasetti sosteneva che non era importante la scrupolosa ricerca dell’immacolata perfezione del materiale; la qualità era da ricercare nell’immagine dell’oggetto. I piatti erano prodotti quasi esclusivamente a coup, cioè piani senza ala; Fornasetti decorava piatti fondi solo su ordinazione.

Piero Fornasetti, set di sei piatti della serie Cortili

Una delle passioni di Fornasetti era la tavola imbandita che amava allestire come installazione durante mostre o eventi e come motivo per riunire e coinvolgere artisti, poeti, intellettuali artigiani e amici. Una delle più ricordate è quella chiamata Giornali allestita nella Terrazza Martini in piazza Diaz a Milano, mitico luogo panoramico della città frequentato da artisti e intellettuali. La tavola Giornali era come un grande quotidiano ritagliato sotto ogni forma di forchetta, bicchiere, piatto, vaso, fiore, tovagliolo e tovaglia. Ogni oggetto sulla tavola era decorato con i caratteri tipografici di un giornale, come se avesse voluto ribaltare la percezione degli oggetti e il loro significato.

Fornasetti, piatto della serie Arpie gentili

Con il passare del tempo, concepiva creazioni sempre più estranee alla visione e agli apparati dell’industria. “Gli industriali sono sempre uguali” — diceva in un’intervista del 1963 — “gente che ragiona con l’indice di gradimento, con il sistema televisivo insomma, e cioè con l’indice d’imbecillità”.
Nella serie Grande antico utilizzava, per esempio, una tecnica particolarissima che aveva scoperto quasi per caso. Essa consisteva nella macchiatura del materiale ceramico grezzo con dell’acido che rendeva opaca la superficie. Successivamente la ceramica veniva dipinta con oro zecchino, assorbito in maniera non omogenea a seconda della macchiatura. Il risultato era una superficie maculata che, grazie alla luce, rendeva gli oggetti cangianti.

Piero Fornasetti, piatti di diverse serie

Attingeva a piene mani ai grandi archetipi del passato, l’astrologia, la musica, la botanica, la zoologia, la numismatica, il folclore o la topografia, per mettere i suoi oggetti in condizione di raccontare storie o fiabe, narrare vicende dimenticate o inventate. Sono nate così innumerevoli serie di piatti battezzate Astronomici, Astrolabio, Strumenti musicali, Arcimboldesca, Stoviglie, Ricette di pasta, Maschere italiane, Città d’Italia, Cortili, Uccelli calligrafici, Sezioni di frutta, e set dedicati ad architetti, scrittori, navigatori e musicisti. Le famose serie Cupole d’Italia e Specialità regionali italiane, iniziano a essere prodotte alla fine degli anni Sessanta. Come pagine estratte da un grande dizionario culinario illustrato, che raccoglie le più rappresentative specialità regionali d’Italia, il decoro rappresenta, accanto alla ricetta scritta in bella grafia, un monumento di ogni città. 

Piero Fornasetti, piatto della serie Oceanide

Fornasetti ha dimostrato uno speciale talento evocativo, infondendo carattere anche ai personaggi da favola, materializzando i mondi lontani e fantastici delle Oceanidi, presenze visionarie, metà figura umana e metà conchiglia, e delle Arpie gentili, fantastici uccelli con testa di donna. Nella serie di piatti Città di carte esprime la sua vena onirica e visionaria. E costruisce paesaggi, scorci di città surreali, dove ponti, piazze, strade e palazzi sono immaginati come effimeri castelli di carte da gioco, fragili strutture in balia di un soffio di vento o dipendenti dall’umore di un dio bambino, che con un gesto rapido e improvviso può disperdere regine di fiori, fanti di quadri e assi di picche.

Fornasetti, set di sei piatti Arcimboldesca


“Il piatto forte”
13 giugno - 14 settembre 2013
Fornasetti
Corso Matteotti 1/a
20121 Milano