"Sono sempre stato interessato al design anonimo, agli oggetti già esistenti" – spiega Thomas Schnur, classe 1983, originario di Colonia – "non tanto per farne dei ready-made, ma per trasformarli, aggiungere nuove funzioni". Degli oggetti che colpiscono la sua attenzione Thomas prende la parte simbolica, "perché è la parte che comunica e interagisce con le persone". Al Salone Satellite ha portato tre prodotti: un tavolo in gomma con quattro ventose al posto dei piedi. "Volevo trasferire le ventose in qualcosa di completamente diverso, ma anche mantenere la loro autenticità", spiega ancora il designer che ha già lavorato nello studio di Mathieu Lehanneur, dopo avere studiato a Saint-Etienne. Il piano e le gambe sono in gomma, ma alla fine il tavolo risulta abbastanza stabile per portare dei carichi anche pesanti. "Si può anche usare come tavolo in piscina, perché galleggia".

Il secondo progetto, Fragment Table, è diverso, ma condivide la medesima filosofia. Pochi ed essenziali i pezzi – bastoncini di legno, ganci, telaio e gambe del tavolo – da comporre un po' come un puzzle tridimensionale. Anche qui troviamo una certa attenzione nei confronti della produzione: tutti i componenti sono soltanto assemblati. Il risultato è un tavolo di legno che non ha bisogno né di colla né di viti per essere montato.

Nell'appendiabiti invece gli elementi sono soltanto due: ganci e fusto. Il punto di partenza sono stati i ganci e un'idea semplice: "Fare compiere a ogni gancio compie un giro rispetto al pezzo successivo".