In "Alter Nature: We Can" il centro belga per l'arte Z33 esplora le pieghe dei temi della fauna e della flora in natura. Attraverso le opere di una ventina di artisti internazionali analizziamo i modi in cui l'umanità manipola la natura e come di conseguenza il concetto di "natura" si trasformi continuamente. Le opere non riguardano l'uso della natura per soddisfare bisogni primari (come la salute, il cibo, la protezione e così via). In questo contesto c'è una miriade di progetti interessanti, ma messi insieme essi conducono inevitabilmente a contraddizioni semplicistiche. Da un lato ci sono progetti che guardano "in positivo" alla trasformazione della natura: scoprono che cosa può fare la tecnologia o indicano soluzioni. Questi progetti vengono spesso criticati perché paiono aderire senza riserve alla fede scientifica nel progresso. Dall'altra parte certi progetti mostrano l'aspetto negativo: riguardano interventi sulla natura che sono andati a finir male. Questi progetti vengono criticati per contrastare l'atteggiamento proibizionista in assoluto del piccolo mondo dell'arte. Criticano ma non offrono soluzioni. "Alter Nature: We Can" vuole superare le contrapposizioni semplicistiche. Le opere in mostra sono perciò prive di ogni carattere strettamente utilitario e l'accento cade sul contesto storico dell'intervento, sulla molteplicità delle manipolazioni e sulla variabilità del concetto di natura.
Alter Nature: We Can
Dalle carote ai bonsai alle piante acustiche ai fagiani arancioni, il centro Z33 illustra i vari modi in cui la natura viene deviata, manipolata e progettata
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- 22 dicembre 2010
- Hasselt
"Alter Nature: We Can" fa parte di "Alter Nature", progetto più vasto condotto da Z33, dall'Hasselt Fashion Museum e dal CIAP in collaborazione con la facoltà MAD dell'università di Hasselt, con l'istituto fiammingo per la biotecnologia (Vlaams Instituut voor Biotechnologie, VIB), con l'università cattolica di Lovanio (KULeuwen) e con il suo centro di ricerca sulle bioscienze (bioSCENTer).