Ore 15.32, 15 luglio 1972: il complesso Pruitt-Igoe di Saint Louis nato con il ricordo della machine a habiter di Le Corbusier viene abbattuto perché considerato non abitabile per i residenti. Si passa, secondo Charles Jencks, dal modernismo al postmodernismo.
Ore 8.46 e 9.03 , 11 Settembre 2001: le Twin Towers vengono abbattute da due Boeing 767, crollano le torri assieme alla loro metafora di potere monetario con all'interno questa volta i propri “abitanti”. È l'anno del nuovo Millennio, l'inizio di un decennio che va a concludersi.
Due crolli celebri con orari precisi, pianificati per il primo dagli arteficieri per il secondo dai terroristi e che vedono lo stesso architetto coinvolto nella progettazione: Minoru Yamasaki.
Ma che fine hanno fatto le macerie di Yamasaki?
Se per tempo si è dibattuto sui luoghi azzerati dai crolli, sul senso e spirito del luogo da conservare, sul ricordo e rinascita da esprimere....spesso ci si è dimenticati della carne d'acciaio e cemento degli edifici lasciati. "Rien ne se perd, rien ne se crée" (Nulla si perde, nulla si crea - Antoine-Laurent de Lavoisier) e allora la materia degli edifici è destinata a continue rinascite, in una continua reincarnazione buddista in altre forme ma senza alcuna causa di merito o peccato. Molte pietre del Colosseo appartengono a diversi edifici e monumenti romani del XV secolo, le pietre a terra di Venezia, le pietre che il narratore de La recherche du temps perdu ricorda esitando con “un piede su una lastra più alta, l'altro piede su quella più in bassa”, le pietre su cui passeggiava Ruskin, probabilmente sostengono altre pietre per staccare di qualche centimetro il suolo dall'acqua; il cemento del muro di Berlino è a casa di migliaia di collezionisti e venduto all'interno di speciali cartoline-souvenirs. Non posso immaginare dove sia il cemento del Pruitt-Igoe, ma sarebbe interessante e non così difficile forse avere una mappa dell'acciaio delle Twin Towers nel mondo e scoprire la doppia vita di quel materiale che una volta si aggregava staticamente per erigersi come più alta costruzione del mondo, con quella solare God's eye view di cui parla De Certeau dal 110° piano.
Nella mia città di Padova, una trave in torsione è imbalsamata dentro un muro vetrato illuminato di notte dell'architetto Libenskind; in una Biennale a Venezia di qualche anno fa altre travi arrugginite, piegate da forze immani, si intravvedevano nei Giardini. Altre travi sembrano invece avere avuto altro destino. Sono infatti state fuse, modellate, estruse, forgiate per dar vita alla USS New York, nave militare in grado di trasportare 700 militari e 12 aerei, in funzione da pochi mesi e che sembra avere anche un motto: “Never Forget” (Non dimenticare mai - ©kikapress.com )
Reputo allora sia necessario e interessante discutere e capire il significato dei diversi destini del pieno della massa di queste macerie, al pari di quanto si è fatto per il vuoto di Ground Zero. Penso vi sia una sorta di unità simbolica del materiale in questione, inscindibile esattamente come il luogo su cui si erigeva, difficilmente pensabile parcellizzato, lottizzato e venduto a pezzi per i diversi interessi.
Lo spirito della materia - le macerie di Minoru Yamasaki
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- Leonardo Zuccaro Marchi
- 17 gennaio 2010