Ci sono persone e ci sono personaggi, l'incontrare una
persona è sempre casuale: ogni tanto capita di accorgersi
di avere conosciuto "un personaggio".
Incontrare Shigeo Fukuda dà proprio questa
sensazione, lo
si nota per la sua riservatezza (normale per la cultura
giapponese) che anticipa ed espone all’infinito gli
eccentrici accenti della sua personalità…
Un personaggio capace di gratificarti al momento
della presentazione con espressioni come “onorato” dopo
aver sentito il tuo comunissimo nome.
E che un secondo dopo con atteggiamento premuroso
estrae dalla tasca una matita e, recuperato un pezzo di
carta dal tavolo del bar, improvvisa uno di quei preziosi
disegni con i quali il positivo e il negativo si originano l'uno
dall’altro (pochi segni che riescono inspiegabilmente a
sintetizzare una cultura profonda come quella orientale) e
a fartene “umilmente” omaggio… per poi accomiatarsi
sinceramente grato dei tuoi complimenti e della tua
soddisfazione di poter possedere un suo “originale” segno,
non coscente del tuo imbarazzo per non saper, neanche
lontanamente contraccambiare tanta capacità…
La cosa più sorprendente è poi il secondo incontro:
parla, con postura elegante e sguardo concentrato e
attento; indossa giacca e camicia scura e papillon di
plastica e a intermittenza luminoso… non curante dello
stupore con il quale i suoi interlocutori
guardano il papillon.
Ha saputo traghettare, in anni ancora acerbi, la
cultura orientale e la sua grafica in occidente integrandole
con eccezionale bravura proprio come il positivo -
negativo, bianco e nero rendendo democraticamente l’una
origine dell’altra (grazie Shigeo).
Da qualche giorno la notizia che è scomparso
contraddice
l’esigenza di questo parlarne al presente ma sinceramente
sono convinto che le persone scompaiano quando non ci si
ricorda più di loro.
Giuseppe Basile
Shigeo Fukuda
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- Giuseppe Basile
- 09 febbraio 2009