“Ritorno a casa forzato” è un buon titolo per il capitolo di storia progettuale che stiamo vivendo. Per questo non ci spingeremo oltre le mura domestiche nella nostra annuale previsione di tendenze, speranzosi che nel 2022 non se ne parli più. Per molti il 2020 è stato l’anno dell’invasione lavorativa degli spazi domestici, per altri, purtroppo, della perdita del lavoro. In ogni caso abbiamo dovuto fare i conti con i nostri spazi intimi e con le fantasie nate dall’osservarli. In questa galleria di immagini proponiamo dieci suggestioni che superano in parte il tema catalizzante dello smartworking. Nascono dalle intuizioni progettuali pubblicate su domusweb e da alcuni bisogni primari che speriamo di assecondare nell’anno a venire, in primis una socialità che, per ora, si risolverà nelle cerchie private e tra le pareti di casa.
Interni e architettura, i trend del 2021
Una selezione di tendenza che ci aspettiamo quest'anno. Dagli elementi di architettura al design degli interni.
MVRDV, Tainan Spring. Foto Daria Scagliola. © Winy Maas, Jacob van Rijs, Nathalie de Vries. Leggi l'articolo completo
Botteri-Connell, Villa a Buenos Aires, 2018. Foto Gustavo Sosa Pinilla. Leggi l'articolo completo
Botteri-Connell, Villa a Buenos Aires, 2018. Foto Gustavo Sosa Pinilla. Leggi l'articolo completo
Architect Aquiles Jarrín, ristrutturazione di un appartamento a Quito, 2020. Foto JAG Studio. Leggi l'articolo completo
Kooo Architects, Origin Villa Resort, Dashan Village, Hangzhou, Zhejiang, Cina, 2020. Foto Keishin Horikoshi / SS. Leggi l'articolo completo
Kooo Architects, Origin Villa Resort, Dashan Village, Hangzhou, Zhejiang, Cina, 2020. Foto Keishin Horikoshi / SS. Leggi l'articolo completo
Sergey Makhno, Shkrub House, Kozyn, Kyiv (Ucraina), 2019. Foto Serhii Kadulin. Leggi l'articolo completo
Marc Leschelier, Cold Cream, 2020. Leggi l'articolo completo
Sò Studio, Canal St. Selected Store, Shanghai, 2019. Foto Yuhao Ding, Elbe Yufei Li, Mengjie Liu. Leggi l'articolo completo
Miguel Marcelino, ristrutturazione di un appartamento a Lisbona, 2020. Foto Lourenço T. Abreu. Leggi l'articolo completo
Casa Martha di Naso, Messico, 2020. Leggi l'articolo completo
L’ingresso di Casa Luisina, un progetto di Luciana Fernandez Reimers e María Elena Risso a La Plata, Argentina, 2019. Leggi l'articolo completo.
Zyva studio, Blue Cube, Parigi, 2019. Foto BCDF studio. Leggi l'articolo completo
Yebin Design studio, Conemoting Market, Shenzhen, 2020. Foto Xiaoyun. Leggi l'articolo completo
Gianni Pettena, Rumble / Sofa, 1967, courtesy de l’artiste et Salle Principale, Paris © Aurelio Amendola. Leggi l'articolo completo
Una spa a Caracas ispirata a 2001 Odissea nello spazio, progettata da Atelier Caracas, 2020. Foto Saúl Yuncoxar + Catalina Quintana. Leggi l'articolo completo
Arquitectura-G, Acid House, Barcellona, 2019. Foto Josè Hevia. Leggi l'articolo completo
Taller | Mauricio Rocha + Gabriela Carrillo, Iturbide Studio, Coyoacán, Mexico City, 2016. Foto Rafael Gamo. Leggi l'articolo completo
Raúl Sánchez Architects designs The Magic Box Apartment, Barcellona, 2020. Foto José Hevia. Leggi l'articolo completo
Studio Morison, MOTHER, 2020. Foto Charles Emerson, leggi l'articolo completo
Defhouse, la casa milanese per tiktokers, 2020. Foto Simone Furiosi. Leggi l'articolo completo
Defhouse, la casa milanese per tiktokers, 2020. Foto Simone Furiosi. Leggi l'articolo completo
Pig Design, Seiranri Public Area, Bin jiang District, Hangzhou, Zhejiang, Cina. Foto Wang Fei, Shi Zheng, Qi Shuoqian. Leggi l'articolo completo
One Take Architects, museo temporaneo per le arti digitali. Foto Nan Xueqian. Leggi l'articolo completo
One Take Architects, museo temporaneo per le arti digitali. Foto Nan Xueqian. Leggi l'articolo completo
One Take Architects, museo temporaneo per le arti digitali. Foto Nan Xueqian. Leggi l'articolo completo
One Take Architects, museo temporaneo per le arti digitali. Foto Nan Xueqian. Leggi l'articolo completo
Nendo, Stairway house, Tokyo, 2020. Foto Daici Ano, Takumi Ota. Leggi l'articolo completo
Ludwig Godefroy, Zicatela House, Puerto Escondido (Mexico), 2018. Foto Rory Gardiner. Leggi l'articolo completo
AMOO, ristrutturazione di un appartamento a Barcellona, 2020. Foto José Hevia. Leggi l'articolo completo
Batek Architekten, Sch52, Berlino, 2020. Foto Marcus Wend. Leggi l'articolo completo
Bureau headquarters a Lisbona, 2020. Foto Dylan Perrenoud. Leggi l'articolo completo
Jorge Ramón Giacometti Architecture Workshop, Avocados House, Puembo, Ecuador, 2020. Leggi l'articolo completo
Xiaoxi Xiong, l’interno scultoreo di un ufficio a Pechino, 2019. Foto Mobai, Ling Yu, Xiaoxi Xiong. Leggi l'articolo completo
Arquitectura-G, negozio Acne Studios a Stoccolma, 2020. Foto José Hevia. Leggi l'articolo completo
Studio Wanna e Formica Group, Horizon88, Madrid, 2020. Foto Caulin Photo. Leggi l'articolo completo
A Work of Substance, Mother Pearl, Hong Kong, 2020. Foto Amanda Kho. Leggi l'articolo completo
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- Marianna Guernieri
- 15 gennaio 2021
Per molti l’acqua è un elemento raggiungibile solo viaggiando a meno di non possedere un giardino con piscina o spa. Immergersi in acqua è una pratica che sta sparendo dalla vita cittadina, con bagni termali sempre più costosi e appartamenti in cui le vasche da bagno vengono sostituite da grandi docce minimaliste. Tornare ad avere "acqua in casa" sarà la sfida di molti e i più arditi ci delizieranno con interni decisamente umidi. Per ispirarvi ecco una selezione di progetti provocatori in cui l’acqua ha letteralmente invaso gli spazi.
Sono moltissimi i materiali naturali in edilizia da scoprire, dalla terra cruda alla paglia, dal riso alla canapa, passando per gli intonaci naturali come il cocciopesto o la calce viva. Pochi, però, hanno il potere evocativo dell’adobe le cui forme tondeggianti e morbide sono un antidoto alla depressione. Le pareti delle case in adobe sono calde e consolatorio e in molti potrebbero scegliere questo materiale – o perlomeno questa estetica – nei propri spazi privati.
Sono moltissimi i materiali naturali in edilizia da scoprire, dalla terra cruda alla paglia, dal riso alla canapa passando per gli intonaci naturali come il cocciopesto o la calce viva. Pochi, però, hanno il potere evocativo dell’adobe le cui forme tondeggianti e morbide sono un antidoto alla depressione. Le pareti delle case in adobe ti avvolgono in un abbraccio caldo e consolatorio e in molti potrebbero scegliere questo materiale – o perlomeno questa estetica – nei propri spazi privati.
Con il lockdown ci siamo in parte liberati da certe logiche di consumo ma soprattutto dalla formalità. Basti pensare a tutti quei meeting su zoom interferiti da figli, rumori di fondo e animali domestici. Questa liberazione si osserva anche in architettura, dove finiture patinate e lavorazioni a regola d’arte lasciano il posto a gesti più spontanei, forse tecnicamente più grezzi, ma certamente originali. Non serve più avere un pavimento pristino o giunti impeccabili spendendo capitali, ma avere uno spazio vero e stimolante, dove il focus è altro.
Quest’anno il ballo è morto. Resuscitiamolo. Concediamoci lo svago par excellence anche se in piccolissimi gruppi, ma facciamolo in grande stile. Riesumiamo i balli di coppia o quelli tribali dei rave in uno spazio consono: bastano due metri quadrati e un minimo di illuminazione ragionata. Anche la musica da camera nasceva nei salotti privati del Seicento quando fuori dalle mura dei palazzi le pestilenze o le repressioni religiose impedivano la celebrazione in pubblico della musica. Quel periodo ci ha però regalato Arcangelo Corelli, Henry Purcell e Antonio Vivaldi.
È un discorso ritrito ma troppa tecnologia, troppi smartphone troppa connessione fa male, malissimo. Ce l’ha ricordato amabilmente Netflix, tenendoci incollati ai suoi schermi con documentari che ci spiegavano quando fosse sbagliato stare incollati agli schermi (prendiamo The Social Dilemma). Prevedere uno spazio - possibilmente con mura molto spesse - in cui non avere telefoni, computer e router per poter leggere, pensare, giocare, riposare, fare lavori manuali, esercizi fisici, meditare e via all’infinito sarà una scelta sempre più necessaria. Riempito di piante o completamente spoglio, fantascientifico o più domestico, questo spazio va ben oltre la stanza per la meditazione. È uno spazio per l’umano.
Se però la nostra dipendenza digitale è irreparabile, tanto vale fare le cose al meglio e dotarsi di uno spazio consono al proprio ego virtuale. Dotiamoci di spazi confortevoli e di scenografie reali per sfondare su Tick Tock, Only Fans e Instagram ma nei anche i nostri meeting di lavoro e su Teams. Su questo fronte ci aspettiamo i massimi virtuosismi.
Elemento arcaico, elevazione al divino. Ne conosciamo di famosissime dalla gradinata di Villa Malaparte a Capri alle scale rosa della Muralla Roja di Ricardo Bofill. Quelle che vedremo nel 2021 trapassano gli interni e non portano in nessun luogo. Sedersi su una scalinata per conversare o meditare - anche in casa - è un buon modo per cambiare la percezione dello spazio e muoversi diversamente.
Abbiamo colto il revival già l’anno scorso con l’account Instagram @bizarrecolumns di Enorme Studio e poi parlando di ornamento in architettura con Rik Nys nella Domus di David Chipperfield. Sempre più progettisti la esaltano e la integrano nei propri lavori. Viene verniciata in colori fluo, o usata come elemento decorativo con marmi preziosi. Che sia industriale o classica, massiccia o sottile, la colonna genera ritmo nel suo richiamo antico.
Nella nostra trilogia dell’arcaico, dopo le gradinate e le colonne apriamo gli spazi domestici ai monoliti. Grandi blocchi di pietra grezza vengono catapultati nei nostri salotti e usati come tavoli o sedute, o semplicemente come misteriose masse da ammirare. Senza fomentare lo sfruttamento smodato delle cave, questo primitivismo può adattarsi a materiali più accessibili come il cemento.
Dopo l’infinity terrazzo dell’anno scorso eccoci con il ritorno del mattone, che a dire il vero non è mai sparito, ma ora si usa allo stesso modo, con finitura grezza, senza soluzione di continuità tra pareti, soffitti, pavimenti, muretti e mobili in muratura. Come se le nostre case si trasformassero in un sito archeologico romano, dove l’ansia per l’igiene delle superfici lascia il posto alla bellezza evocativa di questo materiale eterno.