Grattacieli di terra
È il sogno di Anna Heringer, l’architetta austriaca che lavora con il fango, che abbiamo incontrato quest’anno a Boisbuchet. Lina Ghotmeh, dal canto suo, ci sta abituando alla prossima generazione di grattacieli. Dopo le foreste verticali prevediamo un nuovo materiale nei nostri skyline, che è la quintessenza della sostenibilità: la terra.
Interni polverosi
Una migliore connessione con la natura dovrebbe partire dai nostri sensi. Le case negli anni passati hanno eliminato i confini tra interno ed esterno solo a livello visivo, ora guardiamo avanti con interni che non hanno paura di sporcarsi. Alle fiere, quest’anno, abbiamo visto salotti con pavimenti rivestiti di pietre, o showroom immersi nella sabbia bianca. Ma anche alberi piantati in salotto, e radici che crescono all’interno delle mura. Questo progetto di Ling Hao a Singapore è un inizio perfetto per luoghi un po’ meno iper-igienizzati.
Scandole
Utilizzate nei climi freddi per mitigare meglio la temperatura, le scandole sono utilizzate sia sui tetti sia sulle pareti esterne. Su domusweb abbiamo pubblicato alcuni esempi di edifici con questo rivestimento in legno, che può presentare infinite sfumature di colore, dal grigio chiaro a tonalità più calde. Conferisce all’edificio una ricca texture ed è un modo per rilanciare tecniche artigianali locali. Le scandole sono disponibili anche in altri materiali come la pietra o la ceramica. La loro dimensione piccola ne fa un’opzione perfetta per edifici curvilinei.
Strombatura
Una tecnica senza tempo adottata per far entrare più luce negli edifici tradizionali – quando le pareti erano abbastanza spesse da poterselo permettere. La strombatura torna in auge con forme nuove, così come le pareti più spesse. La si applica preferibilmente alle aperture delle finestre ma la si può impiegare in corrispondenza di porte e passaggi. Quando le pareti sono troppo sottili, vengono aggiunte delle strutture ad hoc in legno o metallo, dando plasticità agli spazi.
Bugnato
Per chiudere questa breve raccolta di archeologie del futuro proponiamo una tecnica molto popolare, tipica degli edifici rinascimentali italiani, reinterpretata a più riprese anche negli ultimi anni. Il bugnato veniva usato per esaltare i conci o mimetizzare il sistema costruttivo. Restituisce motivi estremamente elaborati, punteggiati da una miriade di accenti luminosi. La forma più iconica è la bugna a punta di diamante, che può essere impiegata con nuovi materiali, e con finalità legate alle prestazioni energetiche.
Corridoio
Dopo 50 anni colonizzati dai loft e dalla cultura dell’open space, potremmo assistere a un ritorno di quello spettacolare dispositivo chiamato corridoio. Questa soluzione spaziale, così come la conosciamo oggi, nasce nelle case vittoriane insieme all’ascesa del concetto di privacy, del tutto sconosciuto nei secoli precedenti, come dimostrato in architettura, ad esempio, dai palazzi settecenteschi, dove per raggiungere una stanza bisognava attraversarne molte altre, disturbando gli occupanti. Oggi, dove la privacy è privacy è prossima a morire, l'architettura potrebbe contribuire simbolicamente alla sua ultima difesa.
Ristrutturazione invisibile
Approccio molto apprezzato dagli architetti, il rispetto assoluto delle tracce del tempo è una prassi ormai presente in qualsiasi progetto di ristrutturazione, con estremi che si traducono in gesti progettuali quasi invisibili. La bellezza delle sfumature, delle texture e della storia dell’edificio (che si tratti di una casa centenaria o di un magazzino vecchio di cinquant’anni) è un buon antidoto contro i contesti urbani in rapido cambiamento. Anche se spesso gli interventi e i cambiamenti non sono così evidenti a prima vista, richiedono competenze progettuali notevoli.
Graniglia a soffitto
Ampiamente utilizzata negli edifici del Settecento, Ottocento e inizio Novecento, la graniglia – conosciuta nel mondo come terrazzo – ha avuto un boom negli anni Cinquanta e Sessanta con mattonelle in cemento di tutti i tipo. Finita nel dimenticatoio, ha ripreso vita qualche anno fa, diventando una vera e propria mania. Oggi il terrazzo si sta spostando dai pavimenti alle pareti, fino a ricoprire ogni superficie possibile, perfino i soffitti. Probabilmente si tratta della sua ultima fase, prima di cadere di nuovo nell’oblio delle mode.
Giallo senape
Abbiamo assistito al persistere del rosa Millennial, e all’ascesa del verde menta che poi si è impallidito nel verde Celadon. Gli interni nel 2020 probabilmente reagiranno a questi due dogmi cromatici con il giallo senape, che crea una vibrante atmosfera retrò facilmente accostabile a materiali più asettici come il metallo e il cemento a vista. Può sembrare audace, ma ci aspettiamo molto di più dagli interni di quest’anno.
Dormire in una scatola
Versione più strutturata del letto a baldacchino, questi letti richiamano le stanze barocche dove lo spazio per la privacy corrispondeva alla superficie del letto. Li abbiamo visti racchiusi da pannelli di legno o addirittura da marmo e metallo. Questa architettura effimera permette una maggiore libertà progettuale attorno, dal momento che può essere collocata praticamente ovunque.
Grotte domestiche
Singita Faru Faru lodge nel Serengeti
Disegnato da Cécile & Boyd, Grumeti, Tanzania, 2019
Singita Faru Faru lodge nel Serengeti
Disegnato da Cécile & Boyd, Grumeti, Tanzania, 2019
Singita Faru Faru lodge nel Serengeti
Disegnato da Cécile & Boyd, Grumeti, Tanzania, 2019
Singita Faru Faru lodge nel Serengeti
Disegnato da Cécile & Boyd, Grumeti, Tanzania, 2019
Singita Faru Faru lodge nel Serengeti
Disegnato da Cécile & Boyd, Grumeti, Tanzania, 2019
Singita Faru Faru lodge nel Serengeti
Disegnato da Cécile & Boyd, Grumeti, Tanzania, 2019
Singita Faru Faru lodge nel Serengeti
Disegnato da Cécile & Boyd, Grumeti, Tanzania, 2019
Singita Faru Faru lodge nel Serengeti
Disegnato da Cécile & Boyd, Grumeti, Tanzania, 2019
Singita Faru Faru lodge nel Serengeti
Disegnato da Cécile & Boyd, Grumeti, Tanzania, 2019
Singita Faru Faru lodge nel Serengeti
Disegnato da Cécile & Boyd, Grumeti, Tanzania, 2019
Singita Faru Faru lodge nel Serengeti
Disegnato da Cécile & Boyd, Grumeti, Tanzania, 2019
Singita Faru Faru lodge nel Serengeti
Disegnato da Cécile & Boyd, Grumeti, Tanzania, 2019
Singita Faru Faru lodge nel Serengeti
Disegnato da Cécile & Boyd, Grumeti, Tanzania, 2019
Singita Faru Faru lodge nel Serengeti
Disegnato da Cécile & Boyd, Grumeti, Tanzania, 2019
Singita Faru Faru lodge nel Serengeti
Disegnato da Cécile & Boyd, Grumeti, Tanzania, 2019
Singita Faru Faru lodge nel Serengeti
Disegnato da Cécile & Boyd, Grumeti, Tanzania, 2019
Se non possiamo più abitare le grotte, ci rimane l’opzione di ricrearle nei nostri spazi domestici, con tanto di comfort climatico, gas, acqua ed elettricità. Lo sporco ci fa meno paura e la ricerca della natura è costante. I grossi muri informi di pietra possono essere un’ottima soluzione contro il caldo, creano movimento e, soprattutto, evocano i luoghi arcaici da cui tutti proveniamo.