Pochi brand riescono a combinare praticità e simbolismo culturale come Dr. Martens. Lo stivaletto 1460, nato nel 1960 come scarpa da lavoro per operai, è diventato nel tempo un manifesto visivo per sottoculture, scene musicali e movimenti. Una storia ricca, che rende ogni tentativo di reinterpretazione una sfida complessa. Eppure, è proprio questo il terreno su cui si muovono i nuovi 1460 Sub Boot e la serie 14XX. L’approccio? Non stravolgere l’idea originale, ma adattarla a un presente sempre più tecnico e funzionale.
Così Dr. Martens sta reinventando il suo celebre stivale: “Una rilettura pratica del nostro Dna”
I nuovi 1460 Sub Boot e la serie 14XX interpretano in modo nuovo l’iconico design dello stivale Dr. Martens. Ce lo spiega Joel Wilson, responsabile del design.
Courtesy Dr. Martens
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- Alessandro Scarano
- 27 novembre 2024
Joel Wilson, a capo del design di Dr. Martens dal 2017 e premiato come Drapers Footwear Designer of the Year, ha ben chiara questa sfida. Si definisce un “designer multimediale” che ama intrecciare tradizione e sperimentazione. Sotto la sua guida, il marchio ha esplorato nuove collaborazioni e innovazioni che ne esaltano la lunga storia. “Il 1460 è senza tempo grazie alla sua semplicità: la tomaia è fatta di cinque pezzi di pelle cuciti insieme. È una base perfetta per una evoluzione, ma bisogna rispettare il passato”, spiega.
Praticità e precisione monocromatica
Il 1460 Sub Boot non cerca di oscurare il suo predecessore, né vuole essere la next big thing. Affina invece gli elementi che hanno reso il 1460 un’icona, aggiornandoli con discrezione per rispondere alle esigenze contemporanee. La suola più robusta e sagomata rinuncia alle cuciture gialle in favore di un’estetica monocromatica, più funzionale che appariscente.
La pelle Newlands, impermeabile e resistente, si combina con fodere in pile tecnico traspirante e una base rinforzata: dettagli studiati per affrontare le sfide urbane e le giornate umide. Non è rivoluzionario, ma funziona. “È nato durante il lockdown: una necessità che si è trasformata in opportunità”, racconta Wilson. “Il risultato è una reinterpretazione concreta del nostro DNA, pensata per chi cerca più prestazioni senza rinunciare a un design iconico”.
E di quel DNA non si perde traccia. Il Sub Boot conserva dettagli chiave come le cuciture, l’occhiello AirWair e la silhouette inconfondibile del 1460, reinterpretandoli con un tocco tecnico.
Oltre i limiti: la serie 14XX
Se il 1460 Sub Boot punta sull’usabilità, i modelli 14XX Sub Boot e Sub Shoe osano di più. Wilson li definisce “pura esplorazione di design”: una ghetta rimovibile protegge da vento, sabbia e neve, mentre la stampa mimetica monocromatica aggiunge un elemento inaspettato. Non è certo quello che ci si aspetta da un brand famoso per le sue cuciture gialle, ma testimonia la voglia di DrMartens di mettersi in gioco.
We were the rebels of the rebel scene / He wore Doc Martens in the sun.
The Cranberries, Bosnia, 1996
“Il numero 14 rappresenta il nostro inizio, il 1° aprile 1960”, spiega Wilson. “La doppia X è l’ignoto, il futuro che stiamo costruendo”. La serie 14XX non punta al successo di massa: è un laboratorio di idee, un campo di prova per materiali e tecniche che potrebbero entrare nella produzione principale.
L’iconico 1460, nato proprio il 1° aprile 1960 (1-4-60), è nato per rispondere a una necessità: uno stivale robusto per postini e operai. Ma quella semplicità – cinque pezzi di pelle, una suola ammortizzata, cuciture gialle – è riuscita a parlare alle sottoculture giovanili, dai punk ai goth, diventando un simbolo di ribellione e autenticità. Un oggetto che va oltre il semplice design, intrecciandosi con la musica, la moda e la cultura.
Una rivoluzione silenziosa
La forza del Sub Boot non è nei dettagli visibili, ma nel rapporto con la tradizione. Non c’è nostalgia sterile: il passato diventa uno strumento per guardare avanti. “Tutto parte dall’archivio”, afferma Wilson. “Riprendiamo ciò che funziona o impariamo da ciò che è stato fatto”.
Le basi impermeabili e le fodere in pile parlano di durabilità, ma le innovazioni – suole più spesse, silhouette essenziali e dettagli modulari – puntano su utilità e longevità più che su citazioni retrò.
Go to my show with a new pair of Dr. Martens.
Skepta, Shutdown, 205
Anche il camouflage neve della serie 14XX strizza l’occhio al gorpcore, che mescola outdoor e moda urbana. Magari non li vedremo scalare montagne, ma esplorano un’estetica robusta e pragmatica che amplia l’identità del brand. Il segnale è chiaro: Dr. Martens dialoga con le tendenze contemporanee senza mai tradire se stessa.
L’equilibrio tra identità e innovazione
Reinterpretare un’icona è sempre un rischio: fino a che punto spingersi senza perderne l’essenza? Per Dr. Martens, la risposta sta nella coerenza dei dettagli: materiali, tecniche di costruzione e la forma distintiva restano invariati.
Alcuni compromessi con la modernità sono inevitabili. Le cuciture nere del Sub Boot, ad esempio, sostituiscono il giallo iconico. Un’eresia per i puristi, ma per Wilson è un’estensione della filosofia del brand. “Le cuciture nere sono più alla moda”, osserva. “Non sostituiscono la versione in giallo, ma ampliano la nostra offerta”.
Anche gli aggiornamenti tecnici, pur pratici, non si allontanano dai principi dell’originale: resistenza, versatilità e adattabilità a contesti ben lontani dalle fabbriche per cui erano stati creati, spiega Wilson.
My blood brother is an immigrant / A beautiful immigrant / My Doc Martens shine
IDLES, Danny Nedelko, 2018
Durabilità e sostenibilità
In un mondo sempre più attento alla sostenibilità, Dr. Martens punta sulla durabilità. “Per noi, sostenibilità significa creare prodotti che durano”, afferma Wilson. “E questi stivali sono progettati per durare”.
Questo approccio va oltre il design. Il marchio sta anche sperimentando materiali alternativi, come la pelle riciclata della linea Genix Nappa, un progetto ancora in fase embrionale che mira a ridurre gli sprechi senza tradire la tradizione. È un primo passo che dimostra come Dr. Martens riconosca le nuove esigenze del mercato, pur rimanendo fedele alla propria eredità basata sui materiali.